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Milan: il gioco del silenzio e i catastrofici "per forza". Inter, attenzione: accade qualcosa di "marziano". Juve: Higuain, guardati alle spalle. Napoli: niente panico (la mossa di Aurelio)

Milan: il gioco del silenzio e i catastrofici "per forza". Inter, attenzione: accade qualcosa di "marziano". Juve: Higuain, guardati alle spalle. Napoli: niente panico (la mossa di Aurelio)TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 26 settembre 2017, 07:132017
di Fabrizio Biasin

("Ricordati di salvare sempre!", diceva un mio grande maestro).

Stavo scrivendo tutta una puttanata sul Grande Fratello Vip.

("Salva! Salva sempre che poi ti incazzi!").

Era una roba tutta elaborata sul Grande Fratello Vip che forse avrebbe cambiato le sorti dell'umanità. Forse.

("Non devi imparare a scrivere bene! Devi imparare a salvare!").

Ci stavo mettendo dell'impegno, ero molto motivato. Davvero.

("Un giorno ti ricorderai di questo grande insegnamento e penserai "Quanto sono coglione". Succederà").

È successo. Stavo facendo la lavatrice, ho acceso il tostapane, è saltato tutto e addio al pezzo.

("Te l'avevo detto di salvare! E poi lo sanno tutti che lavatrice+tostapane è un mix mortale!").

Ora, cosa fare? Riscrivere tutto? Non c'è tempo. Procedo infine col barzellettone che è da sempre un salvavita.

Dal logopedista.
Professoressa procace: "Allora ragazzi, siete stati bravissimi. Voglio premiare il piu bravo di voi con una notte di sesso sfrenato. Carlo, dimmi: da quale città vieni?".

Carlo: "Pe-pe-pe Perugia!".

Professoressa procace: "Male Carlo, male. E tu Franco?".

Franco: "Mo-Mo-Mo Modena!".

Professoressa procace: "Male Franco! E tu Marcello?".

Marcello: "Ascoli".

Professoressa procace: "Bravo Marcello! Stasera ti aspetto da me".

Marcello come da accordi va dalla prof e i due si divertono tutta la notte.

"Tutum tutum tutum".
"Tutum tutum tutum".
"Tutum tutum tutum".
"Tutum tutum tutum".

Professoressa procace: "Ahhhh Marcello, che meraviglia. Ti sei divertito?".

Marcello: "Pi-pi-pi Piceno!".

Giuro che consegno il tesserino.

QUI INTER
Giochiamo al “Marziano”. Il “Marziano” precipita sulla terra: 1) Inter culona! 2) Che squadra orrenda! 3) Non c’è gioco, non c’è mordente, non c’è niente! 4) Fischi a Candreva, quello vecchio e bollito. 5) Fischi a Dalbert, quello nuovo e impedito. 6) Premio della critica già incassato (nel senso degli insulti). 7) Non durerà! 8) Bisognava comprare il top-player! Suning barbone! 9) Icardi è un mezzo giocatore». 10) Finirà come ai tempi di Mancini.
Il Marziano è una persona seria e si informa: Inter terza in classifica con cinque vittorie, un pareggio, nessuna sconfitta e miglior difesa della serie A. Il Marziano torna a casa dalla moglie: “Oh Marisa, i terrestri sono fuori di melone...”. E la Marisa: “Ma poi Mancini non era arrivato quarto?”.
Ecco, questa troiata serve a semplificare un discorso che potrebbe portare via tempo e spazio e non ci porterebbe a nulla, perché tanto i giudizi cambiano di settimana in settimana.
Dopo il pari di Bologna si diceva “la solita squadra da mezza classifica”, ora si dice “un’Inter fortunata ma a due punti dalla vetta”.. La verità è che l’Inter non è a due punti dalla vetta, semmai ne ha quattro sul quinto posto (ma la Roma ha una partita da recuperare). Poche storie, l’obiettivo è tornare in Champions: resterà tale anche se per miracolo il gioco migliorerà e anche quando arriverà la prima sconfitta (succederà).
Criticare, ribadire cose ovvie (“le prime due sono su un altro pianeta”), soprattutto puntare il dito su questo o quell’altro non cambierà le sorti di una squadra che, intanto ha dimostrato di essere proprio quello, una “squadra”. Fischiare Dalbert perché alle prime due uscite non è parso Roberto Carlos o “usare” la buona prestazione di Karamoh per massacrare Candreva (“non deve giocare più!”) è solo un’illogica e inutile espressione di masochismo. Chiedete al Marziano.

