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Juve: il dubbio di Sarri sul tridente. Inter: Vidal, Alonso e l'idea sull'Europa League. Milan: la risposta di Ibra (e quella di Elliott). Napoli: Gattuso e il Barcellona...

Juve: il dubbio di Sarri sul tridente. Inter: Vidal, Alonso e l'idea sull'Europa League. Milan: la risposta di Ibra (e quella di Elliott). Napoli: Gattuso e il Barcellona...TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 17 dicembre 2019, 16:45Editoriale
di Fabrizio Biasin

Ciao. Scriviamo dopo i 7 minuti e 30 di recupero di Cagliaro-Lazio. A Cagliari sono incazzati, gli arbitri dicono che è tutto regolare, a noi è parso un recupero esagerato, bene ha fatto Giulini a stemperare nel post partita.

Sotto con i consueti "pensierini natalizi", diciamo così.

Il Milan ha festeggiato i suoi 120 anni, è stata una bellissima celebrazione, davvero. Il guaio è che la gente vorrebbe iniziare a gioire nel presente più che nel passato. Pioli sta facendo il suo dovere, la squadra (iellatissima contro il Sassuolo) ci sta provando, il problema – poi oh, ognuno la veda come vuole – è legato alla proprietà. Nessuno mette in dubbio la serietà di Elliott, ma proprio perché si tratta di “gestione seria” è evidente che fino a quando sarà il Fondo a gestire il club l’aspetto economico prevarrà su quello sportivo. Elliott vuole vendere e probabilmente ha già trovato il suo acquirente (tante le voci e altrettante le smentite su mr Louis Vuitton); il problema (non da poco) è capire “quando” avverrà il passaggio di consegne. Per dire, lo stadio: un club che non ha certezze sul futuro della sua "casa" è un club difficilmente vendibile, ma senza cessione il Milan penserà sempre ai conti e, insomma, è il caso che si acceleri il processo, viceversa "programmare" sarà sempre complicatissimo.

Ibra? Sette giorni fa scrivevamo di possibile alternativa alle “duellanti” Milan e Napoli. Ne siamo sempre convinti, anche se dal mondo rossonero arrivano frenate e ottimismo. Trattasi di strategia per spingere lo svedese a prendere la sua decisione - al momento Zlatan temporeggia - perché giocoforza diminuisce il tempo per ragionare sulle alternative.

A proposito di azzurri, non si può dire che Gattuso sia un uomo baciato dalla fortuna. All’esordio gliene succedono sempre di ogni - l’erroraccio di Koulibaly ora, il gol del portiere Brignoli del Benevento ai tempi del Diavolo -; sfortunato anche nel sorteggio di Champions League (il Barcellona fa paura). Occhio però, i catalani hanno subito due eliminazioni contro Juve e Roma negli ultimi scontri decisivi con le italiane e l’anno scorso sono stati rimontati dal Liverpool in una semifinale di ritorno che ha lasciato scorie pesanti nella testa di Messi e compagni. Gattuso ha due mesi per lavorare sulla testa degli azzurri prima del debutto in Champions. Curioso: anche Di Francesco quando eliminò i blaugrana con la Roma era alla sua prima esperienza nella grande Europa...

La Juve e il tridente sono un falso problema. Cr7-Higuain-Dybala sono poesia per gli occhi, un tridente che potrebbe asfaltare qualunque squadra (quantomeno in Italia). Sarri anche a Napoli rinunciò al trequartista (Valdifiori) per passare al tridente e creare una macchina perfetta. C’è solo un problema: chi rientra a copertura dei tre marziani? Higuain ha tante qualità ma non è certo "un Mandzukic" (inciso, dispiace vedere un giocatore così in disparte).

Atalanta. Chiedere “come andrà” è una cazzata. Meglio dire “come è andata”. Cito da twitter: "Percassi ha preso l'Atalanta. L'ha fatta diventare una certezza in A. L'ha portata in Champions. Ha rifatto lo stadio. Ora è agli ottavi. Non combina mai un casino. E la cosa clamorosa è che con il calcio ci guadagna pure. Straordinario lui, meravigliosa Dea". E con la benedizione dell’urna, c’è anche la possibilità di sognare un’altra impresa contro il Valencia.

L’Inter invece ha pescato i bulgari del Ludogorets nei sedicesimi di Europa League, ottima "pesca" in un momento che, sì, è difficile, ma è anche esasperato da parte dei media.

Se un alieno sbarcasse oggi sul pianeta Terra e leggesse quel che si dice dell’Inter, penserebbe non alla capolista della serie A insieme alla Juve, ma a una squadra allo sbando. “Conte ha perso la testa” e “Lukaku non è capace” e “la rosa è ridotta male”, più varie ed eventuali. Analizziamo il tutto. "Conte ha perso la testa". Balle. Da quando ha scelto di fare l’allenatore, semplicemente, Conte fa Conte. Può piacere o non piacere ma non lo vedrete mai dire "che bello, oggi mi bevo un tè sul divano", neppure dopo un eventuale trionfo, figuratevi dopo aver “regalato” due punti per un’ingenuità dei suoi ben oltre il novantesimo. 

“Lukaku non è capace”. Falso. Lukaku è capacissimo, ma non perché lo diciamo io e te al bar, ma perché a 26 anni ha segnato oltre 200 gol in carriera. Soprattutto, piace al suo allenatore che lo ha voluto per provare a stare in vetta alla classifica. Dov’è l’Inter al momento? In vetta alla classifica. Chi ha ragione al momento? Conte che ha voluto Lukaku. Lukaku ha le movenze di Van Basten? No, chi pensava a quel tipo di giocatore non ha capito una mazza. Lukaku ha sbagliato contro Barcellona e Fiorentina? Sì, così come ha fatto assai bene in quasi tutte le altre partite. Totale: dire che Lukaku è scarso è ingeneroso, dire "meglio Icardi" pure (i due giocatori sono forti entrambi ma non paragonabili, chi insiste nel confronto fa inutili salti mortali).

“La rosa è ridotta male”. Vero. E se dopo Borussia-Inter c’era parso che la lamentela di Conte fosse esagerata, ora che i centrocampisti “abili” sono... uno, non si può dar torto al tecnico. Per carità, può anche dipendere dal fatto che la sua idea di gioco contempli 90 minuti di intensità continua, ma il dato di fatto è che ora i nerazzurri hanno necessità di fermarsi per recuperare energie e titolari (Barella e Sensi su tutti).

E arriviamo all’Europa League: l’Inter deve affrontare la coppetta con il massimo impegno, altro che "chissenefrega" detto dai più. E questo per almeno un paio di motivi. 1) Puntare tutto sul campionato contro siffatta Juventus è assai pericoloso, l’esempio del Napoli di un paio di anni fa è esemplare (auto-eliminazione dalla coppa e bianconeri campioni d’Italia). 2) Rinunciare a una competizione significa perdere entusiasmo, soldi, possibilità di ruotare i giocatori (a gennaio ne arriveranno un paio, Vidal e Alonso sempre più "caldi"), dire al mondo intero "non siamo in grado". L’Inter, invece, “è in grado” di affrontare il doppio impegno già da quest’anno e comunque ci deve provare (pure in Coppa Italia, tra l’altro): nove anni di bacheca serrata sono francamente troppi.

Ultimissima: ci hanno mostrato l'opera d'arte anti-razzismo proposta dalla Lega Calcio: tre scimmioni multicolor. Noi di arte non ci capiamo una beata ceppa, ma a giudicare dai giudizi di chi ha visto il quadretto ci pare di capire che l'obiettivo non sia stato raggiunto. Decisamente no...

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