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ESCLUSIVA TMW - Bjelanovic: "Grazie Hajduk ma era il tempo di dirsi addio"
© foto di Jacopo Duranti/Tuttolegapro.com
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Un’avventura durata un po’ meno di quattro anni un addio sancito pochi giorni fa di comune accordo. L’esperienza da direttore sportivo dell’Hajduk Spalato di Sasa Bjelanovic, ex attaccante di Ascoli, Vicenza e Genoa fra le tante, si è chiusa così e oggi dai microfoni di TuttoMercatoWeb.com ha deciso di spiegare i perché di questa situazione. “Prima di tutto ci tengo a dire che sono grato all’Hajduk per questi quasi quattro vissuti insieme. Grazie a loro ho vissuto la mia prima vera avventura da dirigente in un club dalla grande storia. L’addio è maturato in maniera consensuale e la cosa migliore è che i rapporti fra noi sono rimasti ottimi”.
Cosa c’è stato alla base dell’addio fra di voi?
“Nelle scorse settimane ci siamo confrontati rendendoci conto che i nostri progetti tecnici non coincidevano più. Così abbiamo deciso, ripeto di comune accordo, che una separazione fosse la scelta migliore”.
Dell’avventura all’Hajduk cosa le rimarrà?
“La possibilità di confrontarmi con una società importante che mi ha fatto crescere in questa nuova professione. Prima lavorando nello scouting e poi nel ruolo di ds. In questi anni sono orgoglioso di quello che ho fatto, portando avanti la politica del club di far crescere giovani talenti da poi rivendere alle grandi società europee e realizzare plusvalenze vitali per il club. Al tempo stesso quest'anno la squadra si è trovata una posizione di classifica inedita per quello che era ilo recente passato: subito dietro la Dinamo Zagabria.- Un risultato, questo, in linea con gli obiettivi di campo che ci eravamo prefissati oltre che la cartina di tornasole di un ottimo lavoro in fase di mercato estivo. In più ci tengo a ringraziare una persona in particolare: Christian Argurio. Due mesi fa ha salutato Catania per affrontare al mio fianco questa avventura in un paese straniero e poi ha scelto di salutare l’Hajduk perché non riteneva corretto rimanere nel club senza di me. Ho provato anche a convincerlo ad accettare la sfida di rimanere ma lui per lealtà nei miei confronti ha detto no. Si è dimostrato un vero amico oltre che un professionista esemplare perché quello che ha fatto lui è un gesto che nel calcio di oggi si vede davvero raramente".
Adesso quale sarà il futuro? Magari in Italia...
“Non lo nascondo è il mio sogno,non soltanto calcistico ma anche familiare.Non lo sto forzando anche perché in Italia per il mio ruolo c’è grande concorrenza di alto livello. Come dico sempre: ‘Ogni cosa al suo tempo’”
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