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Inter da 30, manca la lode con Giroud. La Juventus ha già fatto abbastanza, mentre il Milan deve capire cosa vuol fare da grande

Inter da 30, manca la lode con Giroud. La Juventus ha già fatto abbastanza, mentre il Milan deve capire cosa vuol fare da grandeTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
domenica 26 gennaio 2020, 00:00Editoriale
di Andrea Losapio
Nato a Bergamo il 23-06-1984, vive a Firenze. Inviato e prima firma per TuttoMercatoWeb. Dal 2012 collabora per il Corriere della Sera

L'Inter era reduce dal mercato più costoso della propria esistenza. E ha deciso di rilanciare il guanto di sfida alla Juventus, tentando di dare una profondità di rosa che l'avversario ha già. Perché se è vero che è andato via Valentino Lazaro e che farà la stessa cosa con Matteo Politano, i soldi sono stati reinvestiti. Ashley Young ha 35 anni ma può dimostrarsi una ottima soluzione tampone per i problemi che ha palesato Kwadwo Asamoah. Victor Moses è un pretoriano di Conte. Ma il botto lo farà Christian Eriksen: un anno fa l'Inter pensava a Rodrigo De Paul, quest'anno al danese, inarrivabile per il Real Madrid (!) in estate, acquistato dai nerazzurri. È una dimensione diversa, paradossalmente Eriksen può essere più svolta di Cristiano Ronaldo. Non perché sia paragonabile alla carriera del portoghese, ma può riportare sogni di gloria a Milano, sponda nerazzurra. Llorente poteva essere un buon supplente per Lukaku, ma Giroud è probabilmente la scelta adatta: voto da 30 e lode se lo chiuderanno.

Venerdì Fabio Paratici ha fatto capolino a Palazzo Parigi. La Juve deve guardare gli altri dall'alto al basso, le plusvalenze non devono essere esagerate, ma qualcosa è stato fatto. Pereira che finisce al Barcellona e Alejandro Marques che arriva a Torino è un'operazione buona anche per il bilancio. Quanti sono cinque milioni per un giocatore che andrà in Under23 e con un contratto in scadenza fra sei mesi? Non pochi. Kurzawa per De Sciglio probabilmente prosegue su questo filone. Calciatori trattati come pacchi postali, sta succedendo sempre di più e a tutti i livelli. Il fair play finanziario ha fallito.

E il Milan? Deve capire cosa vuol fare da grande. Pioli è un buon allenatore che farà sempre discreti campionati, che può anche arrivare in Champions con un'ottima squadra, ma per cercare di vincere qualcosa di grande è altalenante. Va benissimo, fa filotti di vittorie e di sconfitte, con l'Inter lo ha dimostrato. Se l'idea è quella di rientrare piano in Europa - difficile quella principale - allora ci può stare. Ma a giugno il rischio è di una nuova rivoluzione. E se arrivasse Arnault? A quel punto sognare è lecito: a proposito, Suso va verso Siviglia, mentre Piatek rischia di rimanere per forza. Magari Pioli riuscirà a recuperare pure lui. Certo che per Paquetà è un peccato.

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