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Davide Nicola: "Ho sempre avuto un unico obiettivo: regalare emozioni"

Davide Nicola: "Ho sempre avuto un unico obiettivo: regalare emozioni"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
martedì 13 novembre 2018, 11:282018
di Chiara Biondini
fonte Il nuovo numero di Calcio2000 N.237 lo trovi in edicola!
"Il mio ideale di calciatore è Pavel Nedved"

Nel nuovo numero del bimestrale Calcio2000, per la rubrica I Giganti del calcio, troviamo una lunga chiacchierata con Mister Davide Nicola: dalla tecnica alla tattica, dalla crisi del calcio italiano alle novità offerte da quello estero, da Sacchi e Scoglio fino ai giorni nostri, passando da Allegri e Guardiola.

"Fin da quando ho cominciato ad allenare ho sempre avuto un unico obiettivo: regalare emozioni. Il calcio è questo e i moduli, le tattiche, i giocatori e noi allenatori, siamo semplicemente un collegamento con gli spettatori. La mia massima aspirazione è riuscire a far giocare così bene la mia squadra, da far venir voglia al pubblico di unirsi a noi. Se un mio tifoso un giorno dovesse dirmi: “’Avrei voluto essere in campo’”, in quel momento mi sentirei un allenatore appagato. Non arrivato, intendiamoci, perché se mi sentissi arrivato sarebbe finita".

"Non esistono campioni che non siano funzionali al progetto, - prosegue Davide Nicola - se non si mettono a disposizione della squadra, se non sono votati al collettivo, semplicemente non sono veri campioni. Sono parecchi i giocatori che vorrei sempre avere nella mia squadra, ma se dovessi sceglierne uno, il mio ideale di calciatore è Pavel Nedved: uno che con l’impegno, con la dedizione, con la caparbietà, l’intensità, lo spirito di sacrificio, è diventato un fuoriclasse. E che è sempre stato d’esempio per i compagni e al servizio della squadra. Tutti valori fondamentali per la mia idea di calcio".

Ripensando al suo percorso fatto finora. "Non sarò mai ricordato come un fuoriclasse, ma nella mia carriera da calciatore mi son tolto anche io le mie soddisfazioni. Quella più grande è essere riuscito a tornare a giocare nella mia città dopo tanto girovagare e riuscire ad essere decisivo, regalando al popolo granata una promozione storica. Quello potrebbe essere il momento più bello della mia vita “precedente”, mentre da allenatore sarebbe facile ricordare la salvezza con il Crotone o la promozione con il Livorno. Non dimentico, però, il quinto posto con il Lumezzane: era la mia prima stagione su una panchina e abbiamo fatto un campionato eccezionale, arrivando a giocarcela con squadre molto più blasonate e accreditate, come il Verona, tanto per citarne una. In realtà, la cosa di cui vado più orgoglioso oggi, è il fatto di aver allenato in tre campionati diversi, Lega Pro, Serie B e Serie A, e aver dimostrato che la mia metodologia può funzionare al di là delle categorie".

Intervista integrale nel nuovo numero di Calcio2000 N.237!