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5 letterine di Babbo Natale, perse in giro per il mondo. Le verità, in poche righe, di Gattuso, Spalletti, Tavecchio, Sebastiani e Tommasi

5 letterine di Babbo Natale, perse in giro per il mondo. Le verità, in poche righe, di Gattuso, Spalletti, Tavecchio, Sebastiani e TommasiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 25 dicembre 2017, 11:142017
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

5,4,3,2,1,...0!!! Auguri. E' mezzanotte. Baci, abbracci, sms come se piovessero, telefonate ad amici e parenti, messaggini stupidi preimpostati come fosse una bolletta da pagare alla posta. E' Natale. Buon Natale a tutti. Oggi e domani siamo tutti più buoni. Per 48 ore ci auguriamo salute, prosperità, fortuna, soldi e gioie. Tra due giorni, e per i prossimi 363, ci vogliamo vedere morti, falliti e senza soldi. Il Natale ha questo potere. Peccato duri così poco. Chi sta leggendo l'editoriale di Tuttomercatoweb, a quest'ora, appena pubblicato alle 24.00 significa che del cenone non ne poteva più e che i parenti gli stanno bellamente sulle balle. Meglio appartarsi con il telefono e andare sulla app di TMW che viene aggiornata anche a Natale, anche di notte.
Babbo Natale è arrivato? Mi auguro che vi abbia riempito di cose buone e belle. Babbo Natale, però, si è perso 5 letterine che erano state spedite ma non sono mai arrivate. Colpa del postino, oppure, colpa di Babbo Natale che non ha voluto aprire letterine così cattive. Sapete, allora, cosa vi dico? Le abbiamo intercettate noi e ve le sveliamo in anteprima ed esclusiva. Nel sacco c'era, per prima, la lettera di Gennaro Gattuso. Babbo Natale si è fermato a Gallarate ma non è passato per la pescheria di Rino. Forse perché ha cambiato indirizzo.

Caro Babbo Natale,
volevo innanzitutto ringraziarti per questo 2017, soprattutto nel finale, che mi ha regalato un sogno. Così giovane allenare la squadra che amo e che mi ha cambiato la vita. Ho studiato e sgobbato per arrivare ad allenare il Milan, anche se molti miei colleghi sostengono che forse non è stata sufficiente la gavetta fatta da Sion a Palermo, da Pisa alla Primavera del Milan. Non ho mai gufato Vincenzo. Non ho mai sperato che andasse male ma, quando questa estate, ho visto che il mio corregionale Mirabelli prendeva in mano le redini del Milan e mi ha offerto la panchina della Primavera qualche calcolo, in testa, me lo sono fatto anche io. Non credevo di arrivare così presto ad allenare il Milan ma il sogno che si è avverato non vorrei che diventasse un incubo. Caro Babbo Natale, mercoledì ho il derby di Coppa e dimmi tu, in caso di eliminazione, cosa dovrò fare. Non mi dimetterò mai perché nella mia vita non mi sono arreso davanti a niente e nessuno. Ricordi il problema che ebbi all'occhio, con viaggi infiniti al mattino per Bologna e la sera dovevo tornare a casa? Bene, tornai in campo perché non poteva essere quel gioco del destino a decidere quando smettere per conto mio. Ho sempre sognato di fare l'allenatore del Milan ma, sinceramente, non saprei come uscire da questa situazione. Dovrei dire la verità. Tu cosa mi consigli? Dovrei dire che Montella ha cannato tutta la preparazione atletica e dovrei spiegare che ho trovato una squadra che non si regge in piedi ma, capisci, non posso farlo perché eticamente non è corretto nei confronti del collega. Potrei spiegare a tifosi e stampa che stiamo rifacendo, in corsa, tutta la preparazione ma nessuno capirebbe perché i risultati fanno schifo. La sfiga mi ha fatto segnare il portiere del Benevento che l'unico punto che ha l'ha fatto contro di me. A Verona, con una squadra di scappati di casa e con Pecchia in panchina, ho preso 3 pappine. Ho perso pure in casa con l'Atalanta. E la gente non mi crede se spiego che questa squadra è morta. Allora vado in sala stampa e mi prendo tutte le colpe perché come faccio a dire che questa squadra non ha le palle? Dico, al massimo, che non ha veleno. Dovrei spiegare che Bonucci è un problema, Donnarumma ha la testa a casa di Mino o al bancomat e dovrei anche dire perché non faccio giocare Suso e Biglia. Sai, cosa ti dico Babbo Natale? Dovevo restare in Primavera, dove i ragazzi mi seguivano e stavamo crescendo tantissimo. Ho calato il jolly nel momento sbagliato ma proverò ad andare fino in fondo.
Grazie per il tuo tempo,
Rino.

