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Juve: Morata c’è ma… non finisce qua. Inter: Vidal e il clamoroso incastro a centrocampo. Milan: Ibra e il pericolo scampato. Roma: il nemico in casa

Juve: Morata c’è ma… non finisce qua. Inter: Vidal e il clamoroso incastro a centrocampo. Milan: Ibra e il pericolo scampato. Roma: il nemico in casaTUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 22 settembre 2020, 07:27Editoriale
di Fabrizio Biasin

Mancano due settimane alla fine del mercato estivo. Mancano due settimane all’inizio del mercato invernale. Mancano due settimane a “tutto e niente”, insomma, tanto il mercato è come la d’Urso, c’è sempre, ma ora anche di più perché son tutti agitatissimi, vogliono completare le rose e dire “siamo stati bravi, abbiamo fatto ogni cosa pur senza soldi!”.

Completare le rose senza avere un quattrino da spendere è molto complicato, ma nel calcio si riesce a fare anche questo. Basta utilizzare la formula magica “prestito con diritto”.

Il prestito con diritto è un po’ come il “Topoli libera tutti” del nascondino, permette di rimandare i problemi sia a chi acquista, sia a chi vende. Tutti stanno sfruttando codesta formula magica e pazienza se tra nove mesi i bilanci sembreranno tocchi di groviera, perché nel frattempo, magari, chi comanda cambierà i regolamenti, proporrà succulenti condoni, oppure arriverà un'altra pandemia che offre alibi e tutti i debiti si porta via.

(E anche per questa settimana la quota “incipit moralista” l’abbiamo coperta. Veniamo ai fatti).

Fatto numero 1: la Juve ha preso il suo attaccante, si chiama Alvaro Morata, un tizio che già qualche anno fa giocava in bianconero. Lo allenava Allegri, ora tocca a Pirlo. Arriva con la formula del “ti do un po’ di milioni quest’anno, una decina, poi decido se restituirtelo o allungare il prestito con un'altra decina di milioni, infine vedremo se riscattarlo oppure no”. Una specie di leasing, come con le macchine. Ben fatto.

Ma, diciamolo, la Juve voleva pure Dzeko. E secondo molti sognava anche Suarez. E, allora, se passi da Suarez a Dzeko e infine acchiappi Morata significa che, sì, porti a casa un grande attaccante, ma significa pure che chi gestisce le cose in casa bianconera non ha le idee chiarissime. Quei tre lì sono giocatori assai diversi, che implicano “impegni” diversi, sia sul campo che nei conti.

“Quindi Dzeko nulla?”. Ottima domanda. Il 3-5-2 visto contro la Samp ci fa pensare che la Juve cerchi comunque una punta in più e che proverà ancora a sbrogliare l’intricatissima matassa: Napoli e Roma non hanno un accordo per Milik, i giallorossi non possono liberare il loro capitano, tra l’altro “panchinato” contro il Verona. Possibile che l’avvicinarsi del “gong” di mercato ammorbidisca le posizioni di tutti.

Ah già, Pirlo. L’esordio da tecnico del campione del mondo si è rivelato più che buono, l’errore è stato trasformarlo in un pretesto per massacrare il suo predecessore, che poi è Sarri. Son cose molto italiane e parecchio meschine, diciamolo.

Dopo solo settemila tentativi e altrettanti “arriverà nelle prossime 24/48 ore”, l’Inter acchiappa Vidal. Gran bell’affare. Il cileno con la cresta firma per due anni e si accasa ad Appiano Gentile. Se pensate che a gennaio il Barcellona l’avrebbe ceduto a non meno di 20 milioni, capite bene che si tratta di un colpaccio (“ma con Vidal magari vincevi lo scudetto!”, dice il precisino. “Ma a Conte hanno preso Eriksen, mica mio nonno!”, risponde quell’altro. “Ma Eriksen a Conte non piace!”, replica il primo. E così via).

Il dato di fatto è che il centrocampo dell’Inter è bello che formato (Kante a parte che, però, pare una ciliegina troppo complicata da apporre su una torta già piuttosto ricca). Eccoli qui i 10 giocatori iscritti al gruppone, in ordine rigorosamente sparso: Vidal, Brozovic, Barella, Eriksen, Sensi, Gagliardini, Nainggolan, Vecino, Agoume, Joao Mario. In un attimo spuntano due domande: 1) Chi lascia la truppa? No, perché, diciamolo, al momento là in mezzo sono troppi. 2) Posto che Conte giocherà con il 3-5-2 o con il 3-4-1-2, chi sono i tre centrocampisti destinati a conquistare una maglia da titolare?

Quesito 1). Joao Mario non fa parte del progetto, Vecino pure. Per questi due è difficile immaginarsi una formula diversa da quella del prestito con diritto di riscatto. Ne restano otto. Agoume lo vogliono in molti, andrà via in prestito (senza diritto) a farsi le ossa. E siamo a sette. Tocca capire cosa si fa con Nainggolan: il Cagliari insiste, ma cerca una formula simile a quella utilizzata con Godin (buonuscita al giocatore più qualche mensilità pagata dall’Inter). Si farà? Diciamo 51% sì, 49% no.

Quesito 2): chi gioca? Non bisogna trasformarsi nel Divino Otelma per immaginare Vidal titolare fisso. Il mister lo ha voluto, il mister lo farà giocare. Con lui ci mettiamo Barella, ovvero il giovane cresciuto più di tutti nel corso della stagione passata. In mezzo ai due - e a meno di cessioni imprevedibili - continuiamo a pensare che il tecnico punterà su Brozovic: conosce bene i meccanismi contiani e ha accumulato esperienza in quantità. E Sensi? Buono per una qualunque delle tre piazze, al punto che possiamo considerarlo a sua volta “titolare”, soprattutto nell’era delle cinque sostituzioni.

“Ma... - direte – Eriksen ‘ndo sta?”. Calma. Non abbiamo alcun tipo di certezza (come sempre), ma la sensazione è che Conte quest’anno intenda seriamente provare ad alternare 3-5-2 e 3-4-1-2; a quel punto, oltre a due dei tre “muscolari” citati qualche riga fa, ci sarebbe spazio anche per il danese, che poi è anche il giocatore più talentuoso di tutto il lotto. Fine.

Questa straordinaria favoletta dove c’è posto per tutti è stata offerta da “Biasin”, giornalista che moltiplica gli spazi in campo (diciamo che – sciocchezze a parte – questo centrocampo è davvero un gran bel mix di tecnica e quantità).

Consuete cose a caso e andiamo a chiudere.

-È appena terminata Milan-Bologna. Ha vinto il Diavolo che prosegue il brillantissimo post-isolamento grazie a Ibra, ovvio, e alla scelta del club di proseguire con Pioli. Ora, per completare un bel mercato, mancano un difensore centrale in più e un rinforzo a destra. L’ex tecnico designato, Rangnick, ha detto così: “Per me, la firma di Ibrahimovic all’epoca era una contraddizione in sé, a causa della strategia che volevano seguire”. Ecco, forse la strategia che volevano seguire era una cazzata.

-Osimhen per me è forte. Ma certamente di più per Giuntoli che, infatti, l’ha comprato.

-Pandev è più giovane adesso di quando era giovane.

-Candreva è a un passo dalla Samp. La Samp porta a casa un grande professionista e un ottimo giocatore, anche se “i social” dicono di no. Ah, i social…

-Lascia il suo capitano in panchina, si dimentica di sistemare la pratica Diawara: l'avversario più temibile, la Roma, ce l'ha in casa.

Buon Natale.

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