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Il Milan ai cinesi il 13 dicembre. La telenovela è finita. Il giallo delle banche, ballano 100 milioni. Primo passo, blindare Donnarumma. E Galliani potrebbe andare al Toro, in Lega è guerra. Juve, guai a centrocampo: Witsel resta a Mosca

Il Milan ai cinesi il 13 dicembre. La telenovela è finita. Il giallo delle banche, ballano 100 milioni. Primo passo, blindare Donnarumma. E Galliani potrebbe andare al Toro, in Lega è guerra. Juve, guai a centrocampo: Witsel resta a MoscaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 18 novembre 2016, 00:002016
di Enzo Bucchioni

Il Milan cinese ora ha una data certa: il passaggio di consegne avverrà il tredici dicembre. Dopo un'altra giornata fra dubbi sulla cessione e perplessità sulla cordata, un altro vero e proprio giallo senza soluzione o quasi, nella tarda serata è arrivato uno stringato comunicato ufficiale di Sino Europe a spazzare via tutti gli ultimi timori. Poche righe per confermare che l'acquisizione si farà, la cordata di imprenditori cinesi ha sottoscritto le quote e il tredici dicembre arriveranno nelle casse di Fininvest i 430 milioni necessari a chiudere l'affare.

Le voci su presunte difficoltà economiche dei cinesi per onorare gli impegni giravano da qualche giorno, più o meno da quando Lippi in una intervista aveva detto che in Cina non si parla da nessuna parte dell'acquisto del Milan e dei presunti soci pronti a rilevare la società. Situazione di sicuro strana. Il carico è arrivato con la notizia di un blocco dei finanziamenti da parte delle banche cinesi per intervento diretto del governo che, secondo alcune fonti, avrebbe dubbi sull'investimento. Ammesso e non concesso che questo sia vero, Sino Europe era pronta ad aggirare l'ostacolo facendo anticipare l'ingente somma di denaro da banche europee. Qualcuno aveva anche ipotizzato l'addio all'acquisizione (e non è la prima volta), ma siccome 100 milioni sono già stati versati come caparra, perdere certe cifre sarebbe da folli anche per i cinesi.

Ora il giallo è risolto e se alcune ombre su questa vicenda restano, la data del closing è fissata. Fra venticinque giorni, salvo colpi di scena improbabili, durante l'assemblea dei soci rossoneri sarà annunciato lo storico passaggio di consegne da Berlusconi gli investitori stranieri. E quel giorno si conoscerà nel dettaglio anche la composizione della cordata messa insieme da Sino Europe che troppe perplessità, accordi fatti e disdettati ha registrato negli ultimi mesi.

E' stato laborioso portare a termine un'operazione del genere ed altri ostacoli di sicuro sorgeranno, ma il futuro del Milan comincia a prendere forma. Anche l'ultimo tentativo per cercare di far rimanere Galliani con una carica operativa di suo gradimento è andato a vuoto, invece Berlusconi sarà il presidente onorario.

Una volta messo un punto fermo sull'acquisizione, non crediamo che la nuova società possa entrare immediatamente sul mercato di gennaio. L'esborso ingentissimo di denaro per l'acquisto costringerà a una pausa di riflessione per valutare definitivamente i conti e riparametrarli con l'Uefa. E' vero che nel compromesso i cinesi si sono impegnati a spendere 100 milioni sul mercato per tre anni consecutivi, ma la logica impone che il primo investimento si farà solo l'estate prossima.

Un segnale immediato, comunque, i cinesi lo devono dare. Come sappiamo, da giorni tiene banco il futuro di Donnarumma braccato dalla Juventus e da diverse altre società europee. Il giocatore compirà 18 anni l'anno prossimo e il suo contratto scadrà nel 2018. Guadagna pochissimo, le tentazioni sono tante, ma il calcio ha delle strade obbligatorie. I cinesi, se vogliono fare vedere che hanno intenzioni serie, si devono mettere immediatamente al lavoro per convincere Raiola a blindare il ragazzo con un contratto pari al suo valore attuale e a quello che potrà essere nel giro di pochi anni. E' un prodotto del vivaio, un simbolo che la nuova proprietà deve sfruttare come passpartout per il calcio e per i tifosi. Proporre un accordo irrinunciabile e rifondare il Milan su Donnarumma mi sembra il minimo che possa accadere, qualsiasi altra soluzione sarebbe un passo falso. Vedremo, non mancheranno i temi di discussione.

Discussione aspra anche sul futuro di Galliani. Al Milan non resterà e questo era chiaro da subito nonostante i numerosi tentativi di avvelenare i pozzi e di far saltare l'accordo in dirittura d'arrivo. La presidenza della Lega sembrava la sua destinazione naturale, ma l'investitura della Juve (dopo il si anche al Tavecchio-bis) e dello stesso Milan non è bastata. Sta nascendo una contro-candidatura appoggiata da una decina di società fra le quali l'Inter, la Roma, il Napoli, la Fiorentina e altre, che porta all'amministratore delegato del Bologna Fenucci. Difficile che questi dieci società, in sede di trattativa, possano convergere su Galliani, caso mai potrebbe nascere una candidatura unificante. Vista la situazione Galliani non avrebbe voglia di guerre e contrapposizioni, sarebbe andato volentieri in Lega con l'appoggio di tutti e alla sua età, con la sua storia, è comprensibile. Ecco allora che in questa situazione sarebbe nata l'idea del Torino che punterebbe a far entrare in società proprio l'ex ad del Milan. Con Cairo i rapporti sono ottimi da quando il presidente del Toro lavorava con Berlusconi, con Mihajlovic c'è grande stima. La vicenda è ancora tutta da scrivere.

Sta diventando una telenovela anche l'affare Witsel. Dopo averlo perso nelle ultime ore del calciomercato estivo, la Juve lo perderà anche a gennaio. Il centrocampista belga ha un accordo con i bianconeri, si svincolerà nel giugno prossimo, ma i tentativi di Marotta per averlo prima stanno andando a vuoto. Lo Zenit ne fa una questione di principio, rinuncia ai 5-6 milioni proposti per non farla vincere alla Juve. Si è arreso anche il giocatore che non più tardi di ieri ha parlato dei suoi programmi futuri, vale a dire vincere lo scudetto di Russia e arrivare con lo Zenit almeno in semifinale di Champions. Come dire, ciao Juve, arrivederci a giugno. In attesa di colpi di scena difficili, Marotta dovrà ora concentrarsi su un altro obiettivo per portare a casa in inverno quel centrocampista che serve e manca in rosa. I nomi sono gli stessi, le difficoltà tante. La soluzione più fattibile, oltre al recupero di Mandragora, sembra Kessie dell'Atalanta. L'ivoriano ha soltanto vent'anni, ma sembra pronto. Da Bergamo chiedono venti milioni, la palla passa a Marotta. Quasi sicuramente al Boca arriverà il grintoso, ma tecnico, uruguagio Bentancur. Basteranno?