Caro Babbo Natale,
io non so se porti sfiga oppure porti tante verità ma sta di fatto che appena abbiamo iniziato a vederti in giro non ne abbiamo più vinta mezza. Il pareggio con la Juventus era una mezza vittoria ma le sconfitte con Udinese e Sassuolo hanno fatto uscire dal tuo sacco tante verità. Vorrei dire molte cose ma appena ho provato a dirle mi hanno chiesto di dire il contrario del mio pensiero in conferenza stampa. A te, però, posso dirlo. Quando accettai di allenare l'Inter, Walter mi promise 4 acquisti da grande società. Avevamo fatto nomi importanti e quell'elenco è ancora nelle mani di Suning. Mi avevano promesso calciatori europei di prima fascia, invece, sono arrivati giovani di belle speranze o qualche riciclo della serie A. Cosa posso fare di più? Mi hanno chiesto la Champions e, quasi quasi, ho fatto sognare lo scudetto per tre mesi ad una tifoseria che era ormai morta. Io ho provato a nascondere la polvere sotto il tappeto ma quei deficienti di Oddo e Iachini l'hanno tolto e la polvere si è sparsa per tutta la casa. Posso, secondo te, giocare a sinistra con Santon? Posso far fare un solo minuto a Dalbert e Cancelo? Ma chi mi hanno preso... Ho portato la barca in porto, con la speranza di due acquisti a gennaio. Siamo arrivati a gennaio e la società si tira indietro, io non posso fare miracoli in eterno. Questa squadra ha bisogno di due esterni, di un centrocampista e di un vice Icardi. Se non mi arriveranno saranno guai. Se puoi, caro Babbo Natale, traduci questa frase dal toscano al cinese: con questa squadra dobbiamo pregare il Signore di arrivare tra le prime 4 e se inizia a correre la Lazio saranno guai seri. Io vi ho avvisato, sappiate che senza rinforzi ogni sforzo rischierà di essere vano.
Buon Natale,
Luciano.

Caro Babbo Natale,
in questo 2017 sono stato un vero fesso. Dopo aver vinto, per la seconda volta, la tornata elettorale per Presidente Federale ho commesso errori che mai avevo commesso prima. Sì, proprio io che in tanti anni avevo fatto tutti fessi ci sono cascato. Non so cosa dirti. Per Natale non ti chiedo nulla. Anzi, una cosa vorrei chiedertela: tanta salute per avere vita lunga e vedere le sconfitte professionali di quegli infami che mi hanno fatto cadere nel tranello dell'Assemblea anticipata. Ho pagato per tutti. Perché l'Italia, la prossima estate, non andrà in Russia ma a Formentera. Che colpa ne ho io? Io avevo preso Lippi che, poi, in Federazione mi hanno fatto saltare perché il figlio fa il Procuratore. Io questa regola neanche la conoscevo. Io avevo preso Lippi che poi doveva guidare un allenatore qualsiasi a fare il Commissario Tecnico. Prese Ventura perché lo ascoltava. Mi hanno fatto cadere Lippi dall'incarico che gli avevo affidato e mi sono ritrovato con questo Ventura che non capiva nulla. Persi i Mondiali, stampa e opinione pubblica hanno voluto che mi dimettessi. Ma sono un coglione. Non dovevo dimettermi. In Italia non si dimette nessuno. Avrei dovuto aspettare sulla riva del fiume che passasse il cadavere, il mio, per poi tornare a governare. Con il tempo si dimentica tutto. Anche il flop mondiale. Invece ho convocato una assemblea urgente perché Gravina mi ha fatto credere di appoggiarmi, poi, dopo convocata è scomparso e ho avuto tutti contro. Ma come ho fatto senza capire che con l'assenza dei Presidenti delle Leghe di A e B non avrei mai vinto. Caro Babbo Natale, se puoi per il 2018 vorrei la Presidenza della Lega di serie A e tornare, almeno, nel consiglio federale. Ti prometto che non commetterò più gli errori da dilettante commessi nel 2017, anche se sono stato il numero 1 dei Dilettanti per 25 anni...
Ti aspetto, quanto prima, a Ponte Lambro. Porto io il grappino.
Tuo Carlo.

