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Italia, che noia. Giorgetti-Malagò: la ragione sta nel mezzo. Juve B, progetto inutile e da abolire. I 3 migliori allenatori (tutti di C) pronti per il salto

Italia, che noia. Giorgetti-Malagò: la ragione sta nel mezzo. Juve B, progetto inutile e da abolire. I 3 migliori allenatori (tutti di C) pronti per il salto
lunedì 19 novembre 2018, 00:002018
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Un editoriale senza parlare di mercato oppure senza parlare di Milan, Inter, Juventus e Napoli è sicuramente di poco interesse per il pubblico. Almeno per il grande pubblico. Ma con il campionato fermo e il mercato lontano non avrebbe senso occuparsi dei soliti temi. Allora andiamo oltre. Per fortuna, tuttomercatoweb non ha bisogno di 20.000 letture in più o in meno. Altri hanno bisogno di raccontare i fatti, a modo loro, per cercare di fare visualizzazioni. La regola del giornalismo è sempre la stessa. A volte, qualcuno la dimentica o fa finta di dimenticarla. Parliamo di altri temi. Il primo che, però, toccheremo velocemente è la Nazionale. Nonostante sia una Italia senza appartenenza, senza risultati e senza appeal questa maglia riempie ancora San Siro come fosse Milan-Juventus. E la De Filippi è costretta a rimandare il suo programma di una settimana per non andare "contro" la Nazionale che gioca una finta amichevole con il Portogallo. Capite il potere del calcio? E quello della maglia azzurra che, in questi anni, hanno preso a picconate. Uno di questi è Giampiero Ventura che fa scrivere dal suo legale al nostro Andrea Losapio perché è stato cattivo nei suoi confronti. A volte basterebbe avere la decenza di accettare le critiche e di guardare partite e risultati. L'Italia di Mancini non è un capolavoro di Picasso. Anzi. Una squadra che non segna non vince e una squadra che non vince esce da ogni tipo di competizione. Anche l'ultima inventata per non etichettare queste partite inutili come "amichevoli". Capisco bloccare i campionati a ridosso di Mondiali ed Europei per dare spazio alle Nazionali ma in anni come questo è una assurdità fermare tutto per partite senza senso. La Uefa dovrebbe rivedere qualcosa. Più di qualcosa. Questa Italia, comunque, è senza cuore e grinta. Senza gioco e senza uomini. Gravina dovrebbe improvvisarsi Direttore Sportivo e trovare una soluzione anche a questo male.
La scorsa settimana è stata la settimana dello scontro. Politico ma anche di contenuti. Di sostanza. Da una parte il Presidente del Coni, Malagò, dall'altra il Ministro Giorgetti. Entrambi dicono cose giuste, entrambi sostengono versioni vere ma entrambi hanno in parte torto. Che lo scontro sia politico si vede lontano chilometri. Chi parla di idee o di progettualità mente. Il Governo vuole togliere potere al Coni, il Coni difende il potere che però negli anni è stato eccessivo e quando si eccede qualcuno si innervosisce. E' il caso della gestione Commissario FIGC, dove il Coni ha perso la partita più importante che ha voluto giocare e non doveva riguardare Malagò. Da qui i primi problemi per il numero 1 del Coni. Evidentemente credeva potesse essere più facile gestire il calcio, invece, si è reso conto che la patata bollente era già bruciata e Fabbricini è stato in grado, in pochi mesi, di fare peggio di Tavecchio, Abete e Carraro messi insieme in anni di governo del pallone italiano. Soldi buttati dalla finestra e campionati snaturati. Giorgetti vuole distribuire in maniera diversa i soldi allo sport italiano. Avrebbe ragione, in quanto i soldi partono dal Governo. E' anche vero che il Coni dovrebbe essere impegnato solo nella gestione dei Giochi ma sarebbe riduttivo non avere una guida per tutte le Federazioni. E tutte le Federazioni, tranne quella del calcio, sono con Malagò. Il suo potere all'interno del Coni non è mai stato in discussione. Questa guerra, però, rischia di lasciare morti e feriti sull'asfalto. Le piscine di Roma e Roma 2024 sono stati, oggettivamente, dei pessimi bigliettini da visita per lo sport italiano. Il Governo ora va oltre ma, forse, dovrebbe trovare una soluzione seduto al tavolo del Coni e non andare negli uffici del Coni a dare fuoco a tutto.
