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Il primo passo della Juve parte 10 anni fa. Le ricostruzioni milanesi: fra Kessié e Pochettino. E i 7 gioielli del mercato italiano...

Il primo passo della Juve parte 10 anni fa. Le ricostruzioni milanesi: fra Kessié e Pochettino. E i 7 gioielli del mercato italiano...
© foto di Federico De Luca
giovedì 18 maggio 2017, 00:002017
di Luca Marchetti

Un passo, il primo. Quello che ti consente ancora di sperare nel triplete. Perché se la vittoria del campionato è stata rimandata dalla sconfitta di Roma (ma le prossime partite della Juventus destano meno preoccupazioni), aver alzato la coppa Italia consente alla Juventus di poter inseguire il triplete. Vincere aiuta a vincere, aiuta a mettersi alle spalle le scorie di un finale di stagione dove Allegri sta dosando le forze per arrivare lucido a tutti gli appuntamenti decisivi. E contro la Lazio ha dimostrato di essere solida e cinica la Juventus. Ha dimostrato che nelle partite che contano la Juve ha un'altra testa. Una testa che parte dall'alto dalla proprietà e dalla dirigenza che - come abbiamo avuto modo di dire la scorsa settimana - hanno inaugurato un nuovo ciclo senza che nessuno se ne accorgesse. Le operazioni sul mercato hanno permesso alla Juventus di cambiare pelle sul campo ma non di cambiare carattere e caparbietà. Il DNA è rimasto quello. Marotta e Paratici hanno voluto impreziosire il nucleo storico con giocatori come Dani Alves, l'uomo di coppa, che è riuscito a dare alla Juve quella marcia in più a livello di mentalità. Vincere non è mai banale. Diventa ancora più speciale se ti accorgi che 10 anni fa esatti (il 19 maggio) la Juventus festeggiava il ritorno in serie A. In 10 anni sono arrivati 5 campionati (più uno che si può davvero solo perdere), tre coppe Italia consecutive (impresa mai riuscita a nessuno in Italia), due finali di Champions, più le Supercoppe. La Juve non è un esperimento da laboratorio ma è proprio l'organizzazione societaria, la bravura dei dirigenti, le qualità (diverse ma vincenti) degli allenatori (Allegri e Conte) e quelle dei giocatori. In ordine, come ha sottolineato Chiellini prima della semifinale di ritorno di Champions. Ed è qui che stanno le chiavi della vittoria. In questo la Juve è davanti agli altri competitor italiani: non solo sul campo.
E' quello a cui ambiscono - in questo momento più delle altre - le due milanesi, alle prese con un profondo cambiamento. Il Milan ha appena iniziato il suo percorso e nel giro di queste settimane ha cominciato a mettere primi mattoncini. Kessié è in dirittura d'arrivo: l'affare in rossonero non è in discussione. La firma materialmente sul contratto dovrebbe avvenire a campionato chiuso o addirittura essere anticipata a lunedì. Ma possiamo già considerare Kessié un giocatore rossonero. L'altro è Rodriguez del Wolfsburg. 15 milioni più 3 di bonus per convincere il Wolfsburg. 4 anni di contratto al giocatore. Questi i dettagli che trapelano di una trattativa - anche qui - praticamente conclusa. Il ragazzo ha mantenuto la parola data nell'ultimo incontro che c'era stato a casa Milan.

Per definire la trattativa nel dettaglio c'è bisogno che il Wolfsburg si salvi. Dovesse succedere sabato contro l'Amburgo allora martedì o mercoledì ci potrebbe essere il via libera definitivo.
L'Inter è alle prese con una soluzione di una crisi profonda. Dopo i nuovi innesti societari (Sabatini) ora il tassello fondamentale è l'allenatore. Le mire sono alte e le intenzioni ambiziose. Ma non sempre si riesce ad ottenere quello che si spera perché gli allenatori più importanti sono già in squadre importanti e non è facile portarli in nerazzurro. Primo perché non li lasciano andare, secondo perché l'appeal nerazzurro (nonostante la potenza economica di Suning e una sorta di carta bianca per la ricostruzione) senza l'Europa è inferiore a quello di molte squadre. Conte, Simeone, Pochettino sembra che non possano muoversi. I contatti ci sono stati, qualcuno ha più che tentennato di fronte alla possibilità di allenare l'Inter. Ma al momento gli spiragli sono veramente pochi. Anche volendo leggere al di là delle dichiarazioni ufficiali. L'Inter continuerà a muoversi con la consapevolezza che lo stesso Spalletti è corteggiato da Monchi. Ecco perché non è facile. Poi si parlerà (anche) dei giocatori. Perché l'Inter va ripensata, ma insieme. E soprattutto con pazienza e raziocinio. Senza aver fretta di crescere: altrimenti si rischia un altro fracaso come quest'anno. Come detto vincere non è mai banale...
Poi ci saranno i golden boy a movimentare il mercato in generale in Italia. Di Kessie abbiamo già parlato e possiamo toglierlo. Ma parleremo molto, moltissimo, di Keita, di Bernardeschi, di Berardi. Di Conti, di Meret. C'è Schick e anche Skorupski. 7 gioielli che renderanno più movimentata la nostra estate.
Ma non preoccupatevi, sarà l'estate delle ricostruzioni. Tenetevi forte, stiamo arrivando.