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Atalanta, 30 e lode all'esame Juventus. E gli aggettivi per il Papu Gomez sono terminati
Era un esame che tutti aspettavano. Un test in chiave Champions League, per cercare di capire come prendere le misure ad un Paris Saint-Germain che sulla carta sembra inarrivabile. L'Atalanta vista in campo a Torino è stata da 30 e lode, quei voti che si danno solo all'università. La Dea ci è arrivata con la partita di Zagabria - parola del presidente Percassi - e da quel momento in poi ha costruito un curriculum di tutto rispetto, batoste e schiaffi compresi.
L'esame è stato superato e il voto massimo viene dato quasi di diritto, sia per la singola prova che per una stagione praticamente da incorniciare. Sul terreno dell'Allianz Stadium Gasperini ha raccolto i frutti di quattro anni di lavoro, ma due elementi segnano definitivamente la maturità di questa squadra. Il primo riguarda la consapevolezza di potersela giocare con chiunque, il secondo è tutto dedicato al Papu Gomez: 300 partite in serie A e 14 assist in stagione. Il vero allenatore in campo di una squadra che non smette più di stupire.
A testa alta - Il campo dice 2-2, la classifica un punto: ma è praticamente una mezza vittoria, come si sentiva dire spesso nell'era dei due punti. L'Atalanta ha giocato bene e non si è snaturata - conditio sine qua non per andare d'accordo con Gian Piero Gasperini - ed è riuscita a mettere alle corde una delle rose più ampie e con maggiori qualità individuali del nostro campionato. Una squadra bella da vedere e che sicuramente esce a testa alta da uno scontro che può dare un ulteriore sprint nelle ultime sei gare del campionato.
Papu, che Diez! - Giravolte, finte e controfinte. Sterzate, lanci e giocate di qualità. Ieri il Papu Gomez ha messo in mostra tutto il repertorio, nell'ultimo anno l'argentino ha subito una crescita esponenziale: il Gasp ha saputo pizzicato le corde giuste, esaltandone tutte le peculiarità. Basta distrarsi un secondo ed è possibile vederlo sulla propria trequarti a ripiegare, a volte anche in scivolata. Crea, inventa e ci mette anche la gamba: un Diez da applausi, di come se ne vedono pochi ultimamente. Se leggete la definizione di tuttocampista, a margine troverete anche il suo nome. Senza dimenticare le 300 partite in serie A: esperienza e qualità, tutto a disposizione di una Dea che continua ad interpretare un gran calcio. E poi domani sera c'è un derby da giocare, un'ulteriore carica emozionale che difficilmente frenerà una macchina quasi perfetta.
L'esame è stato superato e il voto massimo viene dato quasi di diritto, sia per la singola prova che per una stagione praticamente da incorniciare. Sul terreno dell'Allianz Stadium Gasperini ha raccolto i frutti di quattro anni di lavoro, ma due elementi segnano definitivamente la maturità di questa squadra. Il primo riguarda la consapevolezza di potersela giocare con chiunque, il secondo è tutto dedicato al Papu Gomez: 300 partite in serie A e 14 assist in stagione. Il vero allenatore in campo di una squadra che non smette più di stupire.
A testa alta - Il campo dice 2-2, la classifica un punto: ma è praticamente una mezza vittoria, come si sentiva dire spesso nell'era dei due punti. L'Atalanta ha giocato bene e non si è snaturata - conditio sine qua non per andare d'accordo con Gian Piero Gasperini - ed è riuscita a mettere alle corde una delle rose più ampie e con maggiori qualità individuali del nostro campionato. Una squadra bella da vedere e che sicuramente esce a testa alta da uno scontro che può dare un ulteriore sprint nelle ultime sei gare del campionato.
Papu, che Diez! - Giravolte, finte e controfinte. Sterzate, lanci e giocate di qualità. Ieri il Papu Gomez ha messo in mostra tutto il repertorio, nell'ultimo anno l'argentino ha subito una crescita esponenziale: il Gasp ha saputo pizzicato le corde giuste, esaltandone tutte le peculiarità. Basta distrarsi un secondo ed è possibile vederlo sulla propria trequarti a ripiegare, a volte anche in scivolata. Crea, inventa e ci mette anche la gamba: un Diez da applausi, di come se ne vedono pochi ultimamente. Se leggete la definizione di tuttocampista, a margine troverete anche il suo nome. Senza dimenticare le 300 partite in serie A: esperienza e qualità, tutto a disposizione di una Dea che continua ad interpretare un gran calcio. E poi domani sera c'è un derby da giocare, un'ulteriore carica emozionale che difficilmente frenerà una macchina quasi perfetta.
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