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Milan, no a Ibra. Napoli, un salto nel fango. Spal, l'unica società che ha sfruttato il triplo salto. Liverani, oro di Lecce. Gravina, ecco il primo colpo: Brunelli dalla Lega

Milan, no a Ibra. Napoli, un salto nel fango. Spal, l'unica società che ha sfruttato il triplo salto. Liverani, oro di Lecce. Gravina, ecco il primo colpo: Brunelli dalla Lega TUTTO mercato WEB
lunedì 12 novembre 2018, 00:002018
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Arriva la sosta, nel momento meno opportuno, e come sempre si tornerà a parlare di calciomercato. La Juventus cerca un centrocampista, l'Inter in teoria è a posto così, la Roma necessita di almeno due tasselli, mentre il Napoli potrebbe aver bisogno di un vice Milik che, a gennaio, non si trova così facilmente. Urgono rinforzi al Milan, per la lotta Champions. La rosa era incompleta in estate e lo è ancora di più oggi con un'infermeria sempre più piena. Rosa ridotta senza alternative di livello. I rinforzi, però, devono essere mirati. La suggestione Ibrahimovic è una suggestione appunto, ma sul mercato questa squadra ha bisogno di qualcosa di diverso. Sicuramente lo svedese è uno che i gol li fa, nonostante il comandante in cabina abbia annunciato un imminente atterraggio. A Ibra manca l'Europa ma i cavalli di ritorno servono a ben poco. E dalle parti di Milanello ne sanno qualcosa. Poi sacrificare la crescita di un '98, come Cutrone, patrimonio del tuo club non avrebbe molto senso. Questo è un Milan di gregari e non ha bisogno di una prima donna come Zlatan che il suo l'ha fatto e anche alla grande. Altro equivoco tecnico-tattico: se il Milan confermerà di giocare sempre con le due punte, Ibra e Higuain si calpesteranno i piedi. Se il Milan ha intenzione di tornare al 4-3-3, Ibra non può venire a Milano per fare la panchina. A quel punto facciamo prima a prendere Cutrone e mandarlo a giocare altrove. Sicuramente serve un attaccante, ma se devi fare l'acquisto che ti faccia svoltare, i rossoneri dovrebbero prendere (per intenderci) un Morata o un Belotti. Colpi impossibili, in due settimane, a gennaio lo sappiamo bene ma fare per fare nel mercato non è mai servito e soprattutto non ha mai portato frutti. Serve un vice Biglia, va presa una mezzala e va ceduto Bakayoko all'istante. Quando sarà capodanno e tutti avremo i calici in mano con il classico 4-3-2-1... beh, avete presente? Allo zero, Bakayoko deve essere su un volo per Londra. Il vero colpo sarebbe Baselli, come a questo Milan servirebbe un esterno come Zappacosta, al rientro dalla Premier.
Il Napoli fa un salto nel fango. Paradossalmente, la squadra di Ancelotti si scopre operaia e quando c'è da inventarsi una vittoria lo fa nel pantano di Marassi. Ho letto da qualche parte che la partita di sabato sfata il mito del "su un campo così viene penalizzata la squadra più tecnica". Scusate la bestemmia ma credo che, invece, sia il contrario. La squadra tecnica in campo era il Genoa. E non è un complimento. Le formazioni di Juric pensano sempre a giocare a calcio. E' un bene ma, a volte, anche un male. Quella palla, sull'1-0, sarebbe dovuta finire fuori dal Ferraris e difendere il vantaggio come si fa sui campi di Eccellenza. Il Genoa ha provato a giocare come se fosse un manto erboso normale. E' stato intelligente il Napoli che, anche senza Milik ma con Mertens, si è calato nella parte e ha sfruttato l'unica arma disponibile su un campo così. Inserimenti centrali dei centrocampisti e palle inattive. Il Genoa ha perso da polli. Puoi prendere il pareggio ma mai devi perdere una partita così. Complimenti al Napoli che indossa giacca e cravatta ai grandi appuntamenti ma sa indossare anche canottiera e pantaloncini se c'è da fare battaglia. Grande prova di maturità degli azzurri. Preziosi si starà mangiando le mani per il cambio in panchina. Farebbe bene. La media di Ballardini non era in discussione. Il Genoa aveva creato valore alla rosa e faceva punti. Juric è bravo e le sue squadre giocano a calcio ma cambiare per cambiare non porta quasi mai a nulla.
