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L'Atalanta sorride comunque. La Dea ha i migliori incroci Champions tra le italiane
Pescare il Lipsia sarebbe stato meglio. Perché i tedeschi, peraltro senza Timo Werner, erano la preda più ghiotta tra quelle inserite nell'urna di Nyon. Ma, in un certo senso, l'Atalanta ha comunque la formazione della Red Bull sul suo cammino, anche se probabilmente non la incrocerà. E, pur non vivendo nel migliore dei tabelloni Champions possibili, poco ci manca per la Dea. Perché il Paris Saint-Germain è sì una grandissima del calcio mondiale, ricchissima di soldi e talento. Ma, in fin dei conti, era comunque una delle migliori avversarie da poter avere in sorte.
Tradizione, poca preparazione e due assenze. Partiamo dal dato storico: i francesi non arrivano in semifinale di Champions League dal lontanissimo 1995. Un'altra era geologica. E nelle ultime tre stagioni, per dirla tutta, non avevano neanche superato gli ottavi. Contro le italiane, poi, il PSG non ha mai vinto nella massima competizione europea, su sei confronti disputati. Infine, arriverà alla sfida con Gasperini e i suoi ragazzi terribili in sostanziale pre-campionato: Tuchel & Co giocheranno sì due finali (Coppa di Francia e Coppa di Lega), ma saranno in pieno calcio estivo. Mentre la Dea si preparerà al duello dopo le fatiche del campionato, ma con un rodaggio ben diverso. Senza dimenticare il fatto che il tecnico tedesco abbia perso due pedine: Cavani e Meunier, per quanto non indispensabili, non sono certo nomi di secondo piano.
Mbappé e Neymar? Guardate le alternative. Il francese e il brasiliano sono i due simboli di una super potenza, è chiaro. I loro nomi, accostati a quelli dei difensori nerazzurri, fanno tremare polsi e gambe. Non si tratta di sottovalutare il PSG: nessuno dice che sia un ostacolo facile, e nemmeno che l'Atalanta sia favorita. Per una formazione come quella orobica, che in gara secca può dare fastidio a tutti, però, un'avversaria cervellotica e insicura come quella del Parco dei Principi sembra comunque meglio di chi è abituato a macinare trionfi. E poi basterebbe guardare gli incroci di Juventus e Napoli: i bianconeri, se rimonteranno il Lione, se la vedranno con il Manchester City di Guardiola o con il Real Madrid di Zidane. Mentre gli azzurri dovranno fronteggiare, salvo clamorose sorprese, la corazzata Bayern Monaco, che in Europa è una certezza e dalla ripresa del calcio ha sempre e soltanto vinto.
Poi? Lipsia o Atletico Madrid. Atletico, non ci sono troppi dubbi. E anche qui, tutto sommato, poteva andare peggio. Perché le alternative restano sempre quelle qui sopra: è vero che i Colchoneros sono una bestia complicata da domare in Champions League. E che il calcio iper-agonistico di Simeone potrebbe far vacillare persino la macchina Atalanta. Ma pur sempre meglio di City, Real e forse anche della stessa Juventus. Basterebbe, in fin dei conti, fare il conto delle rispettive bacheche: da una parte del tabellone ci sono 26 Champions, dall'altro zero. Qualcosa vorrà pur dire.
Tradizione, poca preparazione e due assenze. Partiamo dal dato storico: i francesi non arrivano in semifinale di Champions League dal lontanissimo 1995. Un'altra era geologica. E nelle ultime tre stagioni, per dirla tutta, non avevano neanche superato gli ottavi. Contro le italiane, poi, il PSG non ha mai vinto nella massima competizione europea, su sei confronti disputati. Infine, arriverà alla sfida con Gasperini e i suoi ragazzi terribili in sostanziale pre-campionato: Tuchel & Co giocheranno sì due finali (Coppa di Francia e Coppa di Lega), ma saranno in pieno calcio estivo. Mentre la Dea si preparerà al duello dopo le fatiche del campionato, ma con un rodaggio ben diverso. Senza dimenticare il fatto che il tecnico tedesco abbia perso due pedine: Cavani e Meunier, per quanto non indispensabili, non sono certo nomi di secondo piano.
Mbappé e Neymar? Guardate le alternative. Il francese e il brasiliano sono i due simboli di una super potenza, è chiaro. I loro nomi, accostati a quelli dei difensori nerazzurri, fanno tremare polsi e gambe. Non si tratta di sottovalutare il PSG: nessuno dice che sia un ostacolo facile, e nemmeno che l'Atalanta sia favorita. Per una formazione come quella orobica, che in gara secca può dare fastidio a tutti, però, un'avversaria cervellotica e insicura come quella del Parco dei Principi sembra comunque meglio di chi è abituato a macinare trionfi. E poi basterebbe guardare gli incroci di Juventus e Napoli: i bianconeri, se rimonteranno il Lione, se la vedranno con il Manchester City di Guardiola o con il Real Madrid di Zidane. Mentre gli azzurri dovranno fronteggiare, salvo clamorose sorprese, la corazzata Bayern Monaco, che in Europa è una certezza e dalla ripresa del calcio ha sempre e soltanto vinto.
Poi? Lipsia o Atletico Madrid. Atletico, non ci sono troppi dubbi. E anche qui, tutto sommato, poteva andare peggio. Perché le alternative restano sempre quelle qui sopra: è vero che i Colchoneros sono una bestia complicata da domare in Champions League. E che il calcio iper-agonistico di Simeone potrebbe far vacillare persino la macchina Atalanta. Ma pur sempre meglio di City, Real e forse anche della stessa Juventus. Basterebbe, in fin dei conti, fare il conto delle rispettive bacheche: da una parte del tabellone ci sono 26 Champions, dall'altro zero. Qualcosa vorrà pur dire.
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