Caro Babbo Natale,
da te vorrei solo un grande regalo. Portati via quel rimbecillito di Zeman. Credevo che potesse essere la nostra medicina, invece, è stato il male più grande. Solo oggi ho capito che quella bellissima promozione in serie A non era merito suo ma della sua fortuna che, in quell'anno, si trovò in squadra Verratti, Immobile e Insigne. Zeman lo avrei dovuto cacciare da, almeno, due mesi. Per i risultati che sta ottenendo e per le porcate che dice in conferenza stampa. Io con Sebastiani mi trovo bene a tavola ma non ci troviamo sul calcio. Ma cosa dice questo? Chi crede di essere? Forse non ha capito che lo pago tutti i mesi e dovrebbe pensare prima di parlare. Cosa mi consigli di fare? Dovrei sbatterlo fuori perché lui non si dimette. E' uno che pensa solo ai soldi, figurati se mi lascia gli stipendi a Pescara. Con un calcio lo spedirei sulla Collina Fleming di Roma dove ha casa. Se lo mando via mi tocca pagare lui, lo staff e un altro allenatore. Ormai la stagione è compromessa. Regalami, almeno, una salvezza tranquilla in questo 2018. E basta farmi bruciare le macchine sotto casa... Non chiedo molto.
Con gratitudine
Daniele

Caro Babbo Natale,
ho un sogno nel cassetto: diventare il Numero 1 della Federazione Italiana Gioco Calcio. Quando giocavo alla Roma, quel pazzo di Carlo Zampa mi chiamava l'anima candida della Roma. Bene, di candido la mia anima non ha più nulla. Ti chiedo di far sì che nessuno indaghi sul fondo pensionistico dell'Associazione Italiana Calciatori, altrimenti quei 4 fessi dei calciatori che non capiscono nulla potrebbero farsi qualche domanda. Fai in modo che i calciatori continuino a puzzarsi di fame, tranne i campioni che guadagnano una barca di soldi, e fai in modo che le mie alleanze vadano in porto. Di Sibilia penso che non si capisce nulla quando parla e di Gravina che è succube di Abete. Ma con qualcuno mi dovrò alleare, altrimenti, perderò la terza elezione consecutiva in FIGC. Ho già perso appoggiando Albertini ed Abodi. Adesso ho bisogno di te per candidarmi e diventare il Numero 1 assoluto. Parlo bene, mi presento non benissimo. Giuro che se vinco mi taglio i capelli e mi sistemo anche sotto l'aspetto dell'immagine. In AIC ho dato un calcio nel sedere, dopo una vita, all'Avvocato Campana. Adesso ho mandato a casa Tavecchio. Resta quello spilorcio di Carraro da mandare via ma Roma la comanda lui e ho bisogno del tuo appoggio nel 2018 per realizzare i miei sogni.
Grazie di tutto e grazie per aver letto la mia letterina.
Damiano, anima candida del calcio italiano.