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Milan e Inter si accapigliano spendendo e spandendo, mentre il Napoli centellina le risorse comprando ciò che serve e trattenendo ciò che già aveva. Anche Higuain, che ieri De Laurentiis ha confermato di cedere solo in cambio della clausola da 94

Milan e Inter si accapigliano spendendo e spandendo, mentre il Napoli centellina le risorse comprando ciò che serve e trattenendo ciò che già aveva. Anche Higuain, che ieri De Laurentiis ha confermato di cedere solo in cambio della clausola da 94 TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 12 luglio 2015, 00:002015
di Raffaele Auriemma
Laureato in Giurisprudenza, scrittore, giornalista professionista, radiocronista dal 1985 e telecronista Mediaset Premium per le partite del Napoli. Corrispondente di Tuttosport, coordinatore per Piùenne, produce e conduce "Si gonfia la rete"

Volano i droni sul Napoli che si affida alla tecnologia per migliorare la difesa, ma la notizia del giorno arriva dalla telecamera sbiadita di un telefonino. "Higuain va via? Ma magari non rimanesse... Con 90 milioni di euro ne compro 8 di giocatori": la confessione resa da De Laurentiis ad un tifoso è stata ripresa in semiclandestinità da un apparato di pochi euro e rimbalzata in tutto il mondo dei tifosi partenopei. "Ma come, De Laurentiis sta scaricando il Pipita?", la reazione a caldo è stata questa, con l'imbarazzo e lo stupore di chi pensa che nella prossima stagione dovrà essere il Pipita a fare la differenza. Io credo che il senso delle parole pronunciate dal presidente sia totalmente opposto rispetto alla reazione emozionale di chi teme in un ridimensionamento della squadra. Quel "ma magari" deve essere un elemento di conforto e non un nefasto presagio, testimone di una determinazione forte che il patron ha sviluppato immediatamente dopo aver salutato Benitez con il ghigno sardonico di chi avrebbe ben volentieri accompagnato il suo addio con una lunga di scia di poco cortesi parole. Quella clausola rescissoria-choc esiste, vale e va rispettata dagli eventuali acquirenti del Pipita. Poi, con 90 milioni di euro in cassa, il Napoli potrà mettersi al passo delle milanesi che hanno fatto il bello ed il cattivo tempo sul mercato, grazie a prestiti multi milionari e facoltosi investitori asiatici. Fino a quando il club azzurro non farà cessioni eccellenti, non c'è alcuna necessità di lanciarsi a capofitto sul mercato, se non per prendere quei calciatori che realmente occorrono per migliorare il gruppo che ha clamorosamente chiuso lo scorso campionato al quinto posto. Con il 33enne Reina in porta, il 29enne Valdifiori nel ruolo di regista da sempre assente in casa azzurra ed il 28enne Astori appena arrivato per potenziare la difesa, la squadra è diventata molto più equilibrata rispetto al passato, con un investimento minimo (a Reina è stato pagato solo l'ingaggio triennale) di 10,5 milioni di euro per i cartellini di Valdifiori ed Astori.

Dicesi: mercato intelligente. Purchè al 31 agosto non ci siano cessioni dolorose e nella considerazione che gli arrivi di due italiani come Valdifiori ed Astori, permettano al Napoli di rispettare i criteri previsti dalla Figc nella prossima stagione (almeno quattro calciatori provenienti da vivai italiani ed altri quattro dal settore giovanile della società). Con l'organico attuale il Napoli resta competitivo pur nella sua fase di intrigante normalizzazione. A cominciare da quella difesa che nelle ultime due stagioni ha rappresentato il tallone di Achille di una squadra che ancora grida vendetta per gli investimenti effettuati (135 milioni di euro in cartellini) e gli ingaggi somministrati (circa 70 milioni) a calciatori che hanno reso al di sotto delle loro reali possibilità. Tra questi c'è anche Albiol, sicuramente in grado di restituire se stesso ai fasti del Mondiale vinto, grazie al lavoro certosino che Sarri ha cominciato a fare fin dal primo giorno in ritiro. Dopo tre giri di campo ha messo la squadra sul terreno di gioco, a cominciare dalla linea dei difensori, a 4 e composta inizialmente da Maggio, Albiol, Henrique e Ghoulam. Con il supporto del drone, guidato e letto dall'ex calciatore azzurro Bonomi, ha ricevuto le immagini in tempo reale, spiegando ai quattro interessati come bisogna comportarsi in fase di non possesso e perché un anno fa ciò non accadeva. Semplice, perché Benitez trascurava per intero la fase difensiva, non spiegava ai calciatori le caratteristiche degli avversari se non per pochi minuti prima della rifinitura finale. Ora c'è Sarri con il suo drone e De Laurentiis ripreso da un vecchio telefonino: tutta sostanza, dopo un breve periodo periodo di fumo spagnolo.