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Il Verona da brutto anatroccolo a cigno in una notte: la squadra ha lottato per ZanettiTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:30Serie A
di Daniele Najjar

Il Verona da brutto anatroccolo a cigno in una notte: la squadra ha lottato per Zanetti

"Il Verona gioca bene, ma...": la stragrande maggioranza delle analisi sulla squadra di Paolo Zanetti iniziava così, almeno fino a ieri. Identità, carattere, tante occasioni, ma pochi nessuna vittoria. Con queste premesse i gialloblu si presentavano alla sfida che pareva proibitiva contro un'Atalanta ritrovata e più in forma che mai. È stata la settimana in cui si è parlato più di Zanetti che del Verona in sé: il destino sembrava avverso al tecnico ed alla squadra e solo un qualcosa di impensabile avrebbe potuto cambiare del tutto le prospettive. Ecco, l'Hellas che si presenterà al Franchi di Firenze domenica pomeriggio vedrà finalmente tutto da una prospettiva differente. Il crocevia stagionale potrebbe essere stato in quel 71° minuto della partita del Bentegodi. Bernede segna e dopo lunghi minuti di paura Mariani assegna il gol del momentaneo 3-0. Una liberazione vera e propria per una squadra che sembrava veder riemergere i fantasmi, una sorta di maledizione, come se dietro l'angolo ci debba essere sempre una beffa, in agguato. Perché in molte delle partite giocate fino a qui dai gialloblu, su tutte quelle contro Cremonese, Inter, Roma, Sassuolo e Cagliari, la sensazione al termine dei 90 minuti era quella di una vera beffa, vuoi per la sfortuna, vuoi per errori propri. Parlare di singoli sarebbe riduttivo per gli altri, forse, in una gara che ha visto dal primo all'ultimo giocatore mantenere alta la concentrazione dal primo al 97'. Certo, una menzione la merita sicuramente Mosquera, lanciato nuovamente titolare a discapito di un Orban lasciato per l'intera gara in panchina, prima volta in assoluto. La partita tutta sostanza, lotta e palloni difesi per la squadra (più un assist delizioso, con il tacco, per Belghali) è anche un quadro chiaro di come nei momenti delicati questi valori possano prevalere sulle migliori capacità tecniche. Nelsson ha giganteggiato, così come Unai Nunez e Bella-Kotchap (al netto della sfortunata deviazione di mano sul rigore). Belghali ha letteralmente sgasato su e giù senza fermarsi mai, Giovane non ha sbagliato a gestire nemmeno un pallone. Ma soprattutto a meritare una menzione sono i tre giocatori che a centrocampo avevano l'arduo compito di fronteggiare dei rivali di un altro livello. Niasse, Al-Musrati e Bernede formavano un reparto mediano che definire inedito è davvero riduttivo.