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Conte, Chelsea-Juve come Nazionale-Juve. Brozovic-Inter, cessione inevitabile. Italia sveglia, la Spagna arranca. Milan cinese, nonostante Tavecchio e i negazionisti

Conte, Chelsea-Juve come Nazionale-Juve. Brozovic-Inter, cessione inevitabile. Italia sveglia, la Spagna arranca. Milan cinese, nonostante Tavecchio e i negazionistiTUTTO mercato WEB
sabato 13 agosto 2016, 00:002016
di Mauro Suma

Non appena si è diffusa la voce di Leonardo Bonucci concupito dal Chelsea, è partito il fuoco di sbarramento bianconero. Grande campagna acquisti per non aver nulla da invidiare ai Blues, probabilissimo adeguamento contrattuale al giocatore per non perdere un'anima della squadra. Antonio Conte ha appena ricambiato: la Juventus rinforza Raiola e lo United con l'operazione Pogba e, percepiti i problemi per arrivare a Matuidi e i sogni madridisti di Sissoko, scattano gli abboccamenti con Nemanja Matic, centrocampista proprio del Chelsea. Immediato il colloquio fra il nuovo inquilino di Stamford Bridge e il giocatore: anche se c'è Kante punto su dite, non accettare, resta qui. Detto, fatto. Più o meno lo stesso clima che esisteva fra bianconeri e Nazionale sul tema degli stage, o sulla convocazione di Bonucci pre-Europei vista la sua squalifica in Coppa Italia.

Marcelo Brozovic è arrivato all'Inter, dalla Dinamo Zagabria (vera e propria fucina di talenti visti anche Rog e Pjaca, complimenti) nel Gennaio 2015. Un'era diversa rispetto a quella di Suning e di Kia. All'epoca si prendevano i giocatori per averli un certo periodo gratis, cercare di valorizzarli e quindi venderli alla prima occasione. La prima rata di Brozovic è in scadenza, essendo stata prevista a suo tempo un anno e mezzo dopo il suo acquisto. Ecco il motivo dell'apertura nerazzurra alla sua cessione, dopo il peraltro ottimo colpo di Joao Mario. L'Inter risparmia la prima rata, cede il giocatore, fa una bella plusvalenza e rimborsa per intero gli 8 milioni pattuiti un anno e mezzo prima con la Dinamo Zagabria. Metodo moderno, magari non si conferisce una grande stabilità alla squadra ma la necessità virtù regna sovrana.

Il calcio italiano deve svegliarsi e reagire. Nessuno sintetizza e nessuno declina, ma la Spagna è in crisi. Il Real Madrid non ha fatto acquisti eccetto Morata e ha dovuto solo pensare alle cessioni, sia quelle fatte (Jesè) che quelle sognate e invocate: James Rodriguez, Isco e forse Kovacic se Zidane toglie la pregiudiziale tecnica. il Barcellona di grosso ha fatto una sola operazione, Andrè Gomes, sul mercato interno e se punta Dybala in questo momento non c'è molto da preoccuparsi. L'Atletico Madrid e il Siviglia hanno fatto sostanzialmente, con una cifra non esorbitante a favore dei colchoneros, lo scambio Gameiro-Vietto. Il Bayern e il PSG restano due potenze anche se non hanno fatto i fuochi d'artificio delle due di Manchester, mentre la Spagna rimane sostanzialmente a guardare. Con Florentino Perez che riguardo al mercato, lui abituato a presentarsi, pagare e prendere, è costretto a dire: "Vediamo se capita qualche occasione entro il 31 Agosto". L'Italia deve cogliere la palla al balzo e sorprendere gli spagnoli in stallo, sia in campo che fuori.

Non fidarsi dei comunicati stampa e voler fare come San Tommaso, fa bene al mestiere e alla categoria. Nessuna polemica e nessun rilievo. Ma il negazionismo strisciante, alla Tavecchio (elogiato da chi lo derideva per la frase sulle "cose strane") viene tritato un giorno dopo l'altro da fatti, annunci, movimenti, riposizionamenti. Il Milan è stato venduto e verrà rilanciato. E' bene iniziare a familiarizzare con questo concetto: Mr. Bee non fa testo e non fa giurisprudenza, è stata solo una operazione mediatica. Servita a tutti ma proprio a tutti? Forse, non facciamo le verginelle. Ma è finita, sorpassata, tumulata. Oggi c'è ben altro e succederà ben altro. Che poi le stesse cose, non nascondetevi, che si sussurravano sui campi, negli uffici, sulle tribune e nei vari dietro le quinte all'epoca della cessione da Moratti a Thohir, ossia i capitali esteri che rientrano, oggi sul conto del Milan e di Berlusconi vengono invece scritte ed esplicitate, lo vediamo bene. Ma fa parte di quel pregiudizio umano, sportivo e politico per cui su Moratti il quoziente dello scetticismo viene storicamente arrotondato per difetto, un po' come per De Benedetti in altri campi, e invece su Berlusconi per eccesso. E' tutto qui.