Un altro pasticcio commesso questa estate riguarda le squadre B. Pardon, la squadra B. Progetto che ci vede contrari da sempre ma, adesso, facciamo anche una riflessione calcistica. Può la Juventus navigare nei bassi fondi della classifica di serie C? Può fare queste figure in giro per l'Italia indossando la maglia della squadra più importante di Italia? E può far giocare i suoi ragazzi in uno stadio non di proprietà del club? Tutte risposte negative. La squadra neanche gira, nonostante in panchina ci sia un ottimo allenatore come Zironelli e alla guida ci sia un Direttore Sportivo, Cherubini, che è tra i top in Italia.

Il problema non sono gli uomini ma un progetto voluto da Marotta che invece sarebbe dovuto essere stoppato sul nascere dai club. La Juventus, colta dal delirio di onnipotenza, è andata per la sua strada senza accorgersi che c'era una T prima dell'ingresso. Non ci sono vie di uscita.
Approfittando della sosta in A e B parliamo di temi generici ma, sempre approfittando della sosta, facciamo alcune valutazioni sui migliori allenatori giovani in circolazione. Ovviamente non vi parliamo di De Zerbi o quelli conosciuti. Vi dobbiamo parlare dei De Zerbi di domani, in modo che una volta archiviato questo articolo potremo rileggerlo tra qualche anno per capire se abbiamo preso una cantonata o siamo stati dei buoni profeti. Negli ultimi anni abbiamo sposato tre progetti: Gattuso, Bucchi e ci siamo allineati anche con gli altri sulla bravura di De Zerbi. Adesso proviamo a fare un salto in avanti. Vi facciamo tre nomi di mister che potrebbero avere presto una grande chance; allenano tutti in serie C e sono molto bravi. Per idee, risultati e gestione del gruppo. Il primo pallino è Alessio Dionisi, classe 1980 tecnico quest'anno dell'Imolese. Reduce da tanta serie D è un allenatore molto bravo e preparato. Due anni fa ha sfiorato il miracolo promozione con il Borgosesia. Perse la promozione con il Cuneo, all'ultimo secondo in casa nella penultima giornata nello scontro diretto. Avrebbe meritato. Dionisi fa giocare bene le sue squadre e presto sarà nel giro che conta. Ha fatto bene anche lo scorso anno, sempre in D, a Fiorenzuola. Segnate questo nome.
L'altro è più conosciuto anche perché è stato un ex calciatore a buoni livelli. Lo ricorderete con la maglia del Catania ma è al secondo anno di Juve Stabia in panchina. Fabio Caserta. Futuro assicurato, se non impazzisce, anche per lui. Lo scorso anno fece molto bene la Juve Stabia e quest'anno le vespe si stanno ripetendo. Caserta predilige il tridente, fa bene. Quando ha giocato, scorsa stagione, con le due punte ha snaturato leggermente il suo credo. Terzo e ultimo nome, ultimo solo perché già più conosciuto è quello di Paolo Zanetti del Sudtirol, 1982. Ha sfiorato la promozione in B, persona intelligente e allenatore preparatissimo. Prossimo anno la B lo aspetta. Buona gestione del gruppo e unisce gioco e risultati. Cosa non facile. Dalla D arriveranno altri nomi per il futuro. Ottimo impatto a Crema, con la Pergolettese, di Matteo Contini. Lo ricorderete come difensore del Napoli, del Siena e di tante altre ma da tre giornate fa l'allenatore in D. Subito grandi risultati e ottime idee di gioco. Buon rapporto con i calciatori perché in parte lo è anche lui. Presto per giudicarlo, poche gare, ma se ne parla bene sul campo. Io lo ricordavo solo per le serate al Tocqueville. Evidentemente è cresciuto molto. Nomi per il futuro: Achille Mazzoleni. Allena la Caronnese, ha ottenuto grandi risultati a Inveruno e il suo 4-3-3 è pulito e vincente. Misteriose le carriere di Antonino Asta e Riccardo Maspero. Sulla cresta dell'onda, pronti a fare il salto e invece rimasti nell'oblio della serie C. Così come avrei scommesso in un'altra carriera per Pasquale Padalino. Il tempo c'è, le occasioni a volte mancano. Questi allenatori, per molti sconosciuti, presto faranno carriera. Hanno bisogno di tempo e di dirigenti coraggiosi. Per ora prendiamo nota, in futuro stamperemo questo articolo. Non si sa mai...