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Torna in pista Sarri, pronta la panchina della Roma in coppia con Paratici in uscita dalla Juve. La Fiorentina alla finestra. Chiesa e Ferrero, brutte storie. Covid-19, serve un protocollo senza Asl per evitare il caos

Torna in pista Sarri, pronta la panchina della Roma in coppia con Paratici in uscita dalla Juve. La Fiorentina alla finestra. Chiesa e Ferrero, brutte storie. Covid-19, serve un protocollo senza Asl per evitare il caosTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 9 ottobre 2020, 14:40Editoriale
di Enzo Bucchioni

Torna Sarri, ma nessuna sorpresa. Chi lo conosce sa benissimo che senza panchina non riesce a stare, non è tipo da pensione anticipata o da profumato vitalizio. Il calcio e il campo sono la sua vita e lui vuole vivere. C’era da immaginarselo che non sarebbe rimasto molto a libro paga, vincolato alla Juve, vuole essere libero di muoversi, di sondare e accettare offerte per tornare in pista alla prima occasione utile, con un nuovo progetto. Sta trattando la rescissione, troverà un’intesa con la Juve per i due anni di contratto che restano, con una transazione andrà a prendere meno dei circa 12 milioni e rotti che gli spetterebbero, ma per Sarri la libertà e il calcio contano molto di più. Ad anticipare la fine anche burocratica dopo quella sportiva della storia bianconera è stato Aurelio Virgili, il suo ex capufficio quando Sarri era soltanto un bancario con la passione per il calcio. Virgili, figlio del mitico centroavanti degli anni cinquanta e sessanta ribattezzato Pecos Bill da Brera, conosce l’inizio della storia di Sarri e di lui è rimasto amico e consigliere. Conosce, ovvio, anche il presente e l’aver rivelato a Tuttosport che la rescissione è prossima, ha spalancato scenari immediati e futuri.

Dove andrà Sarri appena sarà di nuovo un allenatore libero?

Radiomercato è scatenata.

Le tracce più importanti portano a Roma, una società dalla quale ha già avuto offerte nel passato, al momento della rottura con il Napoli, ma anche prima. La nuova proprietà americana dei Friedkin si sta muovendo per rifondare e se è vero che Fonseca è stato confermato a parole, è altrettanto vero che l’allenatore portoghese è un uomo scelto da Pallotta e senza entrare nel merito dei risultati ottenuti, è anche giusto che nuovi proprietari portino le loro idee, la loro visione del pallone e uomini loro.

Gli americani vogliono puntare su un calcio brillante e divertente, il ricordo del Napoli di Sarri è vivissimo e l’ambizione sarebbe quella di ricreare a Roma quello straordinario laboratorio calcistico visto a Napoli. Sarri è sicuramente nel mirino e anche se non nell’immediato, a Roma potrebbe davvero arrivare. Lo scenario è questo: se Fonseca farà bene, se la Roma continuerà a lottare per l’obiettivo Champions dimostrando di essere squadra, con il portoghese si andrà avanti fino alla fine. Se invece si vedessero delle crepe, delle esitazioni, se la squadra faticasse a decollare, l’operazione Sarri potrebbe essere anticipata anche se l’allenatore toscano non è mai stato attratto dall’idea di prendere le squadre in corsa. In questo caso farà, ovvio, un’eccezione anche per cominciare a mettere le basi per il futuro.

L’idea dei Friedkin sarebbe però più ampia e articolata, il piano al quale starebbero lavorando è quello di ricomporre a Roma la coppia della Juve Sarri-Paratici.

Paratici è il nemico di Allegri, l’uomo che assieme a Nedved ha convinto Agnelli a prendere Sarri quando è saltata l’idea di portare Guardiola a Torino. Poi l’avventura di Sarri a Torino non ha portato i risultati sperati, il bel gioco non s’è mai visto, Paratici è stato accusato per questa scelta, le tensioni ci sono state, ma il direttore sportivo bianconero resta un sarriano e apprezza il suo modo di fare calcio.

Ma Paratici quando lascerà la Juve?

Presto. Non c’è più feeling, con un bilancio in passivo di 70 milioni, la costruzione della squadra che non ha convinto in pieno, molti obiettivi di mercato falliti (a cominciare da Dzeko), l’inquietante vicenda Suarez, fanno pensare che il Ds sia al capolinea. Giovedì prossimo quindici ottobre ci sarà l’assemblea dei soci della Juventus e quella potrebbe essere l’occasione (come successo in passato) per annunciare il divorzio. Al posto di Paratici dovrebbe andare Federico Cherubini già nello staff bianconero.

Per il Ds bianconero c’è chi racconta e giura di un’intesa già raggiunta con la Roma, ma a questo punto non resta che aspettare pochi giorni per sapere.

Dunque, Sarri-Paratici insieme dalla Juve alla Roma?

C’è chi sta quotando questa soluzione.

