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Pres. Rende: "Stagione finita solo per le giovanili. Pronti a tornare in campo"
Un comunicato che sembrava uno squarcio nel cielo, ma che è stato chiarito da patron Fabio Coscarella. Il presidente del Rende è stato contattato dai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, e si è così espresso: "Voglio chiarire che il comunicato riguarda la scuola calcio e il settore giovanile, perché tutti gli sforzi adesso dobbiamo concentrarli nella prima squadra: abbiamo già prenotato i test sierologici e opzionato i tamponi, oltre poi ad aver sanificato le strutture, che saranno però utilizzate solo dalla nostra prima squadra".
Pronti quindi a tornare in campo?
"Assolutamente si, perché non si possono decidere a tavolino le sorti di 59 club. I contagi fortunatamente stanno diminuendo, i dati epidemiologici sono incoraggianti, e mancano così poche partite, 8 nel nostro caso, che non vedo motivi per non giocare. Non si può strappare una categoria che fa perdere uno status a chi, come noi, fa molti investimenti ed è in regola con tutto. C'è un chiaro comunicato, il 196, va rispettato. Io non ho necessità di fare la guerra a nessuno, ma me lo impongono".
In che senso?
"Qua di fatto sì stanno facendo le retrocessioni a tavolino, che di solito sono invece fatte per illeciti, per mancata presentazione della squadra o per mancato pagamenti degli stipendi. Nessuna situazione riguarda noi. Ma le scelte della Lega Pro non sono state inclusive, non favoriscono il calcio dei pulmini, quelli che facciamo noi, si va contro a tante cose dette finora. È una situazione straordinaria, avremmo nel caso potuto fare altro prima di proporre quando fu proposto".
Tipo?
"Anche accettare un anno, il prossimo, con sovrannummero, che non ci sarebbe stato comunque, ed eventualmente più retrocessioni: in momenti straordinari, si possono fare cose straordinarie. Io non mi sono iscritto a un torneo di burraco, ma a un campionato professionistico".
Pronti quindi a tornare in campo?
"Assolutamente si, perché non si possono decidere a tavolino le sorti di 59 club. I contagi fortunatamente stanno diminuendo, i dati epidemiologici sono incoraggianti, e mancano così poche partite, 8 nel nostro caso, che non vedo motivi per non giocare. Non si può strappare una categoria che fa perdere uno status a chi, come noi, fa molti investimenti ed è in regola con tutto. C'è un chiaro comunicato, il 196, va rispettato. Io non ho necessità di fare la guerra a nessuno, ma me lo impongono".
In che senso?
"Qua di fatto sì stanno facendo le retrocessioni a tavolino, che di solito sono invece fatte per illeciti, per mancata presentazione della squadra o per mancato pagamenti degli stipendi. Nessuna situazione riguarda noi. Ma le scelte della Lega Pro non sono state inclusive, non favoriscono il calcio dei pulmini, quelli che facciamo noi, si va contro a tante cose dette finora. È una situazione straordinaria, avremmo nel caso potuto fare altro prima di proporre quando fu proposto".
Tipo?
"Anche accettare un anno, il prossimo, con sovrannummero, che non ci sarebbe stato comunque, ed eventualmente più retrocessioni: in momenti straordinari, si possono fare cose straordinarie. Io non mi sono iscritto a un torneo di burraco, ma a un campionato professionistico".
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