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Ciclo Juve, D-Day a Napoli. Tutto inizia li, anche in Europa

Ciclo Juve, D-Day a Napoli. Tutto inizia li, anche in EuropaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 10 maggio 2018, 08:212018
di Luca Marchetti

La Juve mette il sigillo anche sulla coppa, aspetta soltanto di poter festeggiare il settimo scudetto. E chiude nel migliore dei modi una delle stagioni più difficili, grazie alla grande annata del Napoli che l’ha “costretta” a correre più del dovuto. Chiude probabilmente anche un ciclo, indipendentemente dal futuro di Allegri. E questo sarà l’argomento centraledi discussione fra lui, Marotta e Agnelli. Quali saranno le intenzioni della Juve? Per adempiere al motto “vincere è l’unica cosa che conta”, cosa verrà messo a disposizione della squadra e della società. Vincere non è mai banale, entrare nella storia è straordinario. Richiede non solo qualità ma un grande impegno mentale (oltre che tecnico, fisico e tattico). Un cambiamento nello spogliatoio sarà necessario: Buffon non ci sarà più, Lichtsteiner (Borussia Dortumund o Monaco) e Asamoah (Inter) neanche. C’è da capire il futuro di Mandzukic e quello di Marchisio. Senza dimenticare che qualcuno potrà essere attratto dai gioielli bianconeri. La Juve ha già le mani su molti giocatori (Spinazzola, Caldara, Eme Can per citarne alcuni), piacciono molti altri (in primis Darmian ultimo in ordine di “arrivo” Bonaventura) ma ci vorrà un po’ più di tempo per ricostruire un gruppo vincente. Allegri lo sa fare, ma sa anche quali sono gli snodi. E continuare a vincere non sarà scontato. Senza dimenticare che lo stesso Allegri per tutto quello che ha fatto non può che essere uno dei pezzi più ambiti in Europa. Ora si parla di Arsenal, in Inghilterra dicono sia il profilo perfetto (insieme a Luis Enrique). Dipenderà anche da quello che vorrà fare la Juventus, insieme a lui. In linea di massima non può esserci situazione migliore per i bianconeri e difficilmente si può trovare una società più strutturata della Juve. Ma il calcio è anche opportunità e stimoli.
Il destino potrebbe far anche incrociare di nuovo Allegri e Sarri. Sicuramente in serie A (ad oggi soluzione più probabile) ma chissà che per un allineamento di congiunture non si verifichi in Inghilterra.

Perché se Allegri è accostato alla panchina dell’Arsenal, Sarri è nelle mire del Chelsea. Il primo problema è paradossalmente Conte (che non ha intenzione di andare via da Londra se prima non trova una sistemazione di suo gradimento), ma la cosa più importante potrebbe accadere fra poche ore: ovvero il fatidico incontro fra Sarri e De Laurentiis. La clausola tra poco scade e De Laurentiis la sua offerta l’ha fatta con un fisso che supera (di poco) i 3 milioni di euro più un milione circa di bonus in caso di qualificazione in Champions League. L’offerta difficilmente è migliorabile e De Laurentiis, giustamente, vuole capire le intenzioni di Sarri, il quale, altrettanto legittimamente, vuole capire dal suo presidente che tipo di intenzioni ha riguardo la prossima stagione. Anche se a Napoli molti dovessero andarsene nessuno vieta di costruire comunque una squadra competitiva, mantenendo alta la qualità. Ecco perché è importante l’incontro. Di fronte a un progetto interessante (da valutare anche la “voglia” di Sarri di rimettersi in gioco) l’accordo ci sarà. Altrimenti ognuno per la sua strada con De Laurentiis che continuerà nel suo progetto di crescita e la sensazione è che se Sarri non dovesse rimanere il presidente voglia mantenere comunque alto il livello di esperienza in panchina.
A proposito di esperienza: l’Inter (che dovrebbe prolungare con Spalletti) ne ha fatto tesoro e per il prossimo anno vorebbe riportare in nerazzurro Kovacic, ma il Real Madrid non ha intenzione di privarsene, ma con i procuratori di Kovacic ha parlato anche di Benkovic, difensore della Dinamo Zagabria che i nerazzurri seguono da tempo. E anche a Roma potrebbe esserci un ritorno ma nei quadri dirigenziali: pronto un posto per Ricky Massara anche nello staff di Monchi che lo avrebbe voluto, anzi ri-voluto, con grande forza.
La chiusura la dedichiamo al Milan. La grande delusione per la finale persa amaramente ora porta a pensieri foschi anche per il futuro. È chiaro che ora è necessario per tutti arrivare alla qualificazione in Europa League, senza preliminari (quindi sesti in campionato), ma la partita di Donnarumma per esempio di stasera non ha certo aiutato il portierone rossonero nel tenere alta la valutazione. Il Milan oltre al discorso Elliot dovrà tirare le somme e capire come continuare la crescita. Dopo la campagna acquisti estiva le premesse erano altre, ma il finale di stagione e l’arrivo di Gattuso avevano fatto cambiare le sensazioni. La coppa Italia avrebbe aiutato molto, soprattutto a livello di prestigio e di percezione. Non averla vinta non significa fallimento. Bisogna solo non mollare in campionato. Che sarebbe stato facile non l’aveva detto nessuno, soprattutto dopo i primi mesi. Ma rimanere senza Europa, quello sì, che sarebbe un grave danno...