Un passaggio volevo farlo sulla Spal. Siccome è una società "piccola" spesso viene ignorata ma credo che, invece, vada lodata. Questi signori hanno scalato tutto: dalla C alla serie A, non è stato un club meteora e non ha fatto investimenti folli. Sempre con lo stesso allenatore ha dato forza e continuità ad un progetto. Non solo tecnico.

Avevano uno stadio che valeva 4 soldi, oggi accendi la tv, ci colleghiamo con Ferrara e sembra uno stadio all'inglese. Tribuna rifatta, curva sistemata e settore ospiti vicino il campo. Hanno fatto un passo alla volta, sfruttando i risultati del campo. Senza titoloni e senza eccessi. E' l'unico vero progetto che merita applausi. A maggior ragione perché fatto in silenzio. Un direttore bravo come Vagnati, sempre lo stesso, un mister preparatissimo come Semplici e una società seria. La costruzione della squadra composta dal giusto mix, esperti e giovani da valorizzare. Forza Spal.
In serie B, il progetto più affascinante è quello del Lecce. Una società che non ha mai mollato, anche quando in serie C c'era la maledizione della promozione. In molti avrebbero mollato, il Lecce ha ottenuto la serie B e adesso programma presente e futuro. La svolta c'è stata con Fabio Liverani, allenatore giovane ma molto preparato. Le sue squadre giocano a calcio e ha idee chiarissime. Sempre. Sia per come prepara le partite sia per come le gestisce durante i 90 minuti. Solitamente gli allenatori se sanno fare una cosa, difettano nell'altra. Liverani ha sbagliato qualche scelta ad inizio carriera, ma ora ha trovato la sua strada che, sicuramente, sarà ricca di successi. Prima con il Lecce e poi lontano da Lecce. Una piazza così, un popolo così non meritano neanche la serie B ma una serie A ad ottimi livelli. Il Via Del Mare è storia, il tifoso salentino è passione. E il nostro calcio ha bisogno di Lecce in A.
In chiusura ci diamo alla politica, del calcio. Come spesso accade. Rimpasto nel governo del pallone dopo la vittoria di Gravina in Via Allegri. Il circo inizia adesso. Il Presidente Federale fa mercato e sembra avere le idee davvero chiare. Fuori Uva, dentro Marco Brunelli. Per la FIGC è come prendere Cristiano Ronaldo in piena estate. Portare Brunelli dalla Lega Calcio, dopo 756 anni in via Rosellini, sarebbe un colpo di classe da parte di Gravina. Oggi sarà una giornata decisiva, di summit e decisioni. Brunelli è un galantuomo in un sistema che non funziona, conosce la politica del calcio come nessuno ed è un uomo che potrebbe davvero cambiare in due anni questo mondo. Resterebbe un buco in Lega, dove i Presidenti non trovano un accordo neanche quando ordinano il caffè al bar di sotto. Per me liscio, no io macchiato, ma no io macchiato freddo. Un deca... Grazie!
La Lega andrebbe sulle spalle di Fabio Santoro, uomo giusto al posto giusto. Sarebbe l'ideale per occupare la poltrona di Brunelli, senza cercare nomi all'esterno e ruoli doppi nell'incarico di Direttore Generale. Santoro fa ormai parte dell'arredamento in Lega Calcio e l'esperienza di queste figure professionali oggi merita un salto in avanti. Nel frattempo Matteo Mammì lascia Sky Sport e in Lega ci sarebbe posto pure per lui. Sarebbe una figura importante perché capace e competente. Conosce il sistema, anche sa da un altro punto di vista, ma su diritti tv e riorganizzazione della Lega Calcio potrebbe dare una grande mano ai Presidenti di A. Finalmente il calcio ai giovani della politica pallonara. Giovani e competenti. Bastava poco per ridare ossigeno al sistema. Bastava Gravina col suo potere decisionale.