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Inter: il primato delle polemiche (ma Ausilio lavora su 2 fronti). Juve, ci sono 11 motivi per stare sereni (ma Allegri ha pretendenti!). Sinisa, Bee, mercato: ecco cosa succede al Milan. Napoli, il segreto nella rosa. Quel che mi ha detto Pirlo...

Inter: il primato delle polemiche (ma Ausilio lavora su 2 fronti). Juve, ci sono 11 motivi per stare sereni (ma Allegri ha pretendenti!). Sinisa, Bee, mercato: ecco cosa succede al Milan. Napoli, il segreto nella rosa. Quel che mi ha detto Pirlo...TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 24 novembre 2015, 11:042015
di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista Rai, TeleLombardia e Sportitalia

Ciao. Sono stato tre giorni a New York. Presentavano un sontuoso documentario sugli animali in via d'estinzione. Praticamente una pacchia. Ho intervistato un premio Oscar (Louie Psihoyos) e un produttore, già ex attore di "Lost" (Fisher Stevens). Cosa c'entro io con costoro? Una mazza. Ho posto tre domande, credo molto intelligenti. La prima al traduttore ("a che ora è il coffibrec?"), la seconda al premio Oscar ("ma la statuetta è in oro vero o ci prendono per il culo?"), la terza - nettamente la più importante - al produttore e attore ("mi può spiegare il finale di Lost per favore? Sono disposto a pagare fino a 5 dollari". E lui, sorridendo: "No, siamo qui per gli animali...". E io, in italiano: "Non c'è un cazzo da ridere...". E il traduttore: "Traduco?". E io: "No. Chiedigli se l'orso bianco di Lost era vero o c'era una comparsa dentro al pellicciotto". E il traduttore: "No dai, non posso...". E il produttore e attore: "Io comprendere un poco italiano. Tu adesso basta, capisci?". E io: "Non ho altre domande vostro onore". La tensione si è infine smorzata al bancone del coffibrec, alla presenza di biscotti al burro del diametro paragonabile a certi dischi volanti. Io: "La bistecchina di manzo no, ma te piace inzuppare il biscottone eh?". Lui: "Bella Italia, W Pausini e Balotelli!". Penso: "Una volta dicevano W Mina e Baggio, vabbè...").

All'aeroporto "JFK", il giorno del rientro, una collega mi fa: "Oh, ma quello con la barba dov'è che l'ho già visto?". E io: "Minchia, è Pirlo!". Seguono curiosi tentativi di approccio al campione del mondo.

Primo tentativo: "Quello che passa di lì per caso".

Parlo fortissimo italiano in prossimità di Pirlo nella speranza che lui dica "Ah, anche tu italiano! Grande! Una fazza una razza, facciamoci la foto. Sai che c'è? Già che ci sono ti dico in esclusiva che torno a giocare in Italia. Ciao fratello, ti regalo due litri di shampoo Fructis". Mi avvicino. Dico ad alta voce: "Mi piace pensare che l'attesa del piacere del volo sia essa stessa piacere...". Mi guarda. Vede che sto parlando da solo. Con la stessa lucidità con cui servì l'assist a Grosso al 119' di Italia-Germania, acchiappa il telefono e finge di giocare a Candy Crush.

Secondo tentativo: "Fingo di non conoscerlo".

Mi siedo di fianco a Pirlo con una tazza di tè, sbuffando molto, nella speranza che lui dica: "Ehi, non mi hai riconosciuto? Sono Pirlo! Non mi chiedi se torno in Italia a giocare? Eh? Te lo dico sai? Vuoi dello shampoo Fructis? Te ne do quanto ne vuoi. Sei pelato come Luca Zingaretti? Lo regali a Natale a mamma-tua che ci fai un figurone no?". Mi siedo. Giro il cucchiaino nel tè. Mi accorgo che Pirlo sta schiacciando un pisolino. Giro fortissimo il cucchiaino: "Tin! tin! tin!". Pirlo apre gli occhi e cambia poltroncina seguendo la stessa traiettoria di una delle sue punizioni. Maledetto. Anzi, "maledetta".

Terzo tentativo: "Calo le braghe".

Mi avvicino: "Buonasera Andrea, scusa la rottura di balle, ti scoccia se ti chiedo una foto?". Lui, gentilissimo: "Ma no, figurati". Procedo con il selfone galattico per scaldare l'ambiente in puro stile "giornalista mignottone". Io: "Senti, non posso non chiedertelo: torni a giocare in Italia?". E proprio in quel momento, a un passo da un "Sì" o un "No" o un classico "Non ti dico niente ma è come se te l'avessi detto aumm aumm" si palesa il mangiapane a tradimento Joe Bastianich, pure lui di rientro a Milano: "Hi Andrea, come stai!". Si mettono a parlare. Mi allontano. Penso: "Minchia oh, Bastianich sta sempre a mangiare, ma stasera no, deve salutare Pirlo orcaeva. Comunque ci riprovo all'atterraggio a Milano".

