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TMW RADIO - Valentini: "Era l'ora di regolamentare i prestiti, già al 2022 siamo in ritardo"
SCANNER: La Fifa cambia il mercato: limite ai prestiti al via dal 2022
Con Giulio Dini, Niccolò Ceccarini e Francesco Benvenuti. In collegamento Antonello Valentini.
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L'ex dirigente federale Antonello Valentini è intervenuto in diretta a TMW Radio, nel corso della trasmissione Scanner, per discutere la modifica dei prestiti in discussione per l'estate del 2022: "Per me si arriva addirittura in ritardo, già quest'anno l'avrei applicata perché finora s'è fatta carne di porco coi prestiti: servono regole, disciplina interna. Era ora che la FIFA si muovesse e non pensasse solo ai soldi dei Mondiali. Tramite i prestiti passano le vite e le esistenze di centinaia di ragazzi trattati come merce di scambio o pacchi postali. Non va bene se parliamo di calcio sostenibile, umanità, protezione dei minori e controllo sulle accademie private. Quando questa norma andrà a regime ci saranno dei giocatori che dovranno essere stati sistemati per tempo: spero che la FIGC, in questo progetto di riforma di contenimenti vari, pensi a questo tipo di problemi. Finora l'AIC, tornata da poco ad avere di poco un vice-presidente della Federazione nella persona di Calcagno, ha fatto ben poco. Speravo fossero protagonisti, invece mi pare giochino troppo da comparse".
Degli arrivi dei minori stranieri, che ne pensa?
"Dobbiamo proteggerli dallo sfruttamento ed una delle idee che mi pare stiano facendo breccia nella FIFA sia di controllare il lavoro delle accademie private. Ci mancherebbe, non è un problema di libertà quanto di rispetto delle regole: mi è capitato di vedere carrettate di ragazzi che arrivano, pieni di speranze e prospettive che invece vengono ingannati e si perdono per strada, finendo tra i dilettanti nella migliore delle ipotesi".
L'intervento integrale nel podcast!
Degli arrivi dei minori stranieri, che ne pensa?
"Dobbiamo proteggerli dallo sfruttamento ed una delle idee che mi pare stiano facendo breccia nella FIFA sia di controllare il lavoro delle accademie private. Ci mancherebbe, non è un problema di libertà quanto di rispetto delle regole: mi è capitato di vedere carrettate di ragazzi che arrivano, pieni di speranze e prospettive che invece vengono ingannati e si perdono per strada, finendo tra i dilettanti nella migliore delle ipotesi".
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