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Playoff Serie C, la finalissima. Bari, alla scoperta di mister Vivarini
Un passato da attaccante, con la B toccata insieme al Crotone, e un B ora da riconquistare, seppur da allenatore: certo, una serie cadetta già assaporata anche dalla panchina, ma per Vincenzo Vivarini quella di stasera al "Mapei Stadium" non sarà una serata normale. Il suo Bari, secondo a quota 60 punti nel Girone C e club probabilmente più blasonato di tutta la terza serie, si gioca la finalissima playoff contro la Reggiana, in una gara senza più appelli: si deve solo vincere.
Non solo per riportare i galletti nelle alte categorie viste fino a due stagioni fa, in quel 2018 da incubo che segnò il fallimento e la ripartenza dalla Serie D, ma anche per sè stessi, per riprendersi quella serie che comunque Vivarini ha avuto modo di conoscere nel recente biennio: il 19 giugno 2017, infatti, fu chiamato a Empoli, con il club appena retrocesso dalla A, in sostituzione di Giovanni Martusciello, ma venne esonerato sei mesi dopo (il 17 dicembre) con la squadra comunque quarta in classifica. La successiva estate, era il 12 luglio 2018, approdò alla guida dell'Ascoli, centrando una salvezza tranquilla con un tredicesimo posto in cascina. Poi l'approdo a Bari, il 24 settembre 2019, quando è chiamato a rimpiazzare l'esonerato Giovanni Cornacchini: sulla panchina biancorossa è ancora imbattuta, e vanta 15 vittorie e 12 pari in 27 confronti disputati, con una media di 2,11 punti a match.
A ogni modo, la sua carriera di allenatore inizia molto prima, come vice allenatore di Giulianova e Pescara, poi come mister del Luco Canistro nei dilettanti. Sempre in D, allena la Renato Curi Angolana, poi nel 2009-2010 il salto nell'allora Lega Pro Seconda Divisione con il Chieti, portato alla vittoria del torneo. Passa poi un biennio all'Aprilia, ma la vera svolta arriva nel 2013, quando è chiamato dal Teramo: tre anni in crescendo, fino alla promozione in B, nell'anno 2015-2016. Lo scandalo del calcioscommesse, con l'inchiesta Dirty Soccer, annulla però la stessa.
Alle spalle l'infausta esperienza dell'anno 2016-2017 a Latina: ultimo posto, retrocessione e fallimento del club.
Ma adesso è un'altra storia, tutta ancora da scrivere.
Non solo per riportare i galletti nelle alte categorie viste fino a due stagioni fa, in quel 2018 da incubo che segnò il fallimento e la ripartenza dalla Serie D, ma anche per sè stessi, per riprendersi quella serie che comunque Vivarini ha avuto modo di conoscere nel recente biennio: il 19 giugno 2017, infatti, fu chiamato a Empoli, con il club appena retrocesso dalla A, in sostituzione di Giovanni Martusciello, ma venne esonerato sei mesi dopo (il 17 dicembre) con la squadra comunque quarta in classifica. La successiva estate, era il 12 luglio 2018, approdò alla guida dell'Ascoli, centrando una salvezza tranquilla con un tredicesimo posto in cascina. Poi l'approdo a Bari, il 24 settembre 2019, quando è chiamato a rimpiazzare l'esonerato Giovanni Cornacchini: sulla panchina biancorossa è ancora imbattuta, e vanta 15 vittorie e 12 pari in 27 confronti disputati, con una media di 2,11 punti a match.
A ogni modo, la sua carriera di allenatore inizia molto prima, come vice allenatore di Giulianova e Pescara, poi come mister del Luco Canistro nei dilettanti. Sempre in D, allena la Renato Curi Angolana, poi nel 2009-2010 il salto nell'allora Lega Pro Seconda Divisione con il Chieti, portato alla vittoria del torneo. Passa poi un biennio all'Aprilia, ma la vera svolta arriva nel 2013, quando è chiamato dal Teramo: tre anni in crescendo, fino alla promozione in B, nell'anno 2015-2016. Lo scandalo del calcioscommesse, con l'inchiesta Dirty Soccer, annulla però la stessa.
Alle spalle l'infausta esperienza dell'anno 2016-2017 a Latina: ultimo posto, retrocessione e fallimento del club.
Ma adesso è un'altra storia, tutta ancora da scrivere.
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