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Il fair play finanziario è oramai finito. La Juventus non aveva le idee chiare, per un periodo nemmeno l'Inter. Rivoluzione panchine, l'Atalanta sottolinea perché è terza

Il fair play finanziario è oramai finito. La Juventus non aveva le idee chiare, per un periodo nemmeno l'Inter. Rivoluzione panchine, l'Atalanta sottolinea perché è terzaTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
domenica 2 giugno 2019, 14:00Editoriale
di Andrea Losapio

I titoli di coda sul fair play finanziario stanno scorrendo da qualche tempo, probabilmente dalla scorsa estate, quando il Milan diede una picconata abbastanza grossa alla sua credibilità. Lo sarà, in una maniera o nell'altra, quando ci sarà la decisione su rossoneri e Manchester City. Dopo la decisione del muro contro muro di una stagione fa, i rossoneri potrebbero accettare di buon grado un'esclusione all'Europa League: un conto è arrivare in Champions, con il quarto posto, e poi forzare in tutte le sedi. L'altro arrivare quinti, essere ai gironi di qualificazione e, pur aggiungendo 6-8 partite, alzare il fatturato di 10 milioni con l'essere ancora sotto egida della UEFA. Il problema grosso sarà poi il Manchester City, perché il caso delle sponsorizzazioni gonfiate del 2014, provate da Football Leaks, sono decisamente peggio rispetto ad alcuni bilanci in negativo. Il rischio è che i Citizens non possano partecipare alle prossime edizioni, non solo una, della Champions. L'altro è che tutto venga derubricato a "tarallucci e vino", all'italica maniera e, a quel punto, la picconata farebbe saltare il muro.

Invece, nel primo caso, cioè di squalifica per diverse sessioni di Champions, la picconata sarebbe per il contratto di Josep Guardiola. E qui bisogna aprire una parentesi: il nostro lavoro non è semplice, perché troppo spesso veniamo divisi tra venditori di fumo e apprendisti stregoni. I primi dicono un nome al giorno, gli altri - pur se vengono superati dagli eventi - rimangono sulla propria posizione per poi dire "vedete, avevo ragione?" in caso ci prendano. La realtà è che la Juventus è stata colta in fallo dall'addio di Allegri, abbia valutato tutti i nomi, provato a scegliere il top con Guardiola, poi scendendo di range e valutando di caso in caso.

Per una volta l'Inter ha anticipato tutti. Ha scelto Antonio Conte - che da par suo ha aspettato qualche panchina all'estero, prima di fare il grande passo - non prima però del psicodramma di fine campionato. Perché liberare Luciano Spalletti costava davvero molto e Suning ci ha pensato parecchio prima di dare il via libera. Una vittoria di Marotta, perché la scelta è totalmente sua: triennale da 9 milioni di euro, con bonus semplici per arrivare a 12. Cifre da Premier League per chi deve tornare a vincere, almeno a provare di poterlo fare. È la missione dei tre anni di Conte, magari iniziando a essere l'anti-Juve sin da subito. Non sarà una missione semplice.

Nell'anno in cui tutte le big cambiano allenatore, il terzo posto è stato confermato dall'Atalanta di Gian Piero Gasperini. Nella riunione fiume di lunedì i Percassi hanno tirato fuori il jolly dal cilindro, promettendo grandi colpi e tentare di alzare l'asticella. Cosa si può fare oltre arrivare in Champions League, dietro Juventus e Napoli? Nel vuoto temporale della prossima stagione - permesso perché tutti gli allenatori cambiano - l'Atalanta è il segnale di continuità, quello che potrebbe scompaginare tutto. Lo Scudetto è assolutamente impossibile, ma le basi per divertirsi un altro anno - dopo i 103 gol di quest'annata - e ben figurare in Champions ci sono tutte.

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