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Juve: la lezione di chi sceglie "uomini" prima che "giocatori". Inter: due arrivi e una camomilla per quelli che "è già finita". Milan: l'orologio di Mirabelli. Napoli: re Hamsik e un 2017 che snobba la rosa ristretta

Juve: la lezione di chi sceglie "uomini" prima che "giocatori". Inter: due arrivi e una camomilla per quelli che "è già finita". Milan: l'orologio di Mirabelli. Napoli: re Hamsik e un 2017 che snobba la rosa ristrettaTUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 26 dicembre 2017, 08:082017
di Fabrizio Biasin

"A te e famiglia".
Va ora in onda il calcenone, il primo editoriale scritto direttamente dal pranzo di Natale. Praticamente una boiata micidiale.

Al pranzo di Natale ognuno dice la sua sui temi più caldi del momento. È un grande classico: lo ius soli, il vincitore di X Factor, il finale di Gomorra, il Berlusca che legge alla radio, il nuovo giudice di Masterchef e, ovviamente, i grandi classici intramontabili (calcio e bellezze del mondo).

Al momento dell'aperitivo mio padre, noto beone, spariglia le carte e butta sul piatto un tema che molti attendevano non prima del panettone con cremina: "Povero Milan". Dice: "I cinesi non esistono" e "sono capitali di rientro del Berlusca" e "finirà malissimo". Praticamente il triplete del luogo comune. Raccoglie il consenso di Marione, un cugino acquisito e gran maestro di retorica e applausi facili. Marione a sua volta è ancora più netto: "Donnarumma è una vergogna! E suo fratello che prende un milione per non fare niente, anche di più! Il calcio è malato!". Il leccamento reciproco è ai massimi livelli, i due se la cantano e se la suonano e vengono interrotti solo dalla zia Carla, che vira sul nazionalpopolare: "Sono molto felice che Frizzi si sia ripreso!". Tutti annuiscono e parte addirittura un brindisi in onore del noto conduttore.
L'antipasto mari & monti è una vergogna di affettati, sottoli, insalate russe e capricciose, acciughe, sacrifici umani e nuove cattiverie. Questa volta sull'Inter. Il più fetente è l'ex curvaiolo Marco Bonatti, 60enne senza Dio e senza fissa dimora, da qualche anno ammesso alla mensa natalizia per volere di Giordano, il gran visir del focolare domestico. Bonatti non le manda a dire: "La solita Inter, io l'avevo detto che sarebbe finita così: le seconde linee arrancano, Suning se ne fotte, è chiaro che finirà tutto a puttane a meno che non vengano acquistati due, tre o anche cinque top player". Intervengo brandendo uno spiedino oliva-zola-uva-oliva (rara porcheria): "Cazzo dici Bonatti, se ti avessero detto che a Natale avresti avuto 40 punti ti saresti leccato i baffi". Bonatti fa la scarpetta e parte con i colpi bassi: "Ascolta Ciccio, guarda che qui non siamo in tv dove dici le tue troiate, io ho fatto 30 anni di curva, non mi intorti col tuo latinorum". La tensione è palpabile, ma l'arrivo in tavola della torta noci & mascarpone permette alla zia Carla di cambiare discorso: "Ho seguito molto il caso-Toffa, spero che ora stia meglio, ne beneficerà tutto il mondo del giornalismo nostrano". Il brindisi in onore della iena a base di spritz e altri alcolici modaioli arriva quasi spontaneo e permette di archiviare la pratica Inter (anche se lo scorrettissimo Bonatti si concede un ultimo "Brozovic ha rotto il cazzo!"). Un agghiacciante sandwich a forma di abete e composto da strati di pan Carré, salmone, pan Carré, tonno, pan Carré, calamari, pan Carré e bulloni chiude la tornata di antipasti.
Il calo di tensione è evidente, i commensali parlano svogliati e appesantiti, il cugino Claudio, fino a quel momento taciturno, prova a ritagliarsi uno spazio sfruttando un grande classico dei pranzi di Natale: la gaffe travestita da complimento. "Come sei dimagrita zia Diletta!". Gelo in sala. Tocca a Giordano fare chiarezza: "Claudio, la prozia Diletta è in dialisi da sette mesi, non hai visto che ha saltato la noci & mascarpone?". Claudio prova a mischiare le carte gettando nella mischia il caso Dybala: "Se l'argentino non tira fuori gli attributi, con Allegri avrà vita difficile".
Il risotto radicchio e salsiccia accompagna una sequenza di puttanate incredibile.
Marione: "Per me può essere ancora il nuovo Messi".
Bonatti: "È sopravvalutato".
Giordano: "Ritengo possa essere il Messi italiano, non di più".
Diletta, con un filo di voce: "Claudio sei una merda".
La zia Carla, maestra di strategia, sa quali corde andare a toccare per stemperare tensioni e Terze Guerre Mondiali: "Il nuovo giudice di Masterchef, Antonia Klugmann, è una stronza! Però fa bene a esserlo!". La tavolata approva, parte una boccia di Amarone presa al mercato nero, Bonatti si indigna: "Vergognatevi a guardare quei programmi del menga, povera Italia!".
"Povera Italia!" è un altro grande classico di tutti i pranzi di Natale e dà il là a una serie di frasi-fatte da ulcera bestiale: "L'Euro ci ha rovinato", "che vergogna i politici", "è tutto un magna magna", "Venezia bella, ma non ci vivrei", "il coreano non lancia la bomba perché se la lancia sono cazzi suoi", "si stava meglio quando si stava peggio".
Su "si stava meglio quando si stava peggio" e con la combo arrosti + formaggi in arrivo, tento la mossa della disperazione per chiudere definitivamente il cerchio dei luoghi comuni: "Con Insigne in campo si andava ai Mondiali!". Giordano si alza in piedi, mi indica e rivolto a tutti esclama: "Questo è mio nipote!". E poi: "Ventura, perché l'hai fatto! Percheeeeeeé!!!". Bonatti chiede un minuto di silenzio per l'Italia assente dai Mondiali, ma da buon bombarolo non si trattiene: "Sarri limitato nel suo essere tatticamente talebano, così facendo non vincerà lo scudetto. Allegri gli bagna il naso". Tal Costangelo, fidanzato acquisito della cugina Patrizia (a sua volta grande ammiratrice di Damiano dei Maneskin), dà di matto: "Basta con questa stronzata di Sarri inadatto! La Juve ha una rosa certamente più completa, ma il Napoli negli undici è più forte. Non condivido la scelta quasi volontaria di uscire dalla Champions, ma se regge il famoso patto dello spogliatoio questa volta possono arrivare fino in fondo". La zia Carla è pronta a giocarsi la carta "qui una volta era tutta campagna, pensate", ma colta da stracciamento di maroni si lascia andare: "Ma questo Bonatti perché deve romperci l'anima tutti gli anni? Non può andare alla mensa dei poveri a fare il suo Processo di Biscardi?". Bonatti, assai permaloso, si alza di scatto quasi a volersene andare, Diletta la risolve in un rantolo: "Ci sono le poesie dei bambini, su, fate i bravi".
Mandarini e torroni fanno da contorno all'agghiacciante usanza della poesia recitata. Bambini con bronchiti e molto sudati, sporchi di sughi e rincoglioniti dalla Playstation dicono cose come "Che bello il Bambinello, non lo vedi ma è nel tinello" o "il Natale ci rende buoni, ma meglio se hai i milioni". Zie di secondo piano mi fissano e dicono "Che bravi", rispondo "cazzo dite?", infine il piccolo Santuccio si ribella: "Io non voglio dire la poesia, ma solo che secondo me Di Francesco con la qualificazione della Roma agli ottavi di Champions è la più bella sorpresa di questa prima parte della stagione". Giordano lo indica ed esclama: "Quello è mio nipote! È mio nipote!". Poi mi guarda come per dire "sei fottuto, Santuccio ti farà presto le scarpe". Chili di cremina al mascarpone avvolgono fette bislunghe di panettone, fuori è buio, i fornelli accesi da 7 ore si apprestano a far bollire l'acqua per i tortellini in brodo, alcuni parenti minori dissimulano paresi al viso e forse sono morti, alcuni bambini scemi urlano "mi fa volare!", Bonatti percepisce il mio disagio, mi guarda e con lentezza studiata assesta il colpo finale: "...e quindi fra una settimana inizia il mercato di riparazione eh...?". E così tramonta il primo Natale senza sua maestà Paolo Villaggio.
(Twitter: @FBiasin).

