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USA, la battaglia per la parità non è finita. Morgan, Rapinoe & co pronte al secondo tempo

USA, la battaglia per la parità non è finita. Morgan, Rapinoe & co pronte al secondo tempoTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
martedì 5 maggio 2020, 07:45Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Ha fatto e fa tuttora molto discutere la sentenza del giudice del distretto centrale della California R. Gary Klausner di respingere la richiesta della Nazionale femminile di calcio statunitense in merito alla discriminazione salariale rispetto ai colleghi uomini. Una battaglia, quella per l'equal pay, portata avanti dalle stelle della squadra Megan Rapinoe e Alex Morgan fin dalla fine della Coppa del Mondo, l'ennesima vinta dalla squadra a stelle e strisce, e che ha trovato il sostegno anche di parte dei colleghi uomini, ma non quelli dei settori più conservatori del Paese a partire dal presidente Donald Trump. Una battaglia difficile, per via dei sistemi di compensazioni totalmente diversi fra uomini e donne (i primi pagati secondo il modello pay-for-pay, le seconde con contratti più garantiti). Una differenza che agli occhi del giudice, di fede conservatrice visto che venne nominato da Bush jr, ha pesato più che la disparità di trattamento fra una squadra – quella maschile – che non ha mai vinto nulla e il cui miglior risultato risale al 1930 3 una – quella femminile -leader mondiale con quattro Coppe del Mondo e quattro Ori Olimpici nel palmares.

Le due calciatrici più rappresentative hanno già fatto sapere di non volersi arrendere. “Nonostante la delusione nel sentire questa notizia, non ci faremo scoraggiare nella nostra lotta per l'uguaglianza”, ha scritto su Twitter Morgan, “Non smetteremo mai di combattere per la parità” è stato invece il messaggio di Rapinoe sui social. Le calciatrici hanno inoltre trovato un supporto trasversale che va dal mondo sportivo femminile a quello politico con il candidato alla presidenza Joe Biden che ha voluto manifestare il proprio sostegno alle calciatrici (“Non rinunciate a questa lotta, non è ancora finita”) e minacciando la Federcalcio (“Parità di retribuzione ora, oppure quando sarò presidente potrete andare altrove a trovare finanziamenti per la Coppa del Mondo”).

Il 16 giugno è atteso il secondo match con le calciatrici che affilano le proprie armi per segnare il gol del pareggio e iniziare la rimonta verso una parità non più prorogabile.

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