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È preoccupante che Tavecchio confessi candidamente a De Laurentiis l'irregolarità contabile della quasi totalità dei club in serie A: ma lo scandaloso sacrificio del Parma non è bastato? No caro Marotta, è la Roma e non l'Inter la maggiore candi

È preoccupante che Tavecchio confessi candidamente a De Laurentiis l'irregolarità contabile della quasi totalità dei club in serie A: ma lo scandaloso sacrificio del Parma non è bastato? No caro Marotta, è la Roma e non l'Inter la maggiore candiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 9 agosto 2015, 08:382015
di Raffaele Auriemma
Laureato in Giurisprudenza, scrittore, giornalista professionista, radiocronista dal 1985 e telecronista Mediaset Premium per le partite del Napoli. Corrispondente di Tuttosport, coordinatore per Piùenne, produce e conduce "Si gonfia la rete"

Dal solleone tricolore al tifone atmosferico (mancato) cinese c'è tutto il piccolo mondo antico del calcio italiano. Parole in libertà ed il must della disorganizzazione sono nulla di fronte al giochino dell'assegnazione dello scudetto nel campionato che si gioca sulle spiagge. Sono lontani i tempi in cui, anche per abbagliare i tifosi, ci si lasciava andare ad ipotesi trionfalistiche sol perché frutto di un mercato dispendioso e per nulla certo di essere prerogativa utile a dichiarare la propria leadership in campionato. Si sono fatti tutti furbi, anche quelli che oggettivamente, in virtù della carica di campioni in carica, devono essere additati come il club che ha appena rivinto la Supercoppa di Lega ed a cui spetta di diritto la prima fila alla partenza. "L'Inter è la principale candidata alla vittoria del titolo": direttore Beppe Marotta, è mai possibile? Chi vuole che le creda, con quei 4 scudetti di fila vinti dalla Juventus in maniera più o meno meritata? Avrà sì speso tanto l'ormai ex parsimonioso Thohir (ma con Mazzarri in panchina non era fautore di una politica tendente al prodotto giovane per la necessità di risanare i conti?) ed ancora spenderà fino al 31 agosto, però provaci tu a mettere insieme tanta bella roba e farla diventare una squadra di successo. Toccherà a Mancini dimostrare le proprie capacità di portare l'Inter a vincere lo scudetto, anche in assenza di Ibrahimovic al centro dell'attacco e con un parterre di avversarie per il titolo, ben diverso rispetto a bquando anni fa faceva la voce grossa sulla panchina nerazzurra. E pure il Milan, che lo stesso Marotta giudica con le quotazioni in rialzo, dovrà limitare le proprie ambizioni se non rimetterà al centro del progetto il segno di Zlatan. Inter e Milan con lo spread in rialzo sulle borse di Giacarta e Honk Kong e comunque a ridosso della vetta nelle valutazioni precampionato che analizzano in casa Juve.

La Roma no, per Marotta resta su di un gradino inferiore rispetto al terzetto che vorrebbe continuare a governare il calcio sull'asse Milano-Torino. Probabilmente non sa che con gli acquisti di Dzeko e Salah, i giallorossi hanno colmato una lacuna in attacco che non aveva permesso loro di lottare con la Juve fino alla fine per lo scudetto. E il Napoli? È cambiato anche lo stile, oltre ad allenatore, direttore sportivo ed alle strategie, tecniche e di mercato. Bando ai proclami, ora si bada al sodo, senza illudere la gente con l'annuncio di uno scudetto che, magari potrebbe pure arrivare, ma partendo da posizioni di retroguardia e pensando che ogni partita sia importante come una finalissima. Il percorso sarà lungo, ma non per questo affascinante, alla luce del mercato finora condotto dal trio De Laurentiis-Sarri-Giuntoli e di un organico che potrà riservare sorprese se Reina eviterà qualche gol, se Higuain ne segnerà ancora di più e se alla fine verrà preso un centrale difensivo superiore alla media di quelli attualmente in rosa. E allora, buon campionato a tutti, soprattutto alle famiglie che frequentano gli stadi e che sono i primi contribuenti di uno spettacolo che negli ultimi anni è stato condizionato da imbroglioni e faccendieri. L'auspicio sta nel cambiamento auspicabile e non per questo certo, anzi... "Solo quattro o cinque squadre oggi sarebbero in regola per l'iscrizione al campionato": le parole di Tavecchio confessate a De Laurentiis suonano sinistre all'indomani della vergognosa stagione con il Parma fallito, senza che nessuno avesse mosso un dito per impedire lo sconcio di un campionato falsato.