Arrivo a Milano. Controllo passaporti. Passa Bastianich: approvato. Passano Pirlo e signora: approvati. Passo io in fase "marcamento alla Pasquale Bruno". L'agente incaricato a Malpensa: "Dunque, signor Biasin, dov'è che ho già sentito questo nome... Ma lei è quello che scrive le cazzate!". E io: "E' sempre bello sapere che c'è chi ti stima. Approvato?". Approvato. Ma Pirlo a quel punto è già scomparso in una nuvola di Fructis. Bastianich no, è ancora lì, ma dubito che andrà a giocare nell'Inter.

Bene. Non so cosa farà Pirlo, ma so a chi farebbe più comodo in questo momento in Italia: al Milan. È vero, sarebbe l'ennesima "minestra riscaldata", ha l'età dei datteri, forse è un dattero, ma quello che abbiamo visto sabato sera allo Juventus Stadium dimostra (se ce ne fosse ancora bisogno) che il Diavolo ha clamorose carenze a centrocampo. Clamorose. La squadra va sotto contro i bianconeri e non dà mai la sensazione di poter recuperare. Non ci riesce con la tecnica, non ci riesce con gli attributi o l'esperienza: zero falli, zero idee. Mihajlovic (ormai capro espiatorio designato) si gira verso la panchina e pensa "ora do la scossa". Quindi vede (in ordine sparso): Nocerino, Suso, Poli, Mauri. No, qualcosa non va.

Sì, è il solito discorso della squadra che sul mercato ha speso 90 milioni per non avere titolari "da terzo posto", ma neppure ricambi all'altezza. E allora è vero: Mihajlovic ha le sue belle responsabilità, ma non per l'attuale 7° posto in classifica, semmai per non aver avuto la capacità di imporre e costruire una rosa più "equilibrata". Quella attuale può provare a superare il Sassuolo, ma difficilmente riuscirà a rientrare nella corsa alla zona Champions. Lo dice il sottoscritto in versione "spara-sentenze"? Forse, ma lo dicono anche i numeri: il Milan quando va in svantaggio non recupera mai (non raramente... mai), è terz'ultima nella speciale classifica "tiri fatti", in trasferta ha una media di 3 tiri nella porta avversaria. Come si fa a raggiungere l'obiettivo stagionale con questi numeri? Non si può, a meno che si realizzi il famigerato "miracolo sportivo". Il calendario dice che da qui a Natale i rossoneri (contro Samp, Carpi, Verona e Frosinone) possono mettere insieme parecchi punti, ne servono 10 a Mihajlovic per riuscire in due imprese: 1) salvare la panchina, 2) restare attaccato al trenino "a quattro" (più la Juve) là davanti. Ma la domanda è: la società crede nel suo allenatore? Non lo possiamo sapere per il famoso assunto "Chi perde sta zitto". Però sappiamo altro: 1) Sinisa e la dirigenza pensano al 4-4-2 già a partire dal match con la Samp. 2) A Guidolin è stata chiesta una "disponibilità" (accordata) in caso di tracollo. 3) Il presidente Berlusconi avrebbe detto a collaboratori più stretti "ci hanno portato via Montella".

Il resto ce lo raccontano i colleghi di "Milano Finanza": l'accordo con Mr Bee slitta a dicembre, chi scrive pensa piuttosto che l'eventuale patto si concluderà a primavera, ma difficilmente alle cifre che conosciamo (i famosi 480 milioni per il 48%). A fine novembre, invece, scade "l'esclusiva" accordata al thailandese.

Ok, abbiamo scritto il classico "fiume di parole", tante chiacchiere, nessuna particolarmente originale. Vi invitiamo a riflettere su un punto: abbiamo parlato di mercato? No. Le opzioni (ancora una volta) sono due: 1) Il Milan sta trattando diversi giocatori nell'ombra e semplicemente chi scrive non sa una cippa (probabile). 2) Non ci sono trattative in corso per calciatori significativi da inserire in rosa (possibile). In ogni caso non temete: nella peggiore delle ipotesi a risolvere i problemi penserà il prossimo allenatore che come sempre sarà "quello giusto".

