UNA QUESTIONE CENTRALE

Il periodo di sosta calza abbastanza a pennello per permettere al tecnico Stefano Pioli di correggere gli aspetti che convincono meno di questa Fiorentina. E sono molti: a voler essere sinceri escludendo la difesa sono davvero tante le situazioni di criticità. Se a proposito dell'attacco abbiamo già scritto tante righe, con un Simeone troppo unico interprete del ruolo ed un possibile vice come Thereau contemporaneamente tenuto fuori a far muffa in vista di una cessione che pare sempre più inevitabile, e allo stesso tempo un Pjaca sul quale Pioli ha puntato molte fiches senza però ricevere praticamente nulla indietro, c'è però anche la questione legata al reparto centrale del campo a tener banco.

Il mercato in questo senso non ha portato troppo supporto a Pioli, che si è visto sostituire una certezza quale Badelj con un Norgaard ancora tutto da scoprire su certi livelli, e l'innesto di un giocatore ancora abbastanza acerbo quale Edimilson Fernandes, unico centrocampista ad aver lasciato il gruppo per la sosta delle nazionali. La mossa, avallata dalla dirigenza con l'assenso di Pioli, di reinventare Veretout come perno davanti alla difesa non è totalmente da buttare, ma ha tolto lo spunto offensivo mostrato nella passata stagione dal francese, il quale ha infatti trovato la via del gol solamente su calcio di rigore. In tal senso ieri Dabo, in un'intervista radiofonica, si è candidato come rimpiazzo per permettergli di giocare qualche metro più avanti. Ma il mediano franco-burkinabé fino a qui ha visto pochissimo il campo. Chi sulle prestazioni in zona gol non ha certamente tradito le attese è Benassi, capace di timbrare ben cinque volte in poco meno di 770', con numeri da vero e proprio cecchino, difettando però a volte in fase di costruzione, mai stata una delle sue doti migliori. Una linea di discontinuità che trova però probabilmente la sua massima espressione con Gerson: preso anche lui su benedizione di Pioli, ha mostrato davvero il suo talento e i colpi di cui è capace in due sole occasioni, all'esordio col Chievo e nella sfida alla sua ex-squadra Roma. Per il resto tante prestazioni insufficienti, o quantomeno rivedibili. È proprio lui forse l'espressione più lampante di questo inizio di stagione dalle parti del Franchi.