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Milan-Hellas 1-1: chance sprecata dai rossoneri. Scaligeri senza paura
Occasione persa dal Milan che doveva approfittare del pareggio fra Cagliari e Parma, ma non va oltre un pari sofferto contro l'Hellas. Partita che i rossoneri rischiano anche di perdere, che raddrizzano e che non riescono a ribaltare nonostante la sorte sorrida e dia l'occasione di giocare gli ultimi 23 minuti più recupero in superiorità numerica.
FARAONI GELA SAN SIRO, CALHANOGLU PAREGGIA Senza Ibrahimovic, Kjaer, Krunic, Bennacer e Conti, gli uomini di Pioli faticano a entrare in partita contro un Hellas compatto e dal gioco fluido, sceso in campo senza attaccanti di ruolo e senza dare punti di riferimento alla difesa. Verre scalda dopo pochi minuti i guanti di Donnarumma, poi Faraoni va in gol bruciando sul tempo Théo Hernandez su cross dalla sinistra di Zaccagni. Senza il suo leader, il Milan prova ad affidarsi a Rebic, ben più intraprendente di Leao. Trova il pareggio al 29' direttamente su punizione: fallo al limite dell'area di Faraoni su Bonaventura e Calhanoglu finalmente fa vedere la sua specialità, superando Silvestri grazie alla deviazione decisiva di Verre. Il pareggio cambia l'inerzia dell'incontro, col Milan trasformato e dominante. L'Hellas perde sicurezza e rischia di sbandare, Silvestri però non deve compiere parate anche se rischia in più di un'occasione, regalando una palla gol a Castillejo e trovandosi a tu per tu con Rebic, che manca l'attimo allargandosi troppo.
FOLLIA AMRABAT. MALDINI, STORICO ESORDIO Stesso leit motiv nel secondo tempo, col Verona che parte forte e fa paura: Pessina centra il palo, stessa sorte capita a Zaccagni. Il Milan è fortunato ed è ulteriormente aiutato quando Amrabat, fra i migliori in campo, entra col piede a martello su Castillejo a centrocampo: rosso diretto ed Hellas in inferiorità numerica dal 67'. Pioli si gioca le carte Paquetá, in campo 18 giorni dopo l'ultima volta, e Saelemaekers, all'esordio in Serie A, impiegato nel ruolo di terzino destro al posto di un Calabria non al top della condizione ma autore di una buona prestazone. Il Milan prova a giocarsi la carta delle palle alte, ma senza Ibrahimovic non ci sono torri e i palloni sono tutti di Silvestri. Castillejo ha una grande occasione nei minuti di recupero, ma trova il palo. Gli ultimi secondi di gara servono a far entrare nella storia la dinastia Maldini: al 93' entra il figlio di Paolo e nipote di Cesare, Daniel, 18 anni. E 3899 giorni dopo l'ultima partita del papà. Viene accolto dall'ovazione di San Siro.
FARAONI GELA SAN SIRO, CALHANOGLU PAREGGIA Senza Ibrahimovic, Kjaer, Krunic, Bennacer e Conti, gli uomini di Pioli faticano a entrare in partita contro un Hellas compatto e dal gioco fluido, sceso in campo senza attaccanti di ruolo e senza dare punti di riferimento alla difesa. Verre scalda dopo pochi minuti i guanti di Donnarumma, poi Faraoni va in gol bruciando sul tempo Théo Hernandez su cross dalla sinistra di Zaccagni. Senza il suo leader, il Milan prova ad affidarsi a Rebic, ben più intraprendente di Leao. Trova il pareggio al 29' direttamente su punizione: fallo al limite dell'area di Faraoni su Bonaventura e Calhanoglu finalmente fa vedere la sua specialità, superando Silvestri grazie alla deviazione decisiva di Verre. Il pareggio cambia l'inerzia dell'incontro, col Milan trasformato e dominante. L'Hellas perde sicurezza e rischia di sbandare, Silvestri però non deve compiere parate anche se rischia in più di un'occasione, regalando una palla gol a Castillejo e trovandosi a tu per tu con Rebic, che manca l'attimo allargandosi troppo.
FOLLIA AMRABAT. MALDINI, STORICO ESORDIO Stesso leit motiv nel secondo tempo, col Verona che parte forte e fa paura: Pessina centra il palo, stessa sorte capita a Zaccagni. Il Milan è fortunato ed è ulteriormente aiutato quando Amrabat, fra i migliori in campo, entra col piede a martello su Castillejo a centrocampo: rosso diretto ed Hellas in inferiorità numerica dal 67'. Pioli si gioca le carte Paquetá, in campo 18 giorni dopo l'ultima volta, e Saelemaekers, all'esordio in Serie A, impiegato nel ruolo di terzino destro al posto di un Calabria non al top della condizione ma autore di una buona prestazone. Il Milan prova a giocarsi la carta delle palle alte, ma senza Ibrahimovic non ci sono torri e i palloni sono tutti di Silvestri. Castillejo ha una grande occasione nei minuti di recupero, ma trova il palo. Gli ultimi secondi di gara servono a far entrare nella storia la dinastia Maldini: al 93' entra il figlio di Paolo e nipote di Cesare, Daniel, 18 anni. E 3899 giorni dopo l'ultima partita del papà. Viene accolto dall'ovazione di San Siro.
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