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Inter, il vice del vice è quello giusto. Roma, troppe cessioni. La rivoluzione spaventa Eusebio. Zamparini non cambi mai: la solita minestra

Inter, il vice del vice è quello giusto. Roma, troppe cessioni. La rivoluzione spaventa Eusebio. Zamparini non cambi mai: la solita minestraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 3 luglio 2017, 00:002017
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Luglio sarà il mese dell'Inter ma fare troppi acquisti o troppe cessioni potrebbe portare ad una confusione generale. Siamo certi che Sabatini farà una grande campagna acquisti ma siamo ancora scettici sulla qualità della rosa che riuscirà a mettere insieme. Finora il calcio boccia, senza mezzi termini, l'operato di Suning. Un disastro in Cina, che continua, e un primo anno di errori ed incertezze all'Inter tra allenatori cambiati e soldi buttati per calciatori strapagati. I soldi, se non usati bene, servono a poco. Consulenti sbagliati, troppi direttori e allenatori lasciati in balia di tifosi e risultati. Adesso l'Inter ha ufficializzato anche l'arrivo di Dario Baccin, ex responsabile del settore giovanile del Palermo e per qualche mese anche Direttore Sportivo dei siciliani. Baccin è bravo, ottimo dirigente e persona perbene. Uno come lui farebbe bene a tutte le società italiane. La domanda è un'altra: già Ausilio è fuori dai giochi e conta quanto il sottoscritto alla Casa Bianca ma a cosa serve un vice di Ausilio? Domande misteriose. Baccin o deve prendere il posto di Samaden, in quanto responsabile del settore giovanile, ma sarebbe una follia visti i risultati e l'ottimo lavoro di Samaden in questi anni, o dovrebbe prendere il posto di Ausilio per affiancare Sabatini e sarebbe perfetto in questo ruolo. Siccome, però, l'Inter è ingabbiata dai contratti, continua a prendere dirigenti senza liberarsi di quelli che considera dei pesi ingombranti. Il mercato di Ausilio è stato spazzato via in due settimane da Sabatini. Tutto quello che aveva fatto Piero è stato cancellato da Walter. Non c'è unione di intenti su nulla e il rischio confusione che ne deriva è elevatissimo. Invece l'Inter ha bisogno di semplicità nell'anno zero della ripartenza. Spalletti è un ottimo allenatore, inteso come tecnico e tattico, ma come gestore del gruppo viene risucchiato dalla confusione se si trova in un posto dove c'è poca chiarezza dei ruoli. E ripetiamo che dalla Cina non si può comandare. Avete mai visto un ristoratore che delega fare affari? Io no. I cinesi del Milan, dopo la presentazione, sono scomparsi e dopo aver fatto la parte economica hanno lasciato la parte tecnica e gestionale nelle mani di Fassone. Nel bene o nell'eventuale male. A fine stagione si traccerà una linea. I risultati conseguiti da Suning in Cina, fin qui, non fanno ben sperare perché - nonostante gli investimenti - la squadra non gira. L'Inter deve comprare gente utile per l'immediato e soprattuto deve smetterla di farsi prendere per il collo da procuratori e intermediari perché ormai tutti sanno che l'Inter paga bene. Basta casi Kondogbia, Joao Mario e Gabigol.
A Roma iniziano a preoccuparsi. E fanno bene. Pur confermando la totale fiducia in Monchi, anche perché siamo amanti degli stranieri e del fascino di quelli che ne sanno più di noi, almeno all'apparenza i tifosi della Roma iniziano ad essere preoccupati.

Troppe cessioni eccellenti, molti nomi in entrata e tante scommesse, anche se Monchi va sul sicuro e noi ci fidiamo. Ma le rivoluzioni drastiche spaventano sempre un po'. Il rischio di non amalgamare il gruppo è elevato e attenzione alla gestione di un giovane allenatore come Di Francesco che passerà da un Sassuolo Made in Italy a una Roma tutta straniera. Allenare tanti stranieri non è mai semplice, figuriamoci se diamo una squadra completamente nuova ad un allenatore che è ancora inesperto e che dovrà misurarsi in due competizioni, oltre la Coppetta Italia. Di Francesco, ovviamente non aveva l'organico giusto per la doppia competizione, ha già fatto fatica a Sassuolo. Il rischio di non reggere Champions-Campionato c'è e la Roma deve capire che con Milan e Inter che stanno tornando non può rischiare di restare fuori dalla Champions. Di Francesco è un punto di domanda. Buon allenatore per squadre di medio livello, giovane e preparato ma la Champions è un altro calcio, così come allenare la Roma non è una passeggiata in riva al mare. Tante scommesse affidate ad una scommessa non è il massimo della sicurezza.
La sicurezza, invece, è il Palermo. Zamparini non si smentisce mai. La solita minestra sbattuta sotto il naso di tifosi e giornalisti facendo credere di voler cedere e bruciando l'immagine del primo passante. Va bene che l'abito non fa il monaco ma potevamo mai pensare che uno come Baccaglini potesse gestire un club importante e glorioso come il Palermo? Ma lo avete visto? Può un potenziale Presidente mostrare in conferenza stampa il capezzolo per sventolare ai sette venti il tatuaggio del Palermo? Può fare il Presidente del Palermo uno che si faceva fotografare nudo con i limoni? Va bene che nel calcio, ormai, ci sono cani e porci però un minimo di selezione all'ingresso la fanno ancora anche al Tocqueville. Zamparini è diventata la barzelletta di se stesso. Dopo due mesi ci dice che si riprende tutto perché l'acquirente non ha fornito le giuste garanzie. Nel frattempo, però, lo ha eletto Presidente, lo ha presentato e gli ha affidato "virtualmente" squadra e società. Casomai doveva prima ricevere le garanzie giuste e poi dargli le chiavi di casa. Anche io ho un acquirente per casa mia ma prima di fare il rogito gli ho chiesto i soldi, fideiussioni e garanzie bancarie, altrimenti non potrà più neanche mettere il dito sul tasto del citofono. Figuriamoci che controlli devono esserci per comprare il Palermo. Ultima riflessione: stimiamo molto Tedino ma è stato un pazzo, dopo tanti sacrifici e tanta gavetta, ad aver accettato Palermo. Tutto doveva fare ma un allenatore sulla cresta dell'onda non avrebbe mai dovuto accettare di finire in quel frullatore. Capiamo la posizione di Lupo che in serie B non avrebbe più fatto il Direttore neanche nel 2030 e ha fatto bene ad accettare quello che passava il Convento ma Tedino no. Una follia del genere rischia di restargli sullo stomaco nel momento più bello del pranzo.
Buona digestione. Limoncello per tutti... I limoni li porta Baccaglini.