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TMW RADIO - Ds Empoli: "Eravamo schiavi di un sistema di gioco. Marino ha riportato entusiasmo"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 21 febbraio 2020, 20:04Altre Notizie
di TMWRadio Redazione

TMW RADIO - Ds Empoli: "Eravamo schiavi di un sistema di gioco. Marino ha riportato entusiasmo"

Pietro Accardi, direttore sportivo dell’Empoli, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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l direttore sportivo dell’Empoli, Pietro Accardi, è intervenuto a “Stadio Aperto” su TMW Radio per parlare della sua squadra e degli allenatori che sono passati per la panchina empolese in questi anni.

Quanto è stato difficile quest’anno per l’Empoli?
“Quando inizia un nuovo progetto tecnico, come è successo qui ad Empoli, stravolgendo la rosa, ci può stare un po' in difficoltà. Oggi la squadra sta tornando a fare risultati positivi e continua a crescere, questo ci rende molto contenti del nostro lavoro”.

Nella successione degli allenatori, da Bucchi a Muzzi e a Marino, c’è stato anche il passaggio da una filosofia e un’idea di gioco ad un maggior pragmatismo?
"Volevamo inseguire un progetto tecnico che qui a Empoli ci aveva regalato tante soddisfazioni: forse eravamo diventati un po’ “schiavi” di quel sistema di gioco. Dopo i pochi risultati abbiamo deciso di stravolgere quella filosofia, come si evince dal mercato di gennaio".

Su Zurkowski e Ciciretti.
"Dal primo mi aspetto un supporto e un sostegno alla squadra: ha qualità importanti, forza e tecnica. Nel sistema di gioco che stiamo attuando può darci tanto. Abbiamo trovato Ciciretti molto motivato: me l’ha trasmessa dalla prima chiacchierata telefonica che abbiamo fatto. Ha visto in Empoli una grande opportunità, anche per mettersi in discussione, e lo sta dimostrando. Viene da un periodo in cui ha giocato poco, all’inizio l’ha un po’ pagato ma adesso sta crescendo".

Sul grande impatto di Gennaro Tutino con la maglia azzurra:
“Anche lui, come tutti i nuovi acquisti, è arrivato con le giuste motivazioni per far bene, aveva dimostrato già lo scorso anno il suo talento in Serie B e si sta confermando anche con la maglia azzurra”.


Quali sono gli obiettivi dell’Empoli in questa stagione?
“In questo momento non ci siamo posti degli obiettivi. L’unico obiettivo è la prossima partita a Perugia. Quest’anno il livello della cadetteria si è notevolmente alzato. Il Benevento viaggia ad un ritmo tutto suo, sono compatti e stanno riuscendo sempre ad ottenere quello che vogliono, dietro di loro tutte le altre stanno dando vita ad un campionato molto avvincente”.

L’impatto di Pasquale Marino con la vostra realtà.
"Ci è piaciuto fin da subito, anche come approccio: lui non ha bisogno di presentazioni. Il suo spessore, e la sua competenza, sono visibili a tutti, per ciò che ha dimostrato in questi anni. Il mister ha visto in noi una grande opportunità e ci ha trasmesso grande entusiasmo".

Un giudizio sulla stagione di due vostri grandi ex come Bennacer e Di Lorenzo.
"E’ chiaro che indossare la maglia rossonera comporta pressioni diverse, ma adesso Bennacer sta dimostrando di meritare la categoria e la maglia del Milan. Su Di Lorenzo, invece, non mi sorprenderebbe vederlo all’Europeo, a fine stagione. Noi siamo orgogliosi di poterlo veder giocare nel Napoli e in competizioni così importanti, la sua crescita è sotto gli occhi di tutti".

Giampaolo a Empoli ha fatto cose straordinarie, cosa non è andato al Milan?
"Conosco bene Marco, qui ha fatto un ottimo lavoro riuscendo a valorizzare tanti calciatori al massimo delle capacità. Visto da fuori è difficile capire esattamente cosa non sia andato a Milano, per comprendere a pieno bisognerebbe essere all’interno dell’ambiente Milan”.

Sarri è il profilo giusto per il presente e il futuro della Juventus?
“Reputo Sarri uno dei migliori tecnici italiani. Se analizziamo il percorso della Juventus vediamo che sono ancora in corsa su tutti i fronti. Bisogna avere pazienza per arrivare a vedere il bel gioco che tutti chiedono. Sicuramente i giocatori che aveva a Napoli sono diversi da quelli che allena ora, alla Juventus ci sono tanti fenomeni, ma questo non vuol dire che un campione non possa essere a suo agio in un sistema molto organizzato come quello di Sarri”.