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Il nuovo positivo al coronavirus in Serie A non è importante

Il nuovo positivo al coronavirus in Serie A non è importanteTUTTO mercato WEB
mercoledì 15 aprile 2020, 09:16Editoriale
di Tancredi Palmeri

Caro prossimo positivo al coronavirus che sei in qualche maniera coinvolto nella ripresa della Serie A, o perché ci giochi, o perché ci lavori attraverso il tuo club, o perché ci lavori attraverso la tua mansione allo stadio: ti scrivo questo messaggio in anticipo, sperando che tu non debba esistere e non sia costretto mai a leggerlo. Ma poiché un semplice calcolo delle probabilità rivela come sia semplicemente altissima la possibilità che almeno una di voi circa 3000 persone che sarà coinvolta nella ripresa del campionato, contrarrà il coronavirus a campionato riavviato, allora ti rendo noto che la tua positività non è importante.
Non è importante. Non è motivo sufficiente perché si possa pensare alla sospensione del campionato. Mi dispiace essere così diretto, ma è bene che qualcuno ti avverta in anticipo: sei un rischio che si deve correre. Renditi conto che il calcio è tra le dieci industrie più ricche del paese, si è fermato da due mesi, e deve riprendere. Ovvio: parliamo del calcio di Serie A, perché al resto non ci si sta nemmeno pensando. Ci sono 250 milioni di € e di motivi perché la tua positività non sia importante. Niente di personale, ma è questa la realtà.
Per carità: hanno avuto 45 giorni di tempo in cui è successo il nulla assoluto nel frattempo e dunque perfetti per poter escogitare con calma dei piani alternativi, delle road map in caso di impossibilità a riprendere, degli accordi per il futuro, per la prossima stagione, e per tagliare le spese della Serie A. Una ambizione peraltro lecitissima, quella di programmare il futuro nelle emergenze, a prescindere dalla gravità nell'emergenza. Ma niente, non è stato raggiunto mezzo accordo su niente.
Quindi come ti renderai conto da solo anche tu, devono andare avanti. Anche se tu sarai positivo. Ma la tua positività non può essere così importante.

Quei 250 milioni di € dell'ultima rata dei diritti televisivi gli servono. Cioè, non scompariranno a differenza di quello che rischia di succedere nelle serie inferiori, perché ci sarà comunque un nuovo campionato di Serie A e un nuovo ricco contratto. Ma devono mantenere il loro tenore di vita. E il tenore di vita del movimento è più importane di una singola vita.
Quei 250 milioni di € gli servono. Che poi sarebbe bastato pensare con lungimiranza come suggerito da chi scrive: se proprio servono quei 250 milioni, e se proprio le tv non vogliono darli senza avere un prodotto in cambio, allora visto che già in tempi di pace si stava discutendo sui nuovi contratti, alllora si poteva garantire che in mancanza di ripresa sarebbero stati una sorta di anticipo sul prossimo contratto. Poteva essere una soluzione: e invece, nulla.
Poi magari è colpa di chi scrive, che la fa troppo facile. E invece succede che nelle ultime 48 ore è proprio quello che sta emergendo nei colloqui tra Premier League e tv inglesi, e sì che in Inghilterra anzi sono partiti in ritardo con l'emergenza e teoricamente dovrebbero essere stati presi più di sorpresa del calcio italiano. E invece.

Quindi come vedi, prossimo positivo al coronavirus della Serie A, non c'è alternativa. E' più importante che riprenda il campionato, piuttosto che evitare che qualcun altro si contagi.
Del resto si è espresso il professor Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore della Sanità, dicendo che avrebbe dato parere negativo a una ripresa, e facendo capire come sia utopistico pensare a un piano di monitorazione con test ogni 4 giorni degli addetti ai lavori. E la levata di scudi urbi et orbi degli addetti ai lavori stessi, protagonisti e media, è stata imponente, perché non può certo decidere lui. Adesso si è aggiunto anche il vice-ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che ha parlato di ripresa del campionato inverosimile. Ma non basta. Se non basta il pericolo reale della tua positività, immaginati cosa possono farci i pareri scientifici.

La storia si ripete sempre, caro prossimo positivo. Sembra di ricordare quando a fine gennaio si cominciò a spargere la notizia del coronavirus, e i pochissimi che avvisavano del rischio di catastrofe erano tacciati di allarmismo. E come anche a fine febbraio. Curioso: adesso è tutto un rinfacciarsi responsabilità e accuse, da parte di istituzioni e giornalisti, e del resto sarebbe troppo difficile vederli ammettere singolarmente che avevano tutti torto, ognuno di loro. "Perché non ci avete pensato prima!" si dicono adesso, quando loro stessi avevano detto il contrario, prima.

E così arriviamo a questo momento, caro prossimo positivo. Mi dispiace, ma devono riprendere, sì o sì. La tua vita conta, ma non conta quanto quella del movimento. Mi ricordi Cliff, il personaggio della guardia giurata ferita in 'Mad City', film del 1997 di Costa-Gravas. Che a un certo punto era più utile da morto anche per chi gli voleva bene. Ritrova il film e guardalo, tanto di tempo per ora ne hai, e così ti puoi preparare a quanto folle può diventare la società che ci circonda.

Mi consta però che tu abbia cognizione di ciò a cui vai incontro: il tuo sacrificio è, per loro, necessario.

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