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Claudio Nassi: "Preparazione 22/23, un problema Mondiale!"
E ora? Come si farà con 4 giornate di campionato ad agosto, 15 in 90 giorni fino a novembre, più 6 partite di Coppa e 2 di Nations?
Poi 52 giorni di pausa per il Mondiale prima di disputare le ultime 23 di Serie A?
Giampiero Ventrone, che lavora al fianco di Conte al Tottenham, dice: "Sarà stimolante da un punto di vista scientifico" e pensa a un inizio più intenso.
Valter Di Salvo, responsabile della Nazionale, replica: "Ci si ferma nel periodo in cui si verificano più lesioni a causa del freddo e dei terreni pesanti".
Il Prof. Ferretti, docente a Coverciano, non vede cambiamenti nella fase preparatoria. "Poi bisogna sfatare la preparazione leggera. O ti alleni o non ti alleni. Né il caldo è un fattore, perché il calciatore deve essere allenato.
Fa caldo, si fa più fatica, ma si deve fare".
L'allenatore Semplici, intervistato per questa pausa di 2 mesi, è indeciso se impostare una preparazione ex novo o dare continuità con qualche richiamo.
E' chiaro che siamo davanti a un evento senza precedenti e si fanno domande che al momento potrebbero non avere risposta. Ci sono anche quelli che non hanno altrettanta preparazione specifica, ma sposano l'assioma di Ercole Rabitti: "Non rendere il facile difficile attraverso l'inutile". Se le partite non durano 60' effettivi, con 100 interruzioni, come da statistica di Casarin, e 15' di riposo tra primo e secondo tempo, chiedo perché un calciatore non possa disputare 3 gare in 7 giorni. Un problema se non si hanno dei professionisti, ma se si allenano come si deve, curano l'alimentazione e la vita privata, non vedo un motivo per non essere pronti. Domando ancora come sia possibile per un giocatore dell'NBA disputare 82 partite di regular season più i play-off, giocare più volte 2 giorni di seguito, se non 3, e cambiare ripetutamente fuso orario, se non si comportasse da professionista. Le società lasciano agli atleti libertà assoluta, ma non permettono errori. Chi sbaglia paga e questo, visti i contratti in essere, è il più grande deterrente.
Non vedo, quindi, problemi per i 52 giorni del Mondiale. O meglio, non sul piano fisico-atletico, ma non sottovaluto il dispendio di energie psichiche. Soprattutto per chi supererà i turni eliminatori.
In tal caso ci sarà maggiore attenzione per un pronto recupero.
Poi un ultimo dilemma: o avesse ragione Boskov che "... testa di calciatore buona per portare cappello"?
Poi 52 giorni di pausa per il Mondiale prima di disputare le ultime 23 di Serie A?
Giampiero Ventrone, che lavora al fianco di Conte al Tottenham, dice: "Sarà stimolante da un punto di vista scientifico" e pensa a un inizio più intenso.
Valter Di Salvo, responsabile della Nazionale, replica: "Ci si ferma nel periodo in cui si verificano più lesioni a causa del freddo e dei terreni pesanti".
Il Prof. Ferretti, docente a Coverciano, non vede cambiamenti nella fase preparatoria. "Poi bisogna sfatare la preparazione leggera. O ti alleni o non ti alleni. Né il caldo è un fattore, perché il calciatore deve essere allenato.
Fa caldo, si fa più fatica, ma si deve fare".
L'allenatore Semplici, intervistato per questa pausa di 2 mesi, è indeciso se impostare una preparazione ex novo o dare continuità con qualche richiamo.
E' chiaro che siamo davanti a un evento senza precedenti e si fanno domande che al momento potrebbero non avere risposta. Ci sono anche quelli che non hanno altrettanta preparazione specifica, ma sposano l'assioma di Ercole Rabitti: "Non rendere il facile difficile attraverso l'inutile". Se le partite non durano 60' effettivi, con 100 interruzioni, come da statistica di Casarin, e 15' di riposo tra primo e secondo tempo, chiedo perché un calciatore non possa disputare 3 gare in 7 giorni. Un problema se non si hanno dei professionisti, ma se si allenano come si deve, curano l'alimentazione e la vita privata, non vedo un motivo per non essere pronti. Domando ancora come sia possibile per un giocatore dell'NBA disputare 82 partite di regular season più i play-off, giocare più volte 2 giorni di seguito, se non 3, e cambiare ripetutamente fuso orario, se non si comportasse da professionista. Le società lasciano agli atleti libertà assoluta, ma non permettono errori. Chi sbaglia paga e questo, visti i contratti in essere, è il più grande deterrente.
Non vedo, quindi, problemi per i 52 giorni del Mondiale. O meglio, non sul piano fisico-atletico, ma non sottovaluto il dispendio di energie psichiche. Soprattutto per chi supererà i turni eliminatori.
In tal caso ci sarà maggiore attenzione per un pronto recupero.
Poi un ultimo dilemma: o avesse ragione Boskov che "... testa di calciatore buona per portare cappello"?
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