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Rangnick, la firma è vicina. Cento milioni per il mercato. Vuole Jovic. Inter-Cavani, il nodo ingaggio. Chiesto Umtiti. Juve, Pjanic non molla il Barca. Milik solo cash

Rangnick, la firma è vicina. Cento milioni per il mercato. Vuole Jovic. Inter-Cavani, il nodo ingaggio. Chiesto Umtiti. Juve, Pjanic non molla il Barca. Milik solo cashTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 22 maggio 2020, 08:41Editoriale
di Enzo Bucchioni

Gli ultimi dubbi sono svaniti, Rangnick sarà l’allenatore del Milan. Il tedesco dovrebbe firmare il contratto la prossima settimana per una cifra che si aggira attorno ai sei milioni di euro netti l’anno per tre anni. Ricoprirà il doppio incarico di allenatore e direttore tecnico, sarebbe infatti caduta la candidatura di Nagelsmann per la panchina e Rangnick non si porterà dietro neppure le tante figure intermedie che avrebbe voluto e aveva inserito nelle prime fasi della trattativa. Ha capito che il momento economico non consente investimenti così onerosi e si appoggerà su figure professionali esistenti all’interno del Milan. Non Maldini, ovvio. Un tentativo è stato fatto, ma giustamente Maldini fa prevalere il suo orgoglio e la sua storia rossonera: non meritava di essere trattato così.

Il vertice di comando è quello disegnato da Gazidis come avevamo anticipato nel gennaio scorso e prevede in sostanza Rangnick allenatore e direttore tecnico, con al fianco il manager multiforme Almstadt arrivato dall’Inghilterra e il capo dell’area scouting il giovane Moncada sul quale c’è grande fiducia.

L’obiettivo è di fare un grande lavoro in profondità per drenare giovani talenti in tutto il mondo e fotocopiare in sostanza il modello Red Bull che ha funzionato e funziona a Salisburgo e a Lipsia

Queste tre saranno le figure apicali di riferimento che dialogheranno con Gazidis, ma c’è Rangnick al centro del progetto tecnico.

Leggo e sento molto scetticismo su questa ennesima rivoluzione rossonera nel giro di tre anni e lo capisco solo in parte.

Calcisticamente è assurdo quello che è successo da Yonghong Li in giù, su questo nessun dubbio. Non si possono cambiare progetti, obiettivi, manager, allenatori e giocatori e soprattutto le idee, quasi da una partita all’altra. Nel calcio servono programmazione e coesione, bisogna credere e difendere le scelte, far lavorare le persone in tempi ragionevoli. Faccio un esempio: i dubbi su Giampaolo sono nati già in estate, forse alla prima gara. Questo non è calcio, ma confusione, dai grandi ex agli esperimenti s’è visto di tutto.

Sinceramente l’idea di mutuare un modello di calcio che funziona all’estero non mi dispiace. A chi dice “ma noi siamo il Milan” e non il Salisburgo, a chi argomenta sul valore dei campionati dove ha lavorato Rangnick, sul fatto di non avere curriculum di rilievo internazionale, rispondo citando la Juventus che vince da otto anni. Nel 2010 presero dalla Sampdoria una coppia di dirigenti come Marotta e Paratici che non avevano vinto niente e lavorato solo in provincia con grande profitto. Il primo anno fu un flop, a chi non sarebbe venuta la voglia di cambiare tutto? Agnelli invece tenne duro sulle sue idee e quello che è successe è storia.

Dico questo perché dal nuovo cambiamento mi aspetto soltanto una cosa: tempo. Se Gazidis si aspetta risultati immediati, il gioco, i giocatori pagati poco e lanciati in fretta, se non difenderà le sue scelte, se non creerà un team vero, salterà in aria tutto in poche settimane. Il piano Rangnick per funzionare dovrà avere un ragionevole lasso di tempo, nessuno potrà presentare il conto al tedesco dopo sei mesi, ma neppure dopo un anno.

Il contratto di Rangnick sarà di tre stagioni e qui ci siamo ma, ripeto, dovrà lavorare sereno e dovrà essere supportato e protetto. Spero per il Milan che Gazidis abbia capito la lezione di queste stagioni tristi e schizofreniche nelle scelte.

Che mercato sarà? Pare che a Rangnick sia stato affidato un budget da un centinaio di milioni, non s’è capito (ma si capirà presto) se reali o in parte derivanti dalla cessione di Donnarumma che è sempre nell’aria nonostante la sua voglia di Milan. Messaggi per il Real sono già partiti: al tedesco piace Jovic e ha voglia di rilanciarlo. Il mercato sarà giovane, gente come Boga del Sassuolo e il difensore Milenkovic della Fiorentina sono sul taccuino dei rossoneri. Il serbo sarà chiesto ai viola nell’affare Paquetà, ma per entrare in queste dinamiche ci sarà parecchio da aspettare vista la ripresa del campionato più vicina e il mercato probabilmente spostato fra settembre e ottobre.

Sull’altro fronte, quello nerazzurro, Marotta sta cercando di consolarsi in fretta nel dopo Mertens. Sembrava davvero tutto fatto, era un’operazione perfetta, ma c’era da fare i conti con il cuore di Mertens e la sua napoletanità acquisita e mai nascosta. Se volete una bella storia quasi antica nel calcio di oggi. Come consolarsi allora? Marotta è andato su un altro che si sta svincolando, Cavani del Psg. L’uruguagio s’era promesso all’Atletico, ma per l’Inter ha buttato all’aria tutto. Si discute sull’ingaggio, lui vuole un biennale a otto milioni. L’Inter parla di cinque più bonus che potrebbero diventare tanti se saranno centrati gli obiettivi che l’Inter si prefigge. Una sfida e una trattativa aperta. Ma non c’è solo quella, Conte vuole uomini gol e Timo Werner è nella lista. Il giocatore pensa al Liverpool, ma la storia non sembra ancora scritta e con i soldi di Icardi che resta al Psg, le chances ci sono.

E Lautaro? Per tutti è già del Barca, i giornali spagnoli l’hanno già mostrato con la maglia blaugrana, ma l’Inter non molla e vuole i 111 milioni della clausola. Discutendo, è stato proposto Umtiti, ma i nerazzurri non lo inseriscono in una eventuale contropartita. Marotta e Ausilio lo prenderebbero in prestito sollevando il Barcellona da un ingaggio importante di circa cinque milioni. Il Barca, naturalmente, ha detto no.

Abbiamo parlato di Mertens, la sua permanenza a Napoli libera più facilmente Milik. La Juve lo vuole, ma questa sarà una storia di un mercato ancora troppo lontano. Trattare con De Laurentiis è sempre complicato e la Juve lo sa bene.

Ma oggi sembra complicato anche convincere Pjanic ad andar via, lui vuole solo il Barca, ma Arthur non cede e ai bianconeri continua a dire no facendo saltare lo scambio. Come sappiamo, Pjanic ancora prima aveva detto no al Chelsea con grande delusione di Sarri che voleva Jorginho. Ma per l’ex napoletano una speranza c’è ancora e come detto, questo mercato durerà una vita. La Juve vuole anche svecchiare proprio in mezzo al campo. C’è il braccio di ferro con l’Inter per Tonali (i nerazzurri sembrano in vantaggio) e l’idea Castrovilli. Per Sarri meglio prendere il centrocampista, gli sarebbe più utile di Chiesa, ma Rocco Commisso ha tante certezze. Una di queste racconta che Castrovilli non lascerà la Fiorentina neppure per cento milioni. Avendoli, ovvio. Rocco è così… Quando sei incedibile sei incedibile. Punto.

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