QUI MILAN
Per la logica del “vinci due partite e sei Dio, ne perdi due e ti devi levare dalle balle” siamo alla celebrazione del funerale (sportivo) di Montella.
Chi scrive non ama particolarmente il tecnico rossonero, ma conosce abbastanza la logica del “Colosseo”. Montella è un bravo allenatore, con limiti e pregi come tutti. Diversamente dall’anno scorso, però, quest’anno ha una missione: riportare il Milan in Champions. Lo sa bene e sa bene che ogni punto perso peserà sulle sue spalle come piombo fuso.
Il Milan è in crisi? Non scherziamo. Il Milan ha contattato altri tecnici? Sarebbe folle. Il Milan, semplicemente, è tornato a essere un club che non può accontentarsi di “vedere come va”. Ecco, domenica in campo pareva di osservare una squadra senza identità, succube di un avversario che forse non vale i rossoneri sulla carta, ma ha dimostrato di avere più attributi in campo.
L’abbiamo scritto un paio di settimane fa e ribadiamo: dopo l’estate della giusta e legittima esaltazione non è più il tempo delle chiacchiere, dei motti, dei “raduni a centrocampo” e dei post sui social network. È il momento dei fatti e della bava alla bocca. La “bava alla bocca” non si può pubblicare su facebook, ma ti fa vincere le partite al di là dei moduli, delle “due punte”, di “questo doveva giocare al posto di quell’altro” e di tutte quelle cose che piacciono tanto a noi “criticoni del lunedì”. Mettiamoci l’anima in pace: Montella è più bravo di noi, anche se pensiamo che al posto suo tutto funzionerebbe certamente meglio. Ora però tocca a lui dimostrare di essere più bravo dei colleghi: il “Colosseo” mediatico è viscido e non perdona.

QUI JUVENTUS
Partiamo dalla questione Agnelli, avvincente come un puntatone del Consorzio Nettuno. Cose note, ma che è bene ribadire: tutte le società, chi più chi meno (la Lazio di Lotito no, per dire) hanno rapporti impropri con i tifosi. E questo processo, per non passare alla storia come una farsa, deve essere l'inizio di un ripensamento complessivo del nostro pallone. Altrimenti servirà solo a far litigare le solite fazioni a colpi di tweet, anche stucchevoli. Quanto ai presunti rapporti mafiosi del presidente della Juve con questo e quello non c'è molto da aggiungere: ci ha già pensato il tribunale a cancellare ogni illazione.
Inutile chiosa: il fatto che l'accusa faccia ricorso e la difesa pure, significa che anche questa volta siamo arrivati alla consueta, tipica, straordinaria "soluzione all'italiana" che di facciata scontenta tutti ma in realtà "pace carote patate".
Meglio parlare di Champions. E di Higuain, che per molti è diventato un "problema". La verità è che l'argentino, al momento, ha un solo "problema": il fatto che al suo posto giochi uno che è l'anti-Pipita, si chiama Mandzukic, non ha i suoi "picchi" ma neppure i suoi "momenti no". La cosiddetta "garanzia".
Tutto questo significa che quest'anno Higuain starà a guardare gli altri? Su, non scherziamo.
QUI NAPOLI
Chiudiamo con il Napoli, che un anno dopo rivive il dramma Milik. Stesso periodo, stesso infortunio, ginocchio diverso: un'altra vittima dell'epidemia di legamenti crociati delle ultime stagioni, ma soprattutto un talento che non abbiamo ancora avuto occasione di apprezzare al massimo. Niente panico, però, Sarri già una volta ha saputo rimediare inventando Mertens falso nove, con risultati incredibili. Magari ci riproverà con Callejon, se ci sarà bisogno di dare un po' di respiro al belga, con Ounas alternativa già collaudata sugli esterni (oltre a Giaccherini).
Intanto, non bisognerà avere fretta nel cercare un rimpiazzo per l'attacco come avvenuto l'anno scorso con il comunque ottimo Pavoletti.
Si pubblicizzano nomi senza senso, si comincia a discutere col Chievo per "Inglese a gennaio". Se il Napoli manterrà il ritmo, De Laurentiis farà il suo dovere. Vero auré?

Fine.
È tardi.
È finita la settimana della moda milanese.
Sabato ci siamo trovati a riflettere sula rava e la fava (Twitter: @FBiasin @ilsensodelgol Mail: ilsensodelgol@gmail.com).

Ciao.
È sabato.
Domani finisce la settimana della moda a Milano.
Io non me ne intendo, ma grazie alla settimana della moda ho capito alcune cose:
1) I vestiti della settimana della moda non esistono. È tutta una finzione. Li vedi per sette giorni, ma poi non è che vai dal dentista e c’è uno con in testa un orso polare. La settimana della moda è una specie di carnevale ambrosiano con un miglior ufficio stampa.
2) Se parcheggi in seconda fila e prendi la multa sei “tu”, se parcheggi in terza fila e non prendi la multa sei un “driver”, se parcheggi in quarta fila e ti fanno anche l’applauso sei uno della Bartolini.
3) Se in genere ti vesti male ma è la settimana della moda, può essere che in verità tu sia vestito bene e non lo sai. Se in genere ti vesti decentemente ma è la settimana della moda, è probabile che in realtà tu sia vestito male. È un concetto filosofico molto sottile.
4) Prendi delle canzoni che hanno fatto la storia della musica tipo “Basket Case” dei Green Day, rallentale molto, falle cantare da una mezza figona paciarotta e mettici sotto delle arpe. Tutti diranno “questa versione è straordinaria!” anche se non lo pensano.
5) Se vuoi entrare a una festa della settimana della moda ma non hai l’invito, dì al buttafuori che sei vegano. Se non è ancora sufficiente digli che sei della Bartolini (quelli della Bartolini sono molto potenti).
6) Se devi passare in un posto dove c’è casino perché c’è la settimana della moda urla “Oviesse!”: farà subito “effetto Mosè”.
7) Ricordati che le feste più esclusive della settimana della moda sono a casa tua. Da solo. Se esci è già meno esclusivo. Stai a casa tua, sono tutti free drink.
8) Le candele elettriche con la cera finta che infestano certe chiese, sono la cosa più triste in natura (non c’entra con la settimana della moda, ma andava detto).