Mercato da pazzi, i grandi club muovono tutto. La lenta, lentissima corsa verso l'Europa League che fa saltare tournée milionarie
Per capire come sarà la prossima estate bisogna leggere i giornali di questo periodo. Perché in questo momento i club tirano le somme, capiscono chi può andare via e chi deve rimanere, muovono i fili per un eventuale cambio di panchina, di dirigenza o solamente di campo d'allenamento. In linea teorica rischia di essere un mercato esplosivo. Prendendo le prime 7-8 di Europa ci sarà un giro di campioni da capogiro: il Real Madrid cederà Benzema e forse Morata, Varane è in discussione mentre James Rodriguez potrebbe essere costretto a rimanere più per una questione di opportunità che non di reale voglia. Il Barcellona nella passata stagione ha iniziato un percorso di rinnovamento decisivo, sbagliando però qualche acquisto, dovrà svecchiare la rosa e rischia di perdere Neymar, obiettivo di quasi tutti i "super club". Come il Paris Saint Germain e, in realtà, pure il Manchester City. Gli allenatori poi inforcano porte girevoli, da Emery a Simeone, passando per Tuchel o Wenger. Chissà se rimane il francese oppure se ne va, come Guardiola del resto. Una cosa è certa: dopo un inverno imbarazzante a livello di colpi (in tutta Europa) le grandi si muoveranno come ingranaggi di orologio, in un domino potenzialmente infinito.
Ci sarà anche la Juventus, ovviamente. Il 2-0 del Louis II pone al riparo da sorprese sgradite, a meno di cataclismi che in questo momento sarebbero imprevisti (e imprevedibili) ma i bianconeri qualcosa faranno. Probabilmente Keita per la fascia, forse anche un altro esterno se Mandzukic dovesse essere scontento di sacrificarsi sulla corsia. Un centrocampista potrebbe servire ma dovrebbe - ed è un condizionale d'obbligo - il solito trequartista per fare rifiatare Dybala. Un obiettivo è anticipare il ritorno di Spinazzola, mentre per Conti ci sarà nutrita concorrenza e rischio asta. E poi il portiere... Detta così non sembrerebbe una squadra capace di vincere 6 scudetti di fila e essere lì lì per la finale di Champions, ma per continuare a vincere è impossibile fermarsi, Marotta lo sa bene.
Così come a saperlo è Monchi, nuovo direttore sportivo della Roma, ma forse non chi lo ha preceduto. Perché Franck Kessie è un obiettivo molto caldo per i giallorossi, la notizia - sbarcata a gennaio su tutti i giornali - del suo approdo alla Roma trovava conferme negli ambienti vicini ai club, ma non all'agente. Probabilmente perché sono stati fatti i conti senza l'oste e in un momento in cui c'è stata una deregulation di questa figura c'è una tendenza generale a scavalcare chi rappresenta e tutela gli interessi dei calciatori. Non volendo dare un giudizio di merito a questa pratica, è però chiaro che il rischio di farsi soffiare clamorosamente Kessie è parecchio alto. Poi dipenderà dalle altre società interessate, prima di tutte quelle straniere. In ogni caso è stata una bella settimanina per il nuovo dirigente romanista: prima annuncia che Totti lascerà il calcio (lo avevano già detto Baldissoni e altri, ma l'ufficialità è questa, visto come è stata gestita la dichiarazione da Pallotta) e poi vede quattro manichini penzolare vicini al Colosseo. C'è anche chi riesce a minimizzare il tutto, dando la colpa ai giornalisti. Vabbè. Personalmente mi scuso perché inizialmente avevo pensato fossero stati tifosi della Roma.
Poi ci sono i soliti Inter e Milan: le meneghine potrebbero vivere meglio la propria corsa all'ultima piazza dell'Europa League, ma i passi falsi sembrano intensificarsi con il finale di stagione. Lungi da noi pensare che le eventuali tournée in Medio Oriente da cancellare possano essere una motivazione, è una visione un po' troppo populista e probabilmente errata, come quella del paracadute per chi va in B. Però è anche vero che ci sono degli ottimi soldi in ballo e un brand da far crescere e rilanciare dopo anni di scelte sbagliate. Suning, fortuna sua, non si è trovata nell'ambigua situazione di dover per forza confermare un tecnico, Pioli, che ha fatto benissimo fino a un certo punto, ma che non è ancora all'altezza di una squadra che vuole vincere tutto (e che ha difficoltà societarie, ancora oggi). Montella è diverso, ha dovuto fare le nozze con i fichi secchi e ne sta uscendo un matrimonio laico, non frizzi e lazzi ma nemmeno da buttare. Si può dire che il Milan è inferiore all'Inter? Forse non all'Atalanta, ma orobici e la Lazio stanno tenendo giri da Champions League, fossimo in una stagione diversa.
Per finire, pensieri sparsi. Complimenti a Simone Inzaghi e Maurizio Sarri, due grandi professionisti che meritano una carriera di successi. Spalletti probabilmente lascerà Roma ma non farà un anno sabbatico, Paulo Sousa doveva salutare Firenze un anno fa perché da Lisandro Lopez e Mammana in poi i dirigenti viola non ne hanno azzeccata una: Corvino ha speso 21 milioni di euro per Milic, Olivera, Dragowski, Toledo, Sanchez, Maganjic e Diks. Si potrebbe obiettare che pure Marcos Alonso all'inizio non era un granché, ma forse ci sarebbe bisogno di altro. Finalmente la Spal ritornerà in Serie A, speriamo che riesca a salvarsi e non fare come le ultime Cenerentole del nostro campionato. La madre degli idioti è sempre incinta, basti rivolgere lo sguardo a chi imbratta Superga. La lotta salvezza si infiamma con il Crotone, coinvolgendo anche chi ha venduto i migliori a gennaio come il Genoa di Preziosi: togliere i pezzi al giocattolo può funzionare solo con l'allegro chirurgo. Infine la grande sorpresa del mancato closing a Palermo. Leggetela come volete: se poi lo giudicate sarcasmo, beh, avete ragione.