Mancini e l'Inter: l'allenatore non può fare il manager. Altrimenti si rischiano casi come Van Gaal al Manchester United
Ho seguito con interesse il desiderio di Mancini di voler fare il manager dell'Inter, come molti allenatori d'Oltremanica o come quando guidava il Manchester City. So come ragionano i tecnici. Hanno una paura fottuta di essere esonerati, anche se strapagati e se possono contare su una buonuscita. So anche come sono soliti valutare un calciatore. Prima privilegiano quelli che hanno allenato, perché ne conoscono il carattere e sanno che non saranno traditi, e poi quelli che si adattano al loro modo di interpretare il calcio. Che non è quasi mai lo stesso, anche se i moduli lo potrebbero far pensare. Della società, del bilancio, della situazione economica e quindi del futuro se ne fregano: l'imperativo categorico è salvare le chiappe. Aggiungo che esiste anche il terrore di essere fregati dal D.G. o dal D.S. di turno, che invece di fare gli interessi della società cura i propri, pronto a scaricare le colpe, in caso di un rendimento non pari alle attese, sul tecnico. Quindi attenzione a non demonizzare l'allenatore, perché succede anche che venga usato.
Detto questo, torniamo al caso Inter-Mancini, ma potrei parlare del rapporto appena chiuso Manchester United-Van Gaal o di altri ancora. Al di là del fatto che Roberto ha dimostrato di aver sbagliato non pochi acquisti da quando è ritornato e che il tecnico olandese ha fatto spendere 250 milioni di euro in 18 mesi, mi domando come un club possa accettare questo modus operandi. A maggior ragione se si pensa alle cifre che corrono e che, spesso, una valutazione errata può mettere in crisi l'azienda. Ritengo perciò che ogni acquisto vada attentamente ponderato, dopo aver ascoltato il tecnico, ma sempre con il presidente al tavolo della trattativa. E non si potrà mai prescindere da una domanda: "In caso di fallimento, quanto si perderà?". Se la cifra sarà accettabile si potrà proseguire, altrimenti no! A meno che non si tratti dell'ultimo tassello che potrebbe portare al titolo.
Le poche volte che ho accontentato un allenatore ho sempre sbagliato, perché il tecnico, se è bravo, deve migliorare il materiale a disposizione, motivare e gestire il gruppo e tenere i rapporti con i media. Al resto penserà la società, che prenderà calciatori ancora più forti di quelli richiesti, ma che andranno bene con chi verrà dopo di lui e con altri ancora. E, cosa ancor più importante, quando mai un allenatore-manager sarà capace di vendere uno che ha voluto e ha fallito? Mentre il direttore che conosce il mestiere sa già come riciclarlo se non si esprimerà. Infine, forti di convinzioni radicate e di esperienze vissute da altri, quando i Van Gaal di turno insistono su un nominativo sul quale il club non è d'accordo, dite al mister che sarà accontentato se firmerà un assegno a garanzia di pari importo, nel caso non saranno rispettate le attese. Avrete risolto il problema.