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Fiorentina, più di 400 minuti senza segnare e un problema che è solo la punta dell'iceberg
Nel calcio, per avere una squadra che funziona in campo, ci sono due regole fondamentali: una difesa solida e un attacco che segna. La Fiorentina non ha né l'una, né l'altra. Soprattutto non ha nessuno che segna e questo è rischiosissimo quando il pantano della lotta per non retrocede ingoia una squadra partita con ben altri obiettivi. Sono più di 400 minuti che la Fiorentina non segna in campionato, dal 51' della sfida vinta contro l'Udinese che è anche l'ultima vittoria in Serie A per i viola, che hanno il peggior rendimento nelle prime 9 giornate nella storia dei tornei a tre punti. Dire che va la situazione è critica è usare un eufemismo.
Vlahovic, Kouamé e Cutrone. Tre giocatori per un ruolo, quello del bomber, che evidentemente è un peso troppo gravoso per tutti visto che non segna nessuno. E allora che fare? E' stato detto e ridetto che in estate la Fiorentina avrebbe dovuto trovare una soluzione sul mercato per sistemare l'attacco. Pradè e Barone, pur smentendo tutto, hanno provato fino all'ultimo a convincere Milik a dire addio al Napoli per accasarsi al Franchi, ma non hanno avuto successo. Poi non si sono fidati delle sensazioni su Piatek e il campionato è iniziato con tre attaccanti giovani e ancora in attesa dell'esplosione, mettendo prima in crisi Iachini e ora confermando le difficoltà nella seconda era Prandelli.
A gennaio ci sarà spazio per un acquisto, anche se Commisso forse inizierà a chiedersi quanti soldi dovrà buttare prima di avere una squadra in lotta per qualche obiettivo ambizioso. Perché al presidente viola si può imputare di essere troppo ingombrante in determinate decisioni, ma non che sia di braccio corto, visto che i milioni li sta investendo eccome. Basti pensare che la sua formazione ha il settimo monte ingaggi e domani potrebbe ritrovarsi con una squadra al 18° posto. Dopo due esoneri, tre allenatori a libro paga e una squadra che ha diversi problemi, forse verranno messi in discussione i ruoli dei dirigenti, che non in tre sessioni di mercato non hanno completato una squadra, numerosa ma carente in diversi ruoli.
Sicuramente, chiunque porterà avanti le prossime trattative, dovrà fare i conti con un centravanti. Con questa classifica, difficilmente i Milik si avvicineranno anche solo all'idea di vestire la maglia viola. Ci sarebbe ancora libero un certo Mandzukic, ma difficile che Commisso dia il via libera a un altro maxi ingaggio per un giocatore svincolato. E allora si torna a un vecchio obiettivo come Piatek, che non si sta trovando bene in Germania e che ha strizzato più volte l'occhio prima alla Fiorentina e poi a Prandelli, suo allenatore nell'esperienza al Genoa. La lotta per togliersi dal pantano dei bassi fondi ripartirà anche da questo accorgimento. Forse manca solo una punta per avere qualche certezza in più. Forse. Perché a parlare sarà sempre il campo.
Vlahovic, Kouamé e Cutrone. Tre giocatori per un ruolo, quello del bomber, che evidentemente è un peso troppo gravoso per tutti visto che non segna nessuno. E allora che fare? E' stato detto e ridetto che in estate la Fiorentina avrebbe dovuto trovare una soluzione sul mercato per sistemare l'attacco. Pradè e Barone, pur smentendo tutto, hanno provato fino all'ultimo a convincere Milik a dire addio al Napoli per accasarsi al Franchi, ma non hanno avuto successo. Poi non si sono fidati delle sensazioni su Piatek e il campionato è iniziato con tre attaccanti giovani e ancora in attesa dell'esplosione, mettendo prima in crisi Iachini e ora confermando le difficoltà nella seconda era Prandelli.
A gennaio ci sarà spazio per un acquisto, anche se Commisso forse inizierà a chiedersi quanti soldi dovrà buttare prima di avere una squadra in lotta per qualche obiettivo ambizioso. Perché al presidente viola si può imputare di essere troppo ingombrante in determinate decisioni, ma non che sia di braccio corto, visto che i milioni li sta investendo eccome. Basti pensare che la sua formazione ha il settimo monte ingaggi e domani potrebbe ritrovarsi con una squadra al 18° posto. Dopo due esoneri, tre allenatori a libro paga e una squadra che ha diversi problemi, forse verranno messi in discussione i ruoli dei dirigenti, che non in tre sessioni di mercato non hanno completato una squadra, numerosa ma carente in diversi ruoli.
Sicuramente, chiunque porterà avanti le prossime trattative, dovrà fare i conti con un centravanti. Con questa classifica, difficilmente i Milik si avvicineranno anche solo all'idea di vestire la maglia viola. Ci sarebbe ancora libero un certo Mandzukic, ma difficile che Commisso dia il via libera a un altro maxi ingaggio per un giocatore svincolato. E allora si torna a un vecchio obiettivo come Piatek, che non si sta trovando bene in Germania e che ha strizzato più volte l'occhio prima alla Fiorentina e poi a Prandelli, suo allenatore nell'esperienza al Genoa. La lotta per togliersi dal pantano dei bassi fondi ripartirà anche da questo accorgimento. Forse manca solo una punta per avere qualche certezza in più. Forse. Perché a parlare sarà sempre il campo.
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