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Kolossal panchine: Agnelli voleva Zidane e Guardiola, si accontenterà di qualcun altro. Conte aspettava una super big, chissà se potrà diventarlo l'Inter

Kolossal panchine: Agnelli voleva Zidane e Guardiola, si accontenterà di qualcun altro. Conte aspettava una super big, chissà se potrà diventarlo l'Inter
domenica 12 maggio 2019, 07:44Editoriale
di Andrea Losapio

È stata una settimana complicata. Di voci, incontri segreti e pochi fatti. Ma ci si avvicina al finale, come in Game of Thrones, dove tutto dovrà andare a posto o quasi. Le settimane passate possono essere le stagioni di una serie tv, partendo dall'addio di Zinedine Zidane al Real Madrid. Cristiano Ronaldo che va alla Juventus, Lopetegui che lascia la nazionale spagnola, il Milan che non cambia mai Gattuso, la Roma che va avanti con Di Francesco grazie alla semifinale di Champions League ma con più di qualche malumore. Poi la sceneggiatura che cambia continuamente, da Solari a Conte che ha una causa pendente con il Chelsea ma non va al Real Madrid, Pochettino che non si muove se non per 40 milioni di euro, Mourinho che va via dallo United che prende Solskjaer e addirittura lo conferma dopo grandi partite.

Il kolossal va verso la fine. Juventus, Milan e Inter che cambiano l'allenatore insieme. Non capita dal 2010, ultimo anno di una vittoria di una italiana in Europa: era l'Inter di Mourinho, che poi diede la panchina a Benitez. I rossoneri scelgono Allegri, la Juventus va su Delneri, con Marotta al primo anno in bianconero. Otto anni dopo tutto quanto è cambiato, anche nelle gerarchie, con la Juventus per otto anni conecutivi vincente in Europa. Tornando rapidamente su quello che è successo: la Juve, a dicembre, aveva trovato un accordo di massima con Zinedine Zidane, senza però metterla nero su bianco. Nove milioni di euro all'anno. Poi arriva il Real Madrid: 15 e contratto triennale. E il cerino rimane in mano, perché Guardiola - altra grande scelta - poteva essere l'uomo giusto, ma l'eliminazione del City ai quarti paradossalmente ha cambiato in peggio le cose. Diciotto milioni di euro annui non sono bruscolini, ma in questo momento il City non vuole cambiare. Chi vorrebbe farlo è Pochettino, dopo la finale di Champions, chissà che non sia lui il nome giusto. Poi Gasperini, Inzaghi e altri, ma al momento c'è grande baraonda. E Allegri? Non è scontato che non rimanga, ma senza un rinnovo.

Nella scenografia del kolossal rischia di sfilarsi Antonio Conte, epicamente intenzionato a ritornare alla Juventus a "finire il lavoro". Era la sua prima opzione, tempo imperfetto perché Agnelli non è convinto dopo le turbolenze dell'ultimo giorno del luglio 2014. Contatti cordiali, ma non abbastanza per permettere un ritorno. Il PSG forse si orienterà verso Pochettino - citato per la terza volta, ma lì ci ha giocato e ha ottimi rapporti con l'ambiente, conosce già la lingua, sebbene da Parigi assicurano di rimanere con Tuchel - e il Manchester United ha mantenuto Solskjaer. L'Inter è un'opzione interessante, triennale a 9 milioni di euro netti, ma voleva avere un paio di certezze. Chissà se le avrà anche sul mercato: l'Inter sarà fuori dal fair play finanziario, qualcosa ha già messo in piedi (Godin) e qualche obiettivo importante ce l'ha. Conte può far tornare l'Inter a livelli altissimi, da capire come sarà la situazione Spalletti, 28 milioni lordi in due anni da corrispondergli.

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