Inutile angolo delle cose serie

INTER
Chi dice "occhio, c'è un problema" ha stra-ragione, la moltitudine di quelli che "ecco, è finita", invece, dovrebbero serenamente darsi una calmata. L'Inter ha bisogno di rinforzi? Sì, la cosa è nota da agosto. L'Inter è allo sbando come qualcuno vuol far credere? No, anche se l'ipotesi ispira qua e là libidinose articolesse da tregenda. A gennaio arriverà Bastoni a dar man forte in difesa, oltre a un rinforzo per il reparto avanzato. Inutile far nomi, al momento vorrebbe dire raccontare balle.

MILAN
La situazione è sotto gli occhi di tutti, imbarazza e a tratti spaventa. Quando una stagione nasce male e rimetterla in piedi pare impossibile, diventa essenziale "non sbracare". Al momento i giocatori del Milan non sembrano aver recepito l'allarme rosso. Molto (moltissimo) passa dal derby di domani sera. Un eventuale ko in Coppa Italia significherebbe andare "oltre la crisi" e dovrebbe portare un dirigente come Mirabelli a riflettere su una frase che lui stesso ha pubblicizzato un paio di mesi fa: "Tutti hanno una scadenza". Del resto, oltre ai 200 milioni investiti (gli acquisti vanno valutati su un periodo decisamente più lungo di 4 mesi) sono gli ingaggi milionari che rischiano di pesare come macigni sul giudizio del direttore sportivo rossonero.

NAPOLI
La risposta dei partenopei a quelli che "hanno una rosa troppo corta" l'ha data il campo, ancora una volta. Il Napoli si appresta a chiudere un 2017 che sotto il profilo dei numeri fa venire i brividi: 365 giorni con una rosa "ristretta", 365 giorni da record. Capitan Hamsik, invece, il record se l'è preso già. Onore a lui, rarissima "bandiera".

JUVENTUS
Diventa stucchevole dover ripetere sempre la stessa cosa, ma è quasi inevitabile: Allegri ha ricostruito il fortino bianconero e creato le premesse per l'ennesima stagione sotto i riflettori.
Il complimento più grande, però, oggi va a giocatori come Matuidi: essere forti non significa necessariamente riuscire a "capire" un nuovo ambiente. Lui - ma in larga parte tutti i nuovi acquisti - ci sono riusciti. Comprare "uomini" è quasi sempre più importante che comprare "ottimi calciatori". La Juve in questo senso non sbaglia praticamente mai.

Saluti, buona digestione, buon tutto.
E ricordatevi che gli avanzi del giorno dopo hanno un fascino che spesso va oltre la grande bellezza del giorno prima.