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Empoli, l'impresa contro la Juventus consegna ad Andreazzoli una squadra unita e consapevole
Il profumo dell'impresa è difficile da mandare via. Quello che è successo sabato sera a Torino consegna gli uomini di Andreazzoli alla storia. Mai prima l'Empoli era riuscito a sconfiggere la Juventus in casa sua. Nelle sue precedenti tredici stagioni in Serie A aveva ottenuto gli scalpi di Milan e Inter, ma mai quello della squadra più scudettata d'Italia. Al di là dei tre punti ottenuti, ciò che fa maggiormente sorridere l'ambiente azzurro è l'aver giocato alla pari con la Juventus. Anzi, in alcuni frangenti della partita è sembrata l'Empoli la squadra con le idee più chiare e la forma fisica migliore.
Andreazzoli può dirsi pienamente soddisfatto. L'ottima prestazione della difesa ha messo in luce il gran lavoro fatto in settimana, dopo le incertezze viste nel match inaugurale contro la Lazio. Vicario, incerto all'esordio, ha salvato la porta in un paio di occasioni con interventi prodigiosi; la ruvida coppia centrale Ismajili-Luperto ha garantito solidità al reparto, rintuzzando ogni tentativo bianconero. E i due esterni, Stojanovic e Marchizza, non sono andati troppo in difficoltà al cospetto di avversari pericolosi nell'uno contro uno come Chiesa e Cuadrado.
L'Empoli ha dimostrato che non occorrono grandi nomi per un fare un buon calcio. Servono le idee e quella punta di malizia che, per anni, è mancata alle squadre neopromosse, che si presentavano in casa della big di turno pensando solo a non prenderle. Non è un caso che il centrocampo empolese si sia contraddistinto anche allo Stadium. A differenza di quello juventino, parso sfilacciato e poco unito, quello empolese ha mostrato grande compattezza. Il trio Haas-Ricci-Bandinelli garantisce dinamismo, atletismo e qualità tecniche, oltre a quella fame di chi è esordiente in A e vuole stupire.
Andreazzoli può dirsi pienamente soddisfatto. L'ottima prestazione della difesa ha messo in luce il gran lavoro fatto in settimana, dopo le incertezze viste nel match inaugurale contro la Lazio. Vicario, incerto all'esordio, ha salvato la porta in un paio di occasioni con interventi prodigiosi; la ruvida coppia centrale Ismajili-Luperto ha garantito solidità al reparto, rintuzzando ogni tentativo bianconero. E i due esterni, Stojanovic e Marchizza, non sono andati troppo in difficoltà al cospetto di avversari pericolosi nell'uno contro uno come Chiesa e Cuadrado.
L'Empoli ha dimostrato che non occorrono grandi nomi per un fare un buon calcio. Servono le idee e quella punta di malizia che, per anni, è mancata alle squadre neopromosse, che si presentavano in casa della big di turno pensando solo a non prenderle. Non è un caso che il centrocampo empolese si sia contraddistinto anche allo Stadium. A differenza di quello juventino, parso sfilacciato e poco unito, quello empolese ha mostrato grande compattezza. Il trio Haas-Ricci-Bandinelli garantisce dinamismo, atletismo e qualità tecniche, oltre a quella fame di chi è esordiente in A e vuole stupire.
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