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Nainggolan e Belotti meglio di Dembelè. Kalinic, crudo ma chiaro. Niang come Cerci? Keita: sarà vera ritirata quella della Juve?

Nainggolan e Belotti meglio di Dembelè. Kalinic, crudo ma chiaro. Niang come Cerci? Keita: sarà vera ritirata quella della Juve?TUTTO mercato WEB
sabato 19 agosto 2017, 08:272017
di Mauro Suma

Tre anni fa era l'estate dell'Ice Bucket Challenge. Nato per scherzo e diventato virale. Questa è invece l'estate dell'I go where i want. E' altrettanto virale, anche se evidentemente non è un hashtag o qualcosa di definito. E' la moda, inaugurata da Neymar e Dembelè, di prendere la propria strada senza temere le reazioni, le multe e le raccomandate del proprio Club di appartenenza. Lo fa uno e poi lo fanno tutti. I casi social che diventano giurisprudenza. O più semplicemente, virali. L'acqua geleta in testa la prendono le società, a torto o a ragione. Sono tutti casi diversissimi fra loro. Da Neymar che vuol bene a Messi ma che non vuole più esserne il comprimario nella considerazione dei tifosi a Dembelè che sente puro e semplice, forte e chiaro, il richiamo del denaro. Da Kondogbia che capisce con l'autogol virale, anche quello, che se non cambia strada la sua carriera agonistica rischia di finire su un binario morto, ad altri casi legati a Fiorentina, Lazio,. Milan e Juventus cui stiamo per fare cenno. Hanno resistito a questa tentazione, due giocatori in particolare: il Ninja Nainggolan e il Gallo Belotti. Il primo sembrava che scrutasse l'orizzonte sui social per scegliere la strada migliore per raggiungere Milano e che ha invece finito per rinnovare il contratto senza imitare il caso di Emerson di qualche anno fa, anzi di 13 anni fa, il famoso caso dell'esaurimento nervoso bianconero del brasiliano. Il secondo è rimasto disciplinatamente e rispettosamente, da anti-personaggio acqua e sapone qual è, delle scelte di mercato del Torino e accanto alla fede dei suoi tifosi.

Eccoci invece al caso di Nikola Kalinic. Il giocatore, un croato dalla scorza dura e dalla forza emotiva altrettanto tosta, era stato citato a inizio estate, in tempi non sospetti, anche da Pantaleo Corvino come esempio di giocatore che ci mette la faccia e che dice pane al pane e vino al vino: "Considero chiusa l'esperienza viola e voglio andare al Milan quest'estate o mai più". Lo voleva anche Sarri un anno fa, ma poi l'attaccante rimase a Firenze. Il pensiero di Kalinic lo ha espresso a tutti nel ritiro viola: "Mettetevi d'accordo, fate quello che volete fare, voglio andare al Milan". La Fiorentina, legittimamente e in maniera sacrosanta trattandosi di un suo giocatore, aveva preso le sue posizioni. Anche agli occhi dei propri tifosi, che sta per ritrovare allo stadio nella seconda di Campionato...In cuor suo Kalinic si è detto: sono partiti ilicic, Borja, Vecino e Bernardeschi, perchè devo rimanere solo io? La Fiorentina dal canto suo ha fatto valere, pur arrivando sostanzialmente all'accordo con il Milan nella serata di ieri, il proprio libero arbitro nella conduzione della trattativa con il Milan e nella valutazione economica del proprio giocatore. Garanzie? Banche? Il Milan sa come trapelano le cose, ma ha fatto buon viso ed è rimasto dentro la trattativa fino al momento giusto. Soprattutto nel rispetto di un giocatore molto importante e molto funzionale che stava aspettando da diverse settimane proprio i rossoneri. La valutazione del Milan era di 25 milioni di euro, la trattativa è proseguita in quel solco. E' stato così per Conti ed è stato così per Biglia, nervi saldi e dialogo fino al risultato. Vicenda risolta, Kalinic è pratico, essenziale, intelligente, fa gol e farà crescere Andrè Silva. Caso diverso quello di Niang. Come per Donnarumma, è molto importante che chi lo consiglia sappia e gli trasmetta il concetto che i tifosi del Milan lo vivono e lo vedono come il Cerci di un anno e mezzo fa. A buon intenditor...Anche perchè il mercato in uscita del Milan è stato così ingiustamente sottovalutato che non merita di essere inibito da una operazione che lo porterebbe al realizzo di 70 milioni di euro in entrata. Impresa nell'impresa.

E Keita? Beh, qui la Lazio ci ha messo del suo. Non solo lo ha escluso dalla rosa della Supercoppa, ma l'ha anche vinta. Agli occhi dei tifosi biancocelesti, il talento offensivo di Inzaghi è un orpello capriccioso e inutile. E' davvero finita e fra un anno il contratto scade. Keita è abbastanza esasperato e la partita a scacchi continua. La Juventus dice che si ritira, ma è verità o tattica? Nel senso che ritira l'offerta estiva, ma si prepara a ricevere il giocatore bello gratis a Gennaio? Se la Juventus avesse davvero accantonato la pista, a questo punto rientra nei giochi il Napoli con i suoi 25 milioni di euro proposti alla Lazio: ma con un presidente come ADL, che in qualche tono e in alcuni modi ricorda proprio Claudio Lotito, riusciranno mai Roberto Calenda e Keita a trovare un accordo duraturo? O che possano essere una Inter da inversione a U rispetto a Schick o un Milan da ultimissime ore di mercato l'extrema ratio, la soluzione mozzafiato del rebus Keita Balde? Intanto inizia il Campionato, poi si vedrà. Ma risparmiamoci prediche e articolesse. Il calcio cambia, così come non esistevano fino a pochi mesi fa banche e fidejussioni e adesso sono invece le protagoniste del calcio parlato e mediatico, dobbiamo abituarci, e sarà una ruota che gira per tutti, al calcio dei progetti in stallo e dei giocatori che li forzano. Volenti o nolenti.