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Empoli, Corsi: "Ci sono le condizioni per giocare, i protocolli sono attuabili"
Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli, intervistato dai colleghi di TuttoNapoli.net, parla così della possibile ripresa dei campionato: "Noi ci stiamo battendo perché prevalga la volontà dei medici sportivi, ossia che si arrivi in fondo ai campionati. Adesso ci sono le condizioni di giocare. La Serie A sta definendo la ripartenza, se giocano nei paesi meno evoluti di noi, non vedo perché noi dobbiamo rimanere dietro. La Germania è ripartita prima di tutti, ha proposto il suo calcio in 160 paesi, si è presa come sempre un bel vantaggio sportivo e soprattutto economico”.
I protocolli?
"Sono attuabili, non credo siano troppo onerosi per le società. Semmai vedo il ritiro una cosa forzata per i calciatori che già vengono da due mesi di quarantena forzata. Sottoporli a un mese di ritiro sarebbe stato per la loro salute deleterio. Test sierologici e tamponi sono una cosa più che normale, in tutte le aziende d’Italia lo dovrebbero fare. I calciatori sono dei lavoratori sottoposti a rischi minori degli altri lavoratori di altri settori”.
Ipotesi playoff-playout in serie A?
"Non è bello cambiare in corsa. È come se un giorno ci si sveglia e non esiste più il fuorigioco. È una cosa che esula dalla nostra cultura sportiva. Sono cose che vanno pianificate prima, messe ai voti delle varie componenti e poi eventualmente possono essere attuate”.
I protocolli?
"Sono attuabili, non credo siano troppo onerosi per le società. Semmai vedo il ritiro una cosa forzata per i calciatori che già vengono da due mesi di quarantena forzata. Sottoporli a un mese di ritiro sarebbe stato per la loro salute deleterio. Test sierologici e tamponi sono una cosa più che normale, in tutte le aziende d’Italia lo dovrebbero fare. I calciatori sono dei lavoratori sottoposti a rischi minori degli altri lavoratori di altri settori”.
Ipotesi playoff-playout in serie A?
"Non è bello cambiare in corsa. È come se un giorno ci si sveglia e non esiste più il fuorigioco. È una cosa che esula dalla nostra cultura sportiva. Sono cose che vanno pianificate prima, messe ai voti delle varie componenti e poi eventualmente possono essere attuate”.
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