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DRAGOWSKI E IL CANE CHE SI MORDE LA CODA
martedì 12 dicembre 2017, 14:30Notizie di FV
di Luciana Magistrato
per Firenzeviola.it

DRAGOWSKI E IL CANE CHE SI MORDE LA CODA

Fare le formazioni di Coppa Italia, per un allenatore, è come un cane che si morde la coda. L'obiettivo infatti è andare avanti e superare il turno per non far gridare al fallimento dell'obiettivo già al primo impegno, soprattutto a squadre che non hanno la zona Europa troppo alla portata e il trofeo può essere la strada per entrarci indipendentemente dalla classifica finale di campionato (e ricordiamo che serve solo vincerla per andare in Europa League, essere finalista non basta più). Ma nello stesso tempo il tecnico vorrebbe usare questa seconda competizione anche per dare spazio a chi gioca meno che, proprio perché gioca meno, non è detto però sia pronto. Soprattutto quando sei relegato ad essere il secondo portiere, come Bartlomiej Dragowski.

E' giusto far giocare il polacco che non ha mai avuto spazio con il rischio di poco affiatamento con i compagni e di "papere da debutto" o affidarsi anche in Coppa all'esperienza e all'affidabilità crescente di Sportiello? "Lavora bene fin da inizio anno. Ha grande personalità e capisco che possa non essere contento per il mancato utilizzo. Se ci sarà l'occasione, domani potrebbe giocare. Comunque comunicherò domani la formazione" ha detto Pioli in sala stampa senza sbilanciarsi.

Certo è che la vita del secondo portiere è quella di aspettare la sua occasione in caso di indisponibilità del primo, ma forse un portiere giovane come Dragowski avrebbe bisogno di giocare e non di fare la "muffa" in panchina. Se neanche domani, come è possibile, il polacco giocherà forse è un segnale anche in chiave mercato, a mandarlo in prestito in qualche squadra che ne ha bisogno. Per fargli fare le ossa però perché sarebbe inutile fare un Lezzerini-bis, ossia un prestito ad una squadra dove non avrebbe comunque spazio come accadde lo scorso anno con l'ex portiere e l'Avellino (anche se poi gli irpini lo hanno riscattato).