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Mori e la nuova vita: "Ho imparato da Sarri e studio Klopp"
Un nuovo capitolo. Prematuro, forse, viste le premesse. Ma dagli infortuni in poi, la carriera di Daniele Mori, promessa assoluta del calcio italiano, non è stata più la stessa. Sicché meglio affrontare la vita con maturità e consapevolezza. Appendere le scarpette al chiodo a ventotto anni è stata la scelta sofferta ma ragionata del centrale toscano. Anzi. Dell'allenatore. "Adesso sono in provincia di Pisa, a Cenaia, in Eccellenza, mi occupo del settore giovanile del Colline Pisane. Il presidente Brunello Incrocci e il figlio Francesco Incrocci che è il mio vice, sono i segreti di questo splendido progetto". Lo dice con orgoglio e fermezza. Riparte dalla sua terra, Mori, e racconta la sua storia a Tuttomercatoweb.com, con l'ambizione non nascosta di arrivare in alto. "Mi sono dovuto fermare per un problema al ginocchio. Avevo un problema cartilagineo, non potevo più giocare agli stessi livelli e scendendo di categorie ho scoperto un mondo che calcisticamente non faceva per me. Così ho fatto i corsi, gli esami, e preso lo Uefa B".
Come va questa nuova vita... Mister?
"Mi sto trovando bene, gli allenatori mi dicevano 'sarai un grande tecnico'. Lo spero, devo dire che questo ruolo lo amo tanto, la squadra mi sta dando soddisfazioni e sono contento".
A chi si ispira?
"Sono malato di Klopp, lo studio, guardo i video, spero di andare a vederlo. Gli riporto le mie esperienze, da Sarri a Guidolin, ne ho avuti tanti".
Sarri, a proposito di maestri...
"Si occupa tanto del reparto, difensivo e offensivo. Struttura gli allenamenti dividendo i reparti, la sua programmazione era top. A livello tattico possesso palla, squadra corta, passando dal regista, la linea di difesa che si muove di reparto e non a uomo".
Si aspettava Sarri così in alto?
"Conosco bene e sento spesso il suo secondo, Martusciello. A livello umano e tecnico, Maurizio ha da insegnare calcio a tutti, in Italia e all'estero. Non mi aspettavo un'esplosione così ma nel calcio se sei serio e meriti, è giusto che tu raggiunga certi traguardi".
Dove si vede in futuro?
"Avevo avuto una richiesta per allenare in Giappone, poi anche in B ma per questioni familiari sono rimasto vicino a casa. E' una scelta che ho voluto fare ma mi sto formando, qui: sono in un club dilettantistico serio che sta crescendo e stiamo facendo bellissime cose. Sto portando la mia esperienza qui e stiamo crescendo insieme".
Come va questa nuova vita... Mister?
"Mi sto trovando bene, gli allenatori mi dicevano 'sarai un grande tecnico'. Lo spero, devo dire che questo ruolo lo amo tanto, la squadra mi sta dando soddisfazioni e sono contento".
A chi si ispira?
"Sono malato di Klopp, lo studio, guardo i video, spero di andare a vederlo. Gli riporto le mie esperienze, da Sarri a Guidolin, ne ho avuti tanti".
Sarri, a proposito di maestri...
"Si occupa tanto del reparto, difensivo e offensivo. Struttura gli allenamenti dividendo i reparti, la sua programmazione era top. A livello tattico possesso palla, squadra corta, passando dal regista, la linea di difesa che si muove di reparto e non a uomo".
Si aspettava Sarri così in alto?
"Conosco bene e sento spesso il suo secondo, Martusciello. A livello umano e tecnico, Maurizio ha da insegnare calcio a tutti, in Italia e all'estero. Non mi aspettavo un'esplosione così ma nel calcio se sei serio e meriti, è giusto che tu raggiunga certi traguardi".
Dove si vede in futuro?
"Avevo avuto una richiesta per allenare in Giappone, poi anche in B ma per questioni familiari sono rimasto vicino a casa. E' una scelta che ho voluto fare ma mi sto formando, qui: sono in un club dilettantistico serio che sta crescendo e stiamo facendo bellissime cose. Sto portando la mia esperienza qui e stiamo crescendo insieme".
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