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Fiorentina, Ferrari risponde a Gattuso: "A Genova non lo abbiamo avuto neanche noi…"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
Oggi alle 19:00Serie A
di Simone Bernabei

Fiorentina, Ferrari risponde a Gattuso: "A Genova non lo abbiamo avuto neanche noi…"

In conferenza stampa nel giorno della presentazione del nuovo tecnico Paolo Vanoli e del nuovo ds Roberto Goretti, il direttore generale della Fiorentina Alessandro Ferrari ha risposto a diverse domande della stampa, toccando anche l'argomento Moise Kean col ct Gattuso che ieri aveva criticato la scelta di farlo giocare in Conference League contro il Mainz: "Sul nuovo allenatore vorrei dire due parole: ci siamo incontrati, abbiamo parlato, abbiamo visto la voglia e il desiderio, anche la rabbia, di voler accettare questa sfida e ne siamo molto contenti. E' qua da pochi giorni ma sta trasmettendo a tutti questa voglia di fare e di fare al meglio. Siamo molto contenti del suo arrivo". Come risponde al ct Gattuso in merito a Moise Kean? "Se un giocatore viene convocato e va in panchina, credo ci siano delle condizioni perché possa stare in gruppo... Poi a seconda di quello che succede si decide se utilizzarlo, si tratta di situazioni di campo. Ha ripreso una botta e non ha giocato neanche a Genova, non ho molte altre risposte da dare. Ora sta facendo la fase di recupero, appena avremo aggiornamenti dal punto di vista medico li comunicheremo". C'è l'idea di continuare a investire? A che punto è il progetto Fiorentina? "Il progetto lo avete visto tutti, ci sono i numeri. Ci aspettavamo certamente una stagione diversa, ma il presidente è battagliero e forte, ha speso quasi 500 milioni da quando ha preso la Fiorentina dimostrando sempre attenzione e ambizione. Ogni anno abbiamo ottenuto un aumento per gli sforzi, sia sul mercato che sugli stipendi. Ora non siamo nelle condizioni di poter negoziare un ulteriore passo avanti, perché per primi dobbiamo farlo noi. Saranno tutte valutazioni che continueremo a fare, Rocco non è una persona che fa le cose tanto per fare. Lui vuole portare a casa qualcosa. Speravamo di farlo quest'anno e ci speriamo ancora, siamo in lotta per tutto quello che ci possiamo immaginare ma la realtà ci obbliga a pensare partita dopo partita". Dopo la promozione di Goretti, sarà preso un nuovo direttore tecnico? "Al momento un direttore tecnico non c'è, Goretti sarà aiutato da Rubino e poi più avanti vedremo". Gli addii di Pradè e Pioli? "Pradè aveva deciso già alla fine della scorsa stagione che il periodo alla Fiorentina fosse quasi arrivato al termine. In questa nuova stagione per questo voleva portare un risultato ottimo a Firenze, non ha fatto un giorno di vacanze… Coi tifosi qualcosa si era rotto, dopo anni ci sta di cercare qualcosa di diverso. Ha deciso di farsi da parte prima del Lecce anche per far tirare fuori qualcosa in più ai ragazzi. Quando ci sono di mezzo certe motivazioni c'è poco da fermare, sono cose comprensibili. Per me è l'ottavo campionato in questo club, ho visto passare situazioni più drammatiche e più piacevoli ma dico che rispetto la scelta di Pradè e riconosco tutto ciò che ha fatto, io come il presidente. Su Pioli: Ogni volta speri che sia quella buona, che scatti la scintilla, poi cerchi anche il momento adatto per mettere nelle migliori condizioni chi deve iniziare a lavorare. Infatti adesso c'è la pausa e del tempo per lavorare". Quali gli obiettivi rimodulati? Perché si è aspettato così tanto a separarsi da Pioli? "Lo avessimo esonerato due mesi fa sarebbero passate pochissime partite… Noi abbiamo fatto una scelta, speso soldi con l'idea di alzare l'asticella. Poi c'è la realtà: qualcosa poteva essere fatto in modo diverso, qualcuno poteva dare qualcosa di diverso, ma noi oggi dobbiamo guardare in faccia la realtà e la classifica che parla di un ultimo posto. Pensiamo a domenica e alla Juventus, poi l'obiettivo sarà fare un punto dopo l'altro partita dopo partita. Sarebbe brutto oggi dire a cosa puntiamo perché puntiamo solo alla realtà dei fatti". Ha mai pensato di fare un passo indietro? "No. Lo scorso anno abbiamo fatto 65 punti e c'eravamo io, Pradé e Commisso. Il presidente crede nel mio lavoro, ho la sua fiducia e ho delle responsabilità e per me sono stimoli per fare sempre meglio. Per il resto sarà eventualmente il presidente a decidere".