Ma Sarri non ha problemi. Non ha vinto la Champions? Non ha portato il sarrismo in bianconero? Non importa. Comunque ha vinto lo scudetto e trapiantare in uno spogliatoio e nella tradizione della Juve una cultura diversa si poteva prevedere che sarebbe stata un’impresa al limite dell’umano. Soprattutto per uno con il carattere e la storia di Sarri. Il valore dell’uomo e del suo calcio, la forza del suo lavoro restano e pensano a lui molte società.

La Fiorentina lo cerca da tempo. Periodicamente il nome di Sarri è stato accostato alla Viola. L’affare si sarebbe dovuto chiudere ai tempi dell’Empoli, ma qualche dirigente non illuminato bloccò tutto dicendo “la Fiorentina non può prendere l’allenatore dell’Empoli”. Chissà poi perché. Così Sarri andò al Napoli, ma lui tifoso viola con la nonna che abitava a cinquecento metri dallo stadio Franchi, ha da sempre nel cuore l’idea di allenare un giorno la Fiorentina. Quando arriverà quel giorno?

Se andate a chiedere in giro tutti negano. Ovvio. Ma come per la vicenda De Rossi (l’idea c’era eccome, ha ragione Di Marzio), a Sarri si sta pensando anche a Firenze. Detto fra noi sarebbe l’ideale per far crescere il gruppo e dargli una personalità capace di far diventare grande la Fiorentina nel giro di due-tre anni come ha fatto Gasperini con l’Atalanta. Gli intermediari hanno sondato il terreno, io mi lascerei aperte tutte le soluzioni. Anche in questo caso l’intenzione sarebbe quella di far finire il campionato a Iachini e far lavorare Sarri per il futuro. Se però dovessero precipitare le cose o la squadra non fosse convincente, il cambio potrebbe anche avvenire in corsa.

In attesa, la Fiorentina è alle prese con il caso-Chiesa. La feccia dei social sta dando il suo peggio, nel mirino dei barbari è finito anche il fratellino di Chiesa che gioca nelle giovanili della Fiorentina e che adesso il padre Enrico probabilmente porterà via. Una brutta storia e un brutto addio. Le colpe sono anche della Fiorentina che aveva capito da un pezzo le ambizioni del ragazzo e aveva promesso la cessione, la volontà di andare in un grande club era nota, l’accordo già raggiunto con la Juventus da tempo era nell’aria, e non ha affrontato il problema nei modo giusti spingendolo avanti fino alle ultime ore di mercato. E se è vero che dai Chiesa c’è stata chiusura al rinnovo, la Fiorentina lo sapeva da tempo e comunque alla fine con Chiesa ha portato a casa sessanta milioni. A rate, ma sempre sessanta milioni sono. Forse Chiesa è stato poco riconoscente, una telefonata d’addio a Commisso andava fatta, ma quando succedono certe cose le responsabilità non sono mai da una parte sola. E prendersela con un ragazzino di sedici anni, ma anche esagerare con Federico come si sta facendo, è assolutamente inaccettabile. Vergognoso è dir poco. Certa gente dovrebbe essere perseguita fino in fondo, vorrei tanto che i nomi venissero resi pubblici dalla Polizia Postale o da chi dovrebbe stroncare simili comportamenti oltre la legge e oltre la civiltà. Gente indegna. Come è indegno chi ha spedito al presidente della Samp Ferrero proiettili e minacce di morte. Stiamo andando oltre la ragione, questa follia va stroncata.

Un’altra storiaccia è quella del Covid-19 e di Juve-Napoli non giocata per i partenopei bloccati dall’Asl. Tre mesi dopo averlo sottoscritto, quando tutti pensavano che il protocollo siglato dai ministeri della salute e dello sport con la Federcalcio fosse legge suprema, s’è scoperto invece con l’avvallo dei ministeri stessi che le Asl in materia sanitaria contano più del governo e possono intervenire. Ma i ministri non la sapevano?

E perché in questi tempi di dpcm continui, a suo tempo non è stato blindato il protocollo. In certe situazioni qualcuno dovrebbe prendersi delle responsabilità senza rischiare di gettare il calcio nel caos. Al di là del caso Napoli che non sarà punito perché la legge statale è dalla sua, se mettiamo in mano la salute dei giocatori e il loro modus operandi in caso di contagio a venti Asl diverse, la fine del campionato potrebbe essere vicina.

Il calcio ci mette sempre del suo, ma in questo caso mi aspetto un nuovo protocollo ministeriale che nell’emergenza Coronavirus in atto scavalchi l’autonomia regionale in materia sanitaria collegata al pallone e dirami disposizioni rigide e chiare, uguali per tutti. E’ chiedere troppo? Mi sembra soltanto civiltà giuridica e sportiva. La certezza del diritto dovrebbe essere qualcosa di acquisito, ma da noi c’è sempre un qualcosa più certo dell’incerto o più incerto del certo. Fate voi.

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