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Serie A rinviata e “rebus protocollo”: il calcio resta in attesa di una decisione. La questione contratti è ancora senza soluzione e… occhio alle rose dei “già venduti”. E poi Maldini, Mertens, Pjanic...

Serie A rinviata e “rebus protocollo”: il calcio resta in attesa di una decisione. La questione contratti è ancora senza soluzione e… occhio alle rose dei “già venduti”. E poi Maldini, Mertens, Pjanic...TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 19 maggio 2020, 08:52Editoriale
di Fabrizio Biasin

Ben tornati alla vita normale. Più o meno. Siamo ripartiti, possiamo bere il caffè al bar, ci misurano la febbre ovunque e, per fortuna, non come faceva mamma nostra quando eravamo piccini. Tutti i settori dell’universo mondo hanno preso decisioni. La musica, per dire: il numero massimo di spettatori all’aperto consentito dal nuovo Dpcm è di 1000 persone e, allora, i promoter e le associazioni di categoria hanno rimandato tutti i concertoni al 2021. È una decisione soffertissima, ma a un certo punto temporeggiare non aveva più senso.
“Temporeggiare”, invece, è il motto del pallone. Ieri è iniziata la decima settimana decisiva del calcio italiano. Ogni settimana è quella decisiva, ma poi non succede una mazza. Sappiamo che prima del 14 giugno non si può cominciare – lo spiega bene il Dpcm – “ma si lavora per iniziare il 13”. Una specie di miracolo, insomma. Patron Pozzo dice “ci vuole almeno un mese di preparazione” e ha ragione; patron Giulini dice “sarà dura” e ha ragione; altri patron hanno le balle girate perché dicono “è impossibile applicare il protocollo così com’è” e hanno ragione, il ministro dice “facciamo, ci proviamo, non facciamo, ci riproviamo” e, certo, non vorremmo essere nei suoi panni ma, diciamolo, se li è scelti da solo, “i panni” e, quindi, ci auguriamo che alla fine prenda una benedetta decisione, per quanto difficile.
La sensazione è sempre la stessa: proveremo a tornare in campo come è giusto che sia, ben sapendo che quello che andrà in scena sarà un succedaneo del calcio e che tutto verrà fatto unicamente per mettere in tasca i quattrini dei diritti tv.
Poi, una volta deciso che “sì, si può cominciare” dovranno spiegarci altre cose. La più importante riguarda i contratti dei calciatori in prestito o scadenza. Che succede con ‘sti ragazzi? Dicono: “Gli accordi saranno prolungati fino al termine della stagione e, quindi oltre il 30 giugno”.

Lo dicono, ma al momento trattasi di chiacchiere. Il paradosso è che rischiamo di trovarci con un sacco di giocatori “a metà” tra una squadra e l’altra.
L’altro dato di fatto è che la gran parte dei club si sta portando avanti con le operazioni di mercato, come se si trattasse di una stagione qualunque. La sensazione è che molti tra i direttori sportivi stiano cercando di completare questo e quel colpo (in entrata e uscita) prima del 30 giugno per realizzare plusvalenze “salva-bilancio”. In questo modo si rischia di avere a che fare con squadre che affronteranno i restanti 12 turni di campionato con una marea di giocatori “già venduti”. Oh, in un momento come questo non si può certamente fare gli schizzinosi ma, diciamolo, non sarà proprio il massimo…
Un tris di questioni “a caso” e chiudiamo:
- Rangnick prima e Mihajlovic poi hanno recentemente parlato di Milan e Ibrahimovic. Maldini ha rimbrottato il possibile futuro direttore tecnico, la proprietà ha preferito tacere. Ecco, non è normale che escano dichiarazioni a ripetizione e, “a monte” lascino correre. A meno che certe uscite, in qualche modo, facciano comodo. La qual cosa, tra l'altro, sarebbe pure più grave.
- Mertens. La trattativa in fase parecchio avanzata con l'Inter poteva incappare solo in un ostacolo, ma di quelli non superabili: si chiama "cuore" o "amore per Napoli" (tra l'altro stra ricambiato). Dopo i mesi dei bisticci, De Laurentiis ha finalmente fatto un passo verso il suo giocatore: presto capiremo se è stato quello decisivo.
- Noialtri giornalisti sportivi italiani spesso le spariamo grosse, ma gli amici spagnoli non sono da meno. L’affare Pjanic + De Sciglio + 25 milioni per Semedo, dato per “praticamente fatto”, è un’acrobazia-mercatara con pochissimi precedenti. Che meraviglia.

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