Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Allegri furioso, ecco perché. Il record dei 31 gol segnati e una difesa che balla. Occhi su Andrè Gomes del Barca e Ghoulam. Inter, Ramires arriva. Milan, Jankto a gennaio. Torino, c’è Mazzarri

Allegri furioso, ecco perché. Il record dei 31 gol segnati e una difesa che balla. Occhi su Andrè Gomes del Barca e Ghoulam. Inter, Ramires arriva. Milan, Jankto a gennaio. Torino, c’è MazzarriTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 27 ottobre 2017, 00:002017
di Enzo Bucchioni

Se alle Olimpiadi ci fosse il lancio del cappotto, di sicuro Allegri sarebbe tra i favoriti per la medaglia d’oro. Ormai è uno specialista assoluto. Detto fra noi, simpaticamente, ho l’impressione che un po’ ci marci, in fondo fa scena e in questa società della comunicazione meglio un cappotto lanciato di tante parole dette. Che sia incavolato, però, nessun dubbio.

Il problema è un altro, ha torto o ha ragione a prendersela con i suoi giocatori che durante la partita perdono equilibrio e subiscono troppo?

In teoria ha ragione, la Juventus ha già incassato dieci gol (una media di uno a partita), l’esatta metà di quelli presi dalla Roma che in difesa certamente non ha giocatori più forti di quelli della Signora. E allora?

Siccome la difesa comincia dall’attacco, evidentemente c’è qualcuno che non ha voglia di sudare per fare pressing, rincorrere la palla e gli avversari. E qui sta il nocciolo della questione, sottolineato anche ieri da Barzagli, uno che di difesa se ne intende.

Dunque, non tutti difendono?

Sicuro, ma non è che Allegri pretenda un po’ troppo dalla sua squadra che in due anni ha cambiato pelle, giocatori e modo di giocare? L’impressione è proprio questa, sembra quasi che Allegri stia cercando di far quadrare il cerchio. Oltre alle dieci reti subite (oggettivamente troppe, il Napoli è a sette) bisogna dare un occhio anche a quelle segnate e allora ecco un numero mostruoso: la Juventus ha fatto 31 gol in dieci giornate, una media di tre e rotti a partita, un record storico per i bianconeri.

Qui il discorso comincia a tornare. Allegri non può pretendere di mettere in campo quattro attaccanti (Higuain, Dybala, Douglas Costa e Bernardeschi) con due centrocampisti soli (Khedira e il giovane Bentancur) e avere contemporaneamente un grande equilibrio. Si può ottenere, è vero, ma la dedizione degli attaccanti deve essere massima, totale, e non è facile cambiare mentalità in poco tempo a gente come Douglas Costa (esempio) che non ha mai difeso, un gesto lontano dalla sua cultura. Due centrocampisti, è evidente, sono pochi anche per la Juve e un conto è schierare davanti Mandzukic che per cultura lavora per tre o Cuadrado che in carriera ha fatto anche il terzino, un altro è mettere attaccanti-attaccanti come quelli dell’altra. Anche il Napoli (esempio) che gioca un calcio-spettacolo, votato all’attacco, ha tre centrocampisti e gli esterni d’attacco (soprattutto Callejon, ma anche Insigne) fanno una straordinaria fase difensiva. Insomma, ho l’impressione che Allegri sappia bene i rischi che corre, ha deciso di cambiare la Juve e di trasformarla, ma faccia quello che fa per ottenere di più dai giocatori. Non siamo al , ma anche la campagna acquisti è stata un chiaro segnale: punte e mezze punte a go-go, difensori un optional. Insomma, non si può pretendere di segnare tantissimo e subire pochissimo. E poi ci sono partite e partite. Contro la Spal va tutto bene, sono sicuro che domani sera torneranno Mandzukic e Cuadrado e se dovesse recuperare Matuidi, non sarei meravigliato se Allegri giocasse a tre in mezzo (Pjanic, Khedira, Matuidi) con Mandzukic e Dybala dietro Higuain. Un modo per tirare meno cappotti per l’aria e cercare di ottenere la superiorità numerica in mezzo al campo contro il Milan, partita complicatissima per i problemi dei rossoneri che non si vogliono certo fermare al Chievo.

Ma oltre al presente, Juve e Milan guardano anche al futuro. I bianconeri hanno sempre un occhio molto attento agli scontenti e agli svincolati. Fra questi ultimi, nel mirino c’è da tempo Ghoulam del Napoli. L’esterno sinistro di Sarri è in scadenza, un rinnovo che sembrava fatto si sta complicando e alla finestra ci sarebbero la Juventus, appunto, e un paio di squadre inglesi non da poco come Chelsea e Liverpool. Fra gli scontenti, i bianconeri sono in contatto con l’entourage del portoghese Andrè Gomes che al Barcellona ha trovato poco spazio e Valverde ha messo nella lista dei partenti di gennaio per arrivare a Coutinho. Il portoghese, 24 anni, è stato pagato 30 milioni, ora ne vale 25, la Juve spera di spendere molto meno.

Il Milan, invece, ha un obiettivo più abbordabile e anche se l’Udinese si fa pagare bene i suoi giocatori, non dovrebbe essere un problema arrivare a Jankto, 21 anni. I friulani lo valutano più di dieci milioni. Jankto potrebbe essere una alternativa a Kessie che oggi non c’è nella rosa di Montella.

Dall’Inter, invece, arrivano conferme sempre più importanti sull’arrivo di Ramires già a novembre, dal Jiangsu Suning. Il centrocampista avrebbe così modo di allenarsi e capire il calcio dell’Inter, in attesa del mercato di gennaio. Un affare in famiglia, low cost, in attesa di capire se Sabatini ha qualche altro colpo in canna.

Per le panchine, almeno per ora, Montella e Del Neri respirano. Condanna pressochè definitiva, invece, per Mihajlovic dopo la disastrosa gara di Firenze. Non è stato esonerato subito perché Cairo ancora lo regge, ma è questione di poco. La sensazione è che la squadra non segua più l’allenatore. Prima della sosta di novembre, domenica c’è il Cagliari, poi l’Inter. Soltanto due gare-monstre potrebbero salvare Sinisa. Quasi impossibile. Piace Mazzarri che è pronto per un progetto chiaro, serio e ambizioso come quello del Toro e Belotti o non Belotti, gioca un calcio più equilibrato.