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Inter da 30, manca la lode con Giroud. La Juventus ha già fatto abbastanza, mentre il Milan deve capire cosa vuol fare da grande
Nato a Bergamo il 23-06-1984, vive a Firenze. Inviato e prima firma per TuttoMercatoWeb. Dal 2012 collabora per il Corriere della Sera
L'Inter era reduce dal mercato più costoso della propria esistenza. E ha deciso di rilanciare il guanto di sfida alla Juventus, tentando di dare una profondità di rosa che l'avversario ha già. Perché se è vero che è andato via Valentino Lazaro e che farà la stessa cosa con Matteo Politano, i soldi sono stati reinvestiti. Ashley Young ha 35 anni ma può dimostrarsi una ottima soluzione tampone per i problemi che ha palesato Kwadwo Asamoah. Victor Moses è un pretoriano di Conte. Ma il botto lo farà Christian Eriksen: un anno fa l'Inter pensava a Rodrigo De Paul, quest'anno al danese, inarrivabile per il Real Madrid (!) in estate, acquistato dai nerazzurri. È una dimensione diversa, paradossalmente Eriksen può essere più svolta di Cristiano Ronaldo. Non perché sia paragonabile alla carriera del portoghese, ma può riportare sogni di gloria a Milano, sponda nerazzurra. Llorente poteva essere un buon supplente per Lukaku, ma Giroud è probabilmente la scelta adatta: voto da 30 e lode se lo chiuderanno.
Venerdì Fabio Paratici ha fatto capolino a Palazzo Parigi. La Juve deve guardare gli altri dall'alto al basso, le plusvalenze non devono essere esagerate, ma qualcosa è stato fatto. Pereira che finisce al Barcellona e Alejandro Marques che arriva a Torino è un'operazione buona anche per il bilancio. Quanti sono cinque milioni per un giocatore che andrà in Under23 e con un contratto in scadenza fra sei mesi? Non pochi. Kurzawa per De Sciglio probabilmente prosegue su questo filone. Calciatori trattati come pacchi postali, sta succedendo sempre di più e a tutti i livelli. Il fair play finanziario ha fallito.
E il Milan? Deve capire cosa vuol fare da grande. Pioli è un buon allenatore che farà sempre discreti campionati, che può anche arrivare in Champions con un'ottima squadra, ma per cercare di vincere qualcosa di grande è altalenante. Va benissimo, fa filotti di vittorie e di sconfitte, con l'Inter lo ha dimostrato. Se l'idea è quella di rientrare piano in Europa - difficile quella principale - allora ci può stare. Ma a giugno il rischio è di una nuova rivoluzione. E se arrivasse Arnault? A quel punto sognare è lecito: a proposito, Suso va verso Siviglia, mentre Piatek rischia di rimanere per forza. Magari Pioli riuscirà a recuperare pure lui. Certo che per Paquetà è un peccato.
Venerdì Fabio Paratici ha fatto capolino a Palazzo Parigi. La Juve deve guardare gli altri dall'alto al basso, le plusvalenze non devono essere esagerate, ma qualcosa è stato fatto. Pereira che finisce al Barcellona e Alejandro Marques che arriva a Torino è un'operazione buona anche per il bilancio. Quanti sono cinque milioni per un giocatore che andrà in Under23 e con un contratto in scadenza fra sei mesi? Non pochi. Kurzawa per De Sciglio probabilmente prosegue su questo filone. Calciatori trattati come pacchi postali, sta succedendo sempre di più e a tutti i livelli. Il fair play finanziario ha fallito.
E il Milan? Deve capire cosa vuol fare da grande. Pioli è un buon allenatore che farà sempre discreti campionati, che può anche arrivare in Champions con un'ottima squadra, ma per cercare di vincere qualcosa di grande è altalenante. Va benissimo, fa filotti di vittorie e di sconfitte, con l'Inter lo ha dimostrato. Se l'idea è quella di rientrare piano in Europa - difficile quella principale - allora ci può stare. Ma a giugno il rischio è di una nuova rivoluzione. E se arrivasse Arnault? A quel punto sognare è lecito: a proposito, Suso va verso Siviglia, mentre Piatek rischia di rimanere per forza. Magari Pioli riuscirà a recuperare pure lui. Certo che per Paquetà è un peccato.
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