Quattro balle dichiaratamente polemiche sull'attuale capolista: l'Inter. L'Inter al momento va bene ma: 1) Non durerà. 2) Icardi segna poco e se fa un gol con il Frosinone "doveva farne almeno due". 3) Icardi ha segnato ma Jovetic non la butta dentro da agosto, chiaro segno che i due non vanno d'accordo e forse JoJo vuole farsi Wanda Nara. 3) La squadra si era settata sugli 1-0, la vittoria per 4-0 potrebbe destabilizzare l'ambiente. 4) Mancini pratica un calcio "vecchio e antico" e non si capisce perché non chieda a Medel di giocare come Rijkaard, a Icardi di fare Van Basten, a Guarin di farsi crescere le treccine tipo Gullit. Non lo fa, preferisce restare fossilizzato sul calcio "vecchio e all'antica": perché Mancio? 5) Mancini fa girare troppi giocatori, chiaro segno che non ha la situazione sotto controllo perché "gli allenatori bravi battezzano i titolari". 6) Mancini cambia troppi moduli tattici il ché non significa che è versatile, semmai che "si assoggetta alle squadre avversarie". 7) L'Inter non prende gol "ma solo perché Handanovic para molto, altrimenti li prenderebbe". 8) L'Inter ha culo ma non è Emily Ratajkowski e quindi è "culo fine a se stesso". 9) Brozovic si fa troppi selfie. 10) Alla lunga la squadra precipiterà perché gioca come la Longobarda. Inutile ipotizzare che possa migliorare, lo dicono i punti 4), 5), 6). Il punto 8) regala una minima speranza ma ricordiamo che forse Jovetic vuole farsi Wanda Nara e quindi andrà tutto a puttane.

E insomma, noialtri giornalisti critichiamo assai, ma ci dimentichiamo che i nerazzurri hanno un solo obbligo quest'anno: conquistare il 3° posto. Possono riuscirci nonostante tutti i difetti? Con un po' di fortuna (il famoso "culo") sì. Il lotto di coloro che ambiscono al posto in Europa al momento è limitato a cinque squadre: le quattro là davanti più la Juve, attardata ma affatto rassegnata. Molti si chiedono: cosa accadrà lunedì in occasione di Napoli-Inter? Chi scrive lo ripete tipo cantilena da agosto: la squadra di Sarri ha qualcosa in più delle altre (un fenomeno, tanti giocatori sopra la media, soprattutto ottimi rincalzi e un allenatore bravissimo a gestirli) e sul medio/lungo periodo allungherà in vetta. Ergo? Ergo è possibile che lunedì l'Inter perda, la qual cosa finalmente darebbe credito ai promotori del punto 1) ("Non durerà"), ma non preoccuperebbe più di tanto Mancini, mister che saggiamente domenica ha gettato la classica acqua sul fuoco: "Sono stupito anch'io del primo posto". Stupito ma non stupido, e infatti il tecnico da una parte parla e dall'altra pungola Ausilio come fanno i domatori con i leoni: il ds nerazzurro sta sondando il terreno per l'olandese del Psg Van der Wiel e ci prova (ma è più difficile) per il fantasista del Nizza Ben Arfa. Come dire: vietato cullarsi sul momentaneo primato in classifica.

Quindi la Juve, anzi Allegri, ancora nel mirino nonostante la barra sia tornata "dritta". La risolviamo così, con "l'elencone": Alex Sandro (24 anni), Rugani (21), Lemina (22), Pogba (22), Asamoah (26), Sturaro (22), Pereyra (24), Cuadrado (27), Dybala (22), Morata (23), Zaza (24). Chi scrive crede fermamente nel ritorno dei bianconeri nelle parti nobili della classifica già da quest'anno, ma se non dovessero farcela la "consolazione" è tutta nelle età dei giocatori in rosa. Questa squadra "forse" ha un presente, "certamente" ha un futuro. Con Allegri? Beh, probabilmente no. Il futuro di Max probabilmente sarà "inglese" a prescindere da come andrà a finire la stagione.

In chiusura un applauso a chi, a Palazzo, ha deciso di far risuonare l'Inno francese negli stadi italiani. Una bellissima iniziativa anche se, diciamolo in tutta onestà, nessuno di noi sapeva le parole. Tifoso italiano medio allo stadio sulle note de "La Marsigliese": "Allos anfan de la patrììììì na na, na na naaa naaaaa, na na na...". E poi, seconda strofa "all'italiana": "Canteremo fino alla morteeee, innalzando i nostri colooooor. È la canzone che viene dal cuoooor. Alè, alè, alè (nome di squadra) alèèèèè, alèèèèè, alèèè, alèèèè". A modo nostro, siamo stati bravissimi.

Saluti. Vi lascio dicendovi che è stata una bellissima giornata. Sono andato in tabaccheria a pagare una multa. Con il resto ho comprato un Gratta&Vinci da 2 euro. Ho vinto 2 euro. Ho preso un altro Gratta&Vinci da 2 euro. Ho vinto 2 euro. Li ho incassati. Mi piace pensare che lo Stato ci coccoli così, con questa effimera felicità "a costo zero". (Twitter: @FBiasin @ilsensodelgol).