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Dybala e uno status che non gli appartiene. Milan, così perdi il tuo più grande patrimonio. Chi bluffa nell'affare Lautaro?

Dybala e uno status che non gli appartiene. Milan, così perdi il tuo più grande patrimonio. Chi bluffa nell'affare Lautaro? TUTTO mercato WEB
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domenica 14 giugno 2020, 07:37Editoriale
di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012

Il pallone è tornato a rotolare anche in Italia. Siamo ripartiti dalla Coppa Italia, ma è sinceramente complicato dare dei giudizi di merito su queste prime apparizioni. E' un calcio diverso, cambiato anche nelle regole, che necessita di tempo anche se siamo nella fase decisiva della stagione. I giocatori devo ritrovarsi dopo i tre mesi più anomali della loro carriera e noi non possiamo non tenerne conto.
E' più appassionante il mercato, perché per le grandi trattative si entra nel vivo già adesso. Sarà un'estate di affari più o meno sottaciuti, nonostante un inizio ufficiale fissato per il 1° settembre. Se a luglio riparte il calciomercato in Francia e in Germania, inevitabilmente riparte anche da noi. Anche se da noi, nel frattempo, si decide anche la stagione.

Paulo Dybala per il rinnovo del contratto ha chiesto 15 milioni di euro. Vorrebbe dire, diventare il secondo giocatore più pagato della Serie A dopo Cristiano Ronaldo. Vorrebbe dire, entrare nella top ten (al decimo posto) dei calciatori più pagati al mondo.
La richiesta, anche simbolicamente, non è banale. Perché la Joya che a 26 anni è alla ricerca del contratto della vita pensa di poter diventare a tutti gli effetti l'erede in bianconero di CR7 quando il portoghese - probabilmente nell'estate 2021 - andrà via. L'erede in campo, l'erede mediatico. Sicuramente affiancato in attacco da un altro top player, ma con lo status di prima stella sancito anche da un contratto che parlerà chiaro.
La Juventus in questo momento ha solo accennato il discorso col suo entourage, ma la riflessione non è di quelle semplici: le sue qualità tecniche sono sotto gli occhi di tutti, però non sbaglia chi pensa che la sua crescita si sia fermata alla splendida doppietta contro il Barcellona datata 11 aprile 2017. Ha sofferto l'ultima stagione con Allegri, ma in fondo anche con Sarri non è arrivata la svolta che tutti si auguravano.
Nell'ultimo anno e mezzo Dybala ha realizzato 23 gol. Jadon Sancho - un'ala che vive per gli assist quanto per i gol - ne ha realizzati dieci in più, Mbappé (che ha 5 anni in meno, un Mondiale in bacheca e 15 milioni di ero li guadagna) ne ha segnati 69. Haaland da inizio stagione è a 42. Ha numeri migliori negli ultimi 18 mesi anche João Felix, nonostante il passaggio all'Atletico si sia rivelato fin qui parecchio complicato.
Il paragone è volutamente con i migliori giocatori delle generazione successiva a quella di Paulo Dybala. Non con Neymar o Sterling, Hazard o Salah (anche qui, confronto spesso impietoso) perché è a quella generazione che la Juventus guarderà per individuare la sua nuova stella quando Ronaldo andrà via. E quei giocatori, che rappresentano l'élite del calcio dopo un ventennio dominato da Messi e Cristiano Ronaldo, già oggi danno molte più certezze di Dybala, che appartiene alla categoria degli ottimi giocatori. Non dei campioni.

Riflessioni più incerte, vaghe e preoccupanti quelli che serpeggiano in Casa Milan. Sarà l'estate dell'ennesima rivoluzione e l'idea di portare a Milanello Ralf Rangnick, la sua idea di calcio e soprattutto la sua idea di squadra non dispiace ai tifosi del Milan. Il punto però è e sarà sempre lo stesso: credere nel progetto, dargli tempo. E non cambiare tutto al primo errore per poi ripartire di nuovo da zero nel 2021. Perché un anno fa non dispiaceva nemmeno l'idea di affidare il Milan a Boban e Maldini, anzi. Ma sono stati esautorati pochi mesi dopo esser stati annunciati in pompa magna ed è impossibile dare un giudizio esaustivo al loro lavoro. Con l'unico risultato che il Milan ha perso un altro anno.
Tramite Geoffrey Moncada, che rappresenterà il trait d'union tra l'attuale dirigenza e quella che verrà, il club sta cominciando a sondare il mercato: serviranno soprattutto un difensore centrale titolare e l'erede di Zlatan Ibrahimovic, che saluterà a fine campionato. Ma Moncada in questo momento è Ministro senza portafoglio: riceve l'ok quando c'è da ingaggiare un giovane svincolato come Kalulu, ma solo con l'arrivo di Rangnick il Milan inizierà a prendere delle decisioni importanti. Nel frattempo, tutto resterà nel limbo. Tutto, compresa la trattativa per il rinnovo del contratto di Gianluigi Donnarumma. Per il Milan dovrebbe rappresentare un'urgenza, perché è il giocatore più pagato, più importante e con più valore della rosa. E ha un contratto in scadenza nel 2021.
Il portiere, che ha dato disponibilità a discuterne, non ha fretta. Men che meno ce l'ha il suo procuratore Mino Raiola, che già intravede la possibilità di spostarlo a parametro zero tra un anno. Dovrebbe averla il Milan: ma chi dovrebbe trattare in questo momento? E quale progetto presentare per convincere Donnarumma a restare?

In casa Inter, anche questa settimana hanno ribadito che Lautaro Martinez andrà via solo per i soldi della clausola rescissoria. In casa Barcellona, sono praticamente convinti che dopo aver ricevuto il sì del 'Toro' presto arriverà anche quello dell'Inter a una cifra più bassa rispetto a quella della clausola grazie all'inserimento di qualche contropartita tecnica.
C'è chiaramente qualcuno che bluffa in questa trattativa e tra un mese, dopo che il periodo per l'attivazione della clausola sarà alle spalle, tutto sarà più chiaro. Nel frattempo ci si basa sugli indizi, sulle indiscrezioni e sulle notizie che arrivano da ambo le parti. E gli indizi ci dicono che a non raccontarcela tutta, al momento, è il Barcellona.
Forse un bluff. O forse l'eccesso di fiducia di un club che può contare sulla volontà del giocatore, ma non ha i fondi necessari per attivare la clausola e vuole finanziare l'acquisto di Lautaro con le cessioni. Coutinho su tutti.
Ma sul piatto, al momento, non c'è alcuna offerta concreto da 80-90 milioni di euro per il brasiliano, così come per gli altri giocatori sul mercato (praticamente tutti, a parte De Jong, Messi, ter Stegen, Lenglet, Busquets e Piqué). Difficile definire cessioni così importanti (e a cifre così importanti) in un paio di settimane, improbabile senza questi addii consegnare nelle mani di Lautaro nei primi giorni di luglio i soldi della clausola da versare all'Inter. Pretattica? Carte a sorpresa? Ancora un po' e lo scopriremo.

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