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Prandelli rinnova, Conte si infuria: fulmini azzurri sul destino della panchina Juve. Seedorf promosso, Milan no: Berlusconi ha pronta la lista dei bocciati (con un nome eccellente...). Mazza-Inter: Thohir e Moratti non trovano un punto d'incontro...

Prandelli rinnova, Conte si infuria: fulmini azzurri sul destino della panchina Juve. Seedorf promosso, Milan no: Berlusconi ha pronta la lista dei bocciati (con un nome eccellente...). Mazza-Inter: Thohir e Moratti non trovano un punto d'incontro...TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 4 marzo 2014, 00:002014
di Fabrizio Biasin
Nato a Milano il 3/7/1978, laureato in Scienze ambientali presso l'Università dell'Insubria di Como, da ottobre 2008 è Capo Servizio Sport presso il quotidiano "Libero". Opinionista Rai e Telelombardia

Il botta e risposta tra Conte e Prandelli ricorda certi duelli rusticani sotto al piumone. Quelli tra Sandra e Raimondo in particolare. Per questioni legate al bulbo assoceremo Prandelli a Raimondo e Conte a Sandra.

Succede che Sandra vinca per il secondo anno consecutivo il premio come migliore tecnico della serie A. Premio meritatissimo: Antonio Conte, da tre anni, in Italia non ha rivali. Solo che a volte si fa prendere la mano e le spara grosse come le guanciotte di Di Caprio. L'altro giorno, per dire, poteva risparmiarsela. Ha appena vinto contro il Milan, è a + 11 sulla seconda in classifica, non ha problemi di sorta: perché attaccare quel poveraccio di Raimondo, uno che si annoia mortalmente tutto l'anno (se gli va bene gli toccano addirittura una decina di partite); uno che contro la Spagna proprio non voleva giocare perché "se vinciamo, per tutti siamo già campioni del mondo e se perdiamo invece non passeremo neppure i gironi"; uno che ha semplicemente convocato Chiellini, non ha detto "lo porto in Spagna però lui deve venire in bici e scalare i Pirenei sul versante più ripido del Tourmalet". Insomma: Antonio Conte questa volta poteva risparmiarsela. Non fosse altro che certe dichiarazioni non fanno propriamente bene all'immagine della Juve. Ma son piccolezze, per carità.

Quell'acqua cheta di Cesarone, dal canto suo, non ha fatto finta di nulla, dimostrando che nel loro piccolo anche i Prandelloni si incazzano. Ha fatto capire che è stufo di fare la figura di quello che accetta tutto e, soprattutto, ha detto (senza dirlo) che dopo il Mondiale resterà a capo del carrozzone azzurro. Per mancanza d'alternative? Forse. Per dire, la panca dei bianconeri resterà a Conte nonostante il dannato pressing dei monegaschi. Sì, insomma, Ranieri pare aver fatto il suo tempo e gli arabi si sono innamorati dell'Antonio. Il quale però non ragiona come Verratti e sa di essere già in un clubbissimo.

Antonio resterà nonostante il nervoso latente (ce l'ha anche con noialtri scribacchini, lo sappiamo) e una squadra che cambierà forma. Tutti (compreso chi scrive) erano certi che Pogba non sarebbe andato via, almeno per quest'anno. Ebbene, quei fetentoni dei parigini pare abbiano avanzato la classica offerta "che non si può rifiutare": 65 milioncini uno sull'altro. Verratti non vuol rientrare nell'affare? Peggio per lui: con Pirlo e Vidal confermatissimi, la Signora sta già cercando succose alternative (al centro e sugli esterni).

Detto che anche quel furbone di Pjanic viaggia veloce verso Parigi (la presenza sugli spalti del bosniaco durante il match del Psg desta qualche leggerisssssssimo sospetto, ma del resto avevamo anticipato la cosa ai tempi dell'acquisto di Nainngolan), siam qui a raccontarvi di un altro tecnico. Che poi è quel pezzo d'ebano di Seedorf.

La partita (persa) contro la Juve ha convinto il Cav: l'ha detto Galliani, l'hanno confermato fonti vicine allo stesso Berlusca. Piace l'idea di gioco, piace la spregiudicatezza, piace l'adattabilità di un modulo votato all'attacco che però ha basi solide. Non piace, invece, l'atteggiamento (e la resa) di parecchi giocatori. Contro la Signora la differenza l'hanno fatta i singoli. E i singoli li compri al mercato. E al prossimo mercato assisteremo a una nuova rivoluzione rossonera: giocatori come Constant, Mexes, Muntari, Robinho, Saponara lasceranno spazio a forze freschissime. Anche Marione rischia assai: questione di resa globale (con Pazzini il Diavolo è più squadra), questione di "cassa" (se vuoi far la rivoluzione devi avere i quattrini e i quattrini veri li recuperi solo vendendo Balo e risparmiando sul suo ingaggio). Difficile dire se sarà Adriano Magno a condurre la rivoluzione: la sua buonuscita è già garantita, potrebbe anche decidere di godersi la vita dopo 28 anni di estati a Forte dei Marmi a trattare terzini e mediani.

La metafora delle lenzuola vale anche per la neonata serie tv "Casa Thohir". Erick e Walter (Mazzarri) si amano a parole: Et rinnova la fiducia, Wm promette l'Europa e poi i due giocano a Scarabeo con le iniziali dei loro nomi. La realtà è che la pareggite dei nerazzurri ha stufato più di un tifoso interisti, perfino in Indonesia. Capitò anche a Mancini, è vero: Moratti ebbe pazienza e arrivarono gli scudetti. Solo che l'indonesiano - uno abituato a trattare le sue proprietà come un'azienda, non una famiglia - non gradisce più di tanto lo spettacolo che gli tocca guardare in notturna. Sembra che durante le dirette dell'Inter, mentre a Giacarta già albeggia, l'esperto Et sia stato udito ripetere in maniera convulsa: «Non tiriamo mai da tre punti. Perché?!».

P.S. Chiusura sulla barbosa faccenda "codice etico". La conseguenza più importante del rinnovo di Prandelli è la rinascita della legge del taglione azzurro. «Tu fai il cattivo in campo, io ti caccio dalla Nazionale». Prima vittima De Rossi (seconda Berardi, in crisi di identità dopo essersi sentito candidare al Mondiale per i 4 gol al peggior Milan dell'era-Berlusconi), uno che qualche birichinata in campo l'ha sempre fatta ma poi all'Italia ha dato il cuore e l'anima. Vediamo fino a quando durerà il regime montessoriano di Cesare. Una previsione? Fino al prossimo colpo di testa di Marione Balotelli.

Ps2. Complimenti a Sorrentino ma a distanza di anni mi chiedo ancora perché "Alex l'Ariete" con Alberto Tomba non abbia avuto medesima gloria. E l'indimenticabile "Troppo belli" con Costantino Vitagliano e Daniele Interrante? Evidentemente anche a Hollywood è tutto un magna magna... (Twitter: @FBiasin).