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Milan affonda col Toro. Giampaolo in bilico. Spalletti in preallarme. Piatek un disastro. L’Inter più vicino alla Juve, fatturato record. Ronaldo ok, Mandzukic vuole Manchester. Sarri-Allegri, siamo alle comiche

Milan affonda col Toro. Giampaolo in bilico. Spalletti in preallarme. Piatek un disastro. L’Inter più vicino alla Juve, fatturato record. Ronaldo ok, Mandzukic vuole Manchester. Sarri-Allegri, siamo alle comicheTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 27 settembre 2019, 07:12Editoriale
di Enzo Bucchioni

Il Milan si fa rimontare dal Toro e la posizione di Giampaolo ora comincia davvero a essere in bilico. I numeri lo inchiodano, in cinque giornate i rossoneri hanno battuto soltanto le neopromosse Brescia e Verona, quest’ultima in dieci e su rigore. I limiti nella costruzione del gioco sono evidenti, appena tre gol segnati, due su rigore, soltanto l’Udinese ha fatto peggio con due gol all’attivo. Giampaolo dopo troppi esperimenti si è stabilizzato sul 4-3-3 che non è il suo modulo di riferimento, per cercare di far giocare Suso, ma è evidente che la manovra non sia fluida, situazione aggravata dall’assenza totale di Piatek che sembra la brutta fotocopia del goleador di un anno fa.

Colpa del Milan che non lo mette nelle condizioni migliori o della vena esaurita del polacco? Uno dei tanti interrogativi ai quali Giampaolo dovrà rispondere in fretta prendendo delle decisioni coraggiose e cominciando a utilizzare l’organico al completo.

Ieri sera alcune scelte sono sembrate azzeccate, Bennacer (ad esempio) molto meglio del lentissimo Biglia del Derby, il primo tempo i rossoneri l’hanno giocato a un discreto livello, sembravano in crescita, forse il miglior Milan visto finora, ma nella ripresa è bastata la grinta di un Toro ritrovato a spazzare via dal campo una squadra impaurita, con poche certezze e zero personalità e ancora non in grado di tenere il campo. Proprio Piatek ha sbagliato clamorosamente il gol del raddoppio solo davanti a Sirigu dando il via alla rimonta del Torino che ha puntato sulla rabbia e sull’orgoglio, ma anche sulle mosse decisive di Mazzarri che è passato dal 3-4-1-2 al 4-4-2 facendo perdere tutte le coordinate ai rossoneri. E lì il Milan è sparito dal campo. Giampaolo ha contribuito al crac sostituendo Leao (molto vivo) e non Piatek, ha dato lui per primo la sensazione di aver paura togliendo una punta e non è bastato il forcing disperato degli ultimi minuti.

E pensare che Maldini aveva confermato Giampaolo prima della partita, ha spiegato della fiducia totale nell’allenatore da parte di Elliott prima ancora di Gazidis e dello staff tecnico, ha ridetto che un allenatore così va aspettato e fatto lavorare, l’esempio di Sacchi è sempre vivo trent’anni dopo, ma la situazione non è così facile e con questo risultato forse impossibile da difendere.

Fino a quando il Milan potrà aspettare? E se è vero che Elliott non ha intenzione a breve di investire su un altro allenatore, è anche vero che il Milan deve tornare ad essere protagonista prima possibile, questa spirale negativa penalizza anche dal punto di vista economico. Che fare?

La sensazione è che a Giampaolo saranno concesse attenuanti fino alla sosta del mese di novembre. Si aspettano da lui idee chiare e coraggiose, l’utilizzo degli uomini arrivati in estate e anche esclusioni eccellenti qualora ce ne fosse bisogno. E torno anche al modulo. L’allenatore gioca un 4-3-3 che non gli appartiene. Il problema è Suso che da trequartista non funziona, ma un Suso non può condizionare una squadra intera. Un altro problema, come detto, è Piatek che non segna più. Giampaolo ha carta bianca, il trequartista volendo lo può fare Calhanoglu con Paquetà (quando recupera) interno, presto potrà giocare di più anche Bonaventura. In avanti Leao è pronto e forte fisicamente, Rebic può fare la seconda punta. E Krunic, ottimo centrocampista e volendo trequartista, che fine ha fatto? Insomma l’ultimatum è arrivato. Boban ha già parlato con l’allenatore ieri sera, oggi dovrebbe esserci un altro faccia a faccia. Ci si aspettava molto di più e si attende ora una reazione immediata, magari ripartendo dalle cose buone del primo tempo di ieri sera e apportando gli opportuni correttivi.

Comunque la situazione resta incandescente, la sensazione che Giampaolo stia pagando il salto di categoria è molto forte, forse è lui per primo che ha bisogno di adattarsi ai meccanismi, alle tensioni e alle pressioni di un grande club. Riuscirà a tirare fuori il meglio e dimostrare personalità? A questa domanda può rispondere soltanto lui. Comunque c’è chi si sta guardando attorno per conto del Milan. Un sondaggio con Spalletti, l’allenatore senza panchina più illustre, è stato fatto. Non avrebbe problemi a passare dall’Inter al Milan, ma ha ancora due anni di contratto con i nerazzurri a cinque milioni l’anno più bonus. Se l’Inter va bene prende pure lui i benefici. Ma Boban vuole verificare anche possibili altre soluzioni nel panorama internazionale. E, questo è certo, se non dovesse arrivare un risultato positivo domenica sera contro la Fiorentina non è escluso che la situazione possa precipitare anche sull’onda di una tifoseria sempre più scettica che non ha capito certe mosse e soprattutto l’arrivo di un allenatore dalla Sampdoria. Con tutto il rispetto.

Sull’altra sponda di Milano, invece, si godono il primo posto in classifica, ma anche un bilancio straordinariamente positivo dopo tanti anni di vacche magre. L’Inter sta arrivando ai vertici in campo, ma è sorretta anche dal fatturato che per la prima volta ha sfondato il muro dei 400 milioni fermandosi a 415, un venti per cento in più rispetto all’anno precedente. Sappiamo bene che oggi per comprare grandi giocatori e per vincere servono fatturati alti, fair play finanziario docet, e Suning da tempo sta lavorando in questa direzione. Anche dal nuovo sponsor che sembra destinato a sostituire Pirelli, dovrebbe arrivare una nuova sostanziosa spinta milionaria. E se è vero che la Juve fattura oltre seicento, con questi numeri l’Inter ha fatto un balzo in avanti notevole che va di pari passo con la ristrutturazione societaria (Marotta) e l’ingaggio di Conte in panchina. Programmi che hanno un unico obiettivo: riportare l’Inter fra le grandi d’Europa.

A proposito di Juve, Ronaldo s’è allenato, domani sarà disponibile. Mandzukic invece non sembra aver intenzione di andare in Qatar. Preferisce restare ai margini, non giocare fino a gennaio per passare poi al Manchester che l’ha contattato per sostituire l’infortunato Rashford e supplire alle cessioni di Lukaku e Sanchez. Tre mesi ai box per ripartire. Intanto, per la cronaca, è sempre più divertente l’analfabetismo calcistico di tanti, forse troppi, anche di quelli che pensano di essere dei maitre a penser. A chi dice e scrive che la Juve di Sarri gioca come quella di Allegri propongo un Daspo e un corso di ripasso obbligatorio sui principi di gioco e metodologie calcistiche a Coverciano…

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