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L’equilibrio è la prossima sfida di Inzaghi. Ma per il momento all’Inter basta espugnare Kiev
“Avevo chiesto una squadra pronta a reagire e pronta a giocare bene a calcio. Due cose che ho visto e apprezzato nelle prime 6 partite della stagione”. Pensieri e musica di Simone Inzaghi dalla lontana Kiev ha sfruttato l’occasione della sfida con lo Shakhtar Donetsk per tirare un primo, parzialissimo, bilancio del suo lavoro all’Inter. Una squadra che è piaciuta al tecnico, importante sottolinearlo. Che probabilmente l’ha pure stupito, visto il poco tempo a disposizione per lavorare a rosa intera e le vicende estive che pure non volendo avranno scosso qualche animo. La sua Inter però c’è e le prime gare stagionali hanno certificato il concetto: la squadra pronta a reagire la si è vista più volte, non solo contro Fiorentina ed Atalanta. Pronta a giocare bene a calcio anche, sebbene il concetto si presti ad ovvie interpretazioni soggettive.
Clicca qui per tutte le parole di Inzaghi in conferenza stampa da Kiev
“Ora vorrei vedere più equilibrio, dobbiamo lavorare sul fare scelte meno difficili e meno rischiose che a volte ci espongono a dei pericoli”. Concetti di puro calcio, probabilmente neppure così immediati da capire. Ma il gioco offensivo e molto più incentrato sul possesso e sull’ampiezza rispetto al biennio passato sono evidenti. Fondamenti di pallone basati sugli sconquassi estivi di mercato, certo, ma anche e soprattutto sulle idee che Inzaghi è riuscito a trasmettere con insospettabile naturalezza ad una squadra già infarcita di dettami e concetti. Ora però serve l’equilibrio. Serve leggere meglio le fasi delle partite, i momenti in cui forzare e i momenti in cui gestire, facendo valere anche la consapevolezza mentale di essere campioni d’Italia. Equilibrio che probabilmente è la base che tutti gli allenatori vorrebbero ma che pochi trovano, almeno sul lungo periodo. Ma Inzaghi ci sta lavorando e buona parte del suo impegno sarà incentrata proprio su questi aspetti, magari dalle prossime settimane. Trovarlo subito, dalla notte alla mattina, sarebbe l’ideale. Intanto però la sua Inter potrebbe accontentarsi anche delle altre due caratteristiche (bel gioco e capacità di reazione), puntando ai 3 punti contro lo Shakhtar a prescindere da equilibrio e bilanciamento. Perché quella di oggi “non è ancora decisiva”, ma un successo di certo renderebbe più agevole il percorso Champions dei nerazzurri.
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“Ora vorrei vedere più equilibrio, dobbiamo lavorare sul fare scelte meno difficili e meno rischiose che a volte ci espongono a dei pericoli”. Concetti di puro calcio, probabilmente neppure così immediati da capire. Ma il gioco offensivo e molto più incentrato sul possesso e sull’ampiezza rispetto al biennio passato sono evidenti. Fondamenti di pallone basati sugli sconquassi estivi di mercato, certo, ma anche e soprattutto sulle idee che Inzaghi è riuscito a trasmettere con insospettabile naturalezza ad una squadra già infarcita di dettami e concetti. Ora però serve l’equilibrio. Serve leggere meglio le fasi delle partite, i momenti in cui forzare e i momenti in cui gestire, facendo valere anche la consapevolezza mentale di essere campioni d’Italia. Equilibrio che probabilmente è la base che tutti gli allenatori vorrebbero ma che pochi trovano, almeno sul lungo periodo. Ma Inzaghi ci sta lavorando e buona parte del suo impegno sarà incentrata proprio su questi aspetti, magari dalle prossime settimane. Trovarlo subito, dalla notte alla mattina, sarebbe l’ideale. Intanto però la sua Inter potrebbe accontentarsi anche delle altre due caratteristiche (bel gioco e capacità di reazione), puntando ai 3 punti contro lo Shakhtar a prescindere da equilibrio e bilanciamento. Perché quella di oggi “non è ancora decisiva”, ma un successo di certo renderebbe più agevole il percorso Champions dei